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Alla vigilia del Gran Premio degli Stati Uniti, Max Verstappen si è presento ad Austin, sede del Gran Premio degli Stati Uniti in Texas, con la sua consueta calma e lucidità. Il quattro volte campione del mondo della Red Bull, oggi terzo nel Mondiale Piloti alle spalle dei due piloti della McLaren, Oscar Piastri e Lando Norris, ha parlato della crescita della squadra, del suo approccio al campionato e del legame con il padre Jos che vedrebbe in un ruolo molto chiacchierato.
Dopo una prima parte di stagione complicata, Verstappen ha ammesso che la RB21 è finalmente tornata più bilanciata. “La macchina adesso è più equilibrata, non ha più quei comportamenti estremi di sovrasterzo o sottosterzo. Ogni weekend cerchiamo di perfezionare qualcosa, perché non è mai perfetta, ma ultimamente sembra più ‘insieme’. Non si tratta di credere o meno nel titolo, bisogna essere realistici. Quando la macchina è competitiva, io posso esserci davanti. È semplice così”. Con sei gare ancora da disputare e un distacco contenuto dai due piloti McLaren, Verstappen non si sente però nella posizione di chi deve inseguire a tutti i costi: “Non ci penso troppo – ha proseguito alla vigilia del COTA - Affronto ogni weekend cercando di dare tutto quello che posso in macchina. Se sono davanti o dietro non cambia: certo, è più bello essere in testa, ma ogni gara è un’opportunità per vincere. Se non ci riusciamo, non è la fine del mondo. La vita va avanti. Non sento pressione, anche perché ho già vinto. Come team stiamo cercando di capire sempre meglio la macchina, anche in vista del prossimo anno”.
Il ritorno di competitività della Red Bull, secondo Verstappen, è merito di un lavoro corale e di una filosofia tecnica più chiara: “Alla fine è sempre uno sforzo di squadra. Mi piace lavorare con tutti, c’è un’atmosfera positiva e si percepisce fiducia. Stiamo capendo molto meglio cosa può fare la macchina e come va guidata. Questo rende ogni weekend più piacevole”. Analizzando il confronto diretto con la McLaren, l’olandese ha riconosciuto ancora dei punti di forza nei rivali di Woking: “Loro restano molto forti nelle curve a media velocità, è sicuramente una delle aree dove eccellono. Per il resto dipende dal tipo di circuito e dalle condizioni, ma su quel fronte sono ancora molto competitivi”.
Sulle voci di una possibile preferenza interna in McLaren tra Norris e Piastri, l’olandese è stato diretto: “Se favoriscono Lando? Non lo so, e sinceramente non mi interessa. Fanno ciò che ritengono giusto come squadra, e stanno facendo un ottimo lavoro. Noi dobbiamo solo concentrarci su noi stessi e massimizzare il nostro potenziale ogni weekend. Non abbiamo iniziato bene la stagione, ma da qui alla fine proveremo a vincere ogni gara possibile”.
Il legame con il padre Jos Verstappen, che lo ha accompagnato sin dagli esordi, resta uno dei pilastri della sua carriera. Parlando di lui, Max si è lasciato andare a parole di grande riconoscenza: “La cosa che mi ha sempre colpito è la sua conoscenza tecnica. Con un po’ più di fortuna avrebbe potuto avere una carriera migliore in Formula 1. Mi ha insegnato tanto su come mettere a punto una macchina, dai kart fino all’F1. Senza di lui non sarei il pilota che sono oggi. Ha sacrificato tutto per me, ha messo in pausa la sua vita per darmi il 110% e offrirmi le migliori opportunità possibili. È qualcosa che non dimenticherò mai”. E proprio sul possibile futuro di Jos in un ruolo da team principal, Max è stato chiaro: “Potrebbe essere un ottimo team principal, a qualsiasi livello. Ma alla fine è anche una questione di famiglia, e a me va benissimo così. Parliamo di tutto, si informa, mi consiglia e mi aiuta quando c’è da capire qualcosa. È fantastico avere un padre così appassionato e competente”.
Senza proclami, Verstappen si prepara dunque a un weekend che potrebbe rilanciare definitivamente le ambizioni della Red Bull in questo finale di stagione. Austin, dove ha già vinto tre volte, rappresenta un banco di prova ideale per misurare la solidità del nuovo corso tecnico. “Ogni gara è un’occasione per migliorare,” conclude. “Sappiamo che ci sono ancora aree dove possiamo crescere, ma l’atmosfera è buona e la fiducia è alta. Vediamo cosa riusciremo a fare qui in Texas”.