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“Stiamo lavorando in ogni area della vettura, soprattutto dal punto di vista meccanico. Questo perché si tratta di elementi che potremmo sfruttare anche in futuro. Non è un mistero che a un certo punto sarà necessario concentrarsi esclusivamente sul 2026. Non stiamo solo lavorando alla sospensione. Stiamo cercando di capire in quali aree possiamo davvero fare un passo in avanti in termini di performance”. Ala vigilia del weekend di gara del Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna 2025 di Formula 1, Fred Vasseur ha fatto il punto con la stampa italiana presente in pista - Automoto.it compreso - sul lavoro della Ferrari per lo sviluppo della SF-25.
“Siamo obbligati ad adottare una nuova configurazione dell’ala anteriore in Spagna – ricorda Vasseur -. Ma per quanto riguarda il resto dell’aerodinamica, se si sviluppa un nuovo fondo o un’ala posteriore, non sarà possibile sfruttarla nel 2026, visto che il regolamento è completamente diverso. Non è così per alcuni componenti meccanici”. Si ferma qui, il team principal della Ferrari, senza sbottonarsi sui dettagli degli aggiornamenti che potrebbero offrire un sollievo dopo un inizio di stagione indubbiamente difficile. Ma a Maranello si sta già lavorando per il 2026, e qualcuno sorge spontanea una domanda.
Come ci si può fidare in ottica di chi ha progettato la SF-25? “Prima di tutto, abbiamo cambiato direttore tecnico. Loic è arrivato sei mesi fa. Il gruppo chiave è al 95% lo stesso del 2023. Rispetto alla fine dello scorso anno, abbiamo fatto un passo indietro in termini di pura performance. Ma potrebbe essere l’opposto per il prossimo anno, e vale lo stesso per ogni team. La sensazione che abbiamo dopo ogni weekend è quella di non aver estratto il massimo potenziale della macchina. E finché sarà così, ci sarà modo di migliorare. Stiamo migliorando in termini di approccio, di comprensione. E il fatto che non abbiamo portato in pista la miglior macchina possibile non vuol dire che la struttura non funzioni”.
Tornando al 2025, quanto ci vorrà perché le cose migliorino? “Non ho una risposta. A volte si ha la sensazione di essere vicini alla soluzione, ma siamo ancora nella curva di apprendimento. Alla fine, credo che i weekend come quello di Miami siano positivi, perché permettono di scoprire cosa non va in modo tale da compiere un salto di qualità. L’importante è fare il miglior lavoro possibile questo weekend”. A cominciare dalla qualifica, ambito in cui la Rossa sta vistosamente faticando e che a Imola potrebbe risultare cruciale.
“A Miami abbiamo lasciato molta performance sul tavolo – ha risposto Vasseur in merito a una nostra domanda sulla qualifica in Florida, in cui la Rossa è stata più veloce con le gomme usate che con le nuove -. Ma dipende dalla pista, dall’asfalto, dalle temperature. Questo fine settimana ripartiamo da zero”. A Imola c’è un’altra variabile da non sottovalutare, il compound più tenero della gamma di Pirelli, la C6, al debutto assoluto sulle rive del Santerno.
“Con la C6 siamo tutti sulla stessa barca, visto che non conosciamo la mescola. Abbiamo svolto dei test un paio di anni fa, ma dipende dalla pista e dalla vettura. Nemmeno in Pirelli, secondo le loro previsioni, sono sicuri che la C6 sia molto più veloce della C5. In termini di degrado è sicuramente peggiore. Quanto alle prestazioni, non è chiaro. Venerdì sera avremo una comprensione migliore delle gomme, soprattutto in relazione agli altri team. Ma anche se la C5 fosse più veloce della C6, non potremmo cambiare l’allocazione degli pneumatici per il weekend e dovremmo arrangiarci con quello che abbiamo”. E solo il tempo ci dirà quanto sarà clemente Imola con la Rossa.