F1. GP Belgio, Bearman: "Abbiamo un aggiornamento che mi ha fatto ritrovare il feeling che avevo in Ferrari anche in Haas"

F1. GP Belgio, Bearman: "Abbiamo un aggiornamento che mi ha fatto ritrovare il feeling che avevo in Ferrari anche in Haas"
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Dopo le vacanze in Svezia, passate in un kartodromo per battere il record della pista, Oliver Bearman è pronto a tornare a bordo di un F1 per il Gran Premio del Belgio, ma adesso con una nuova consapevolezza
24 luglio 2025

Oliver Bearman ha trovato un modo decisamente originale per rilassarsi: “Sono andato in vacanza in Svezia, ma vicino a dove alloggiavo c’era un kartodromo… e non ho resistito”. Inizia così il suo racconto nel paddock di Spa-Francorchamps, che sembra più una piccola impresa da pilota professionista che un semplice svago. “Ho cercato di battere il record della pista ogni giorno. Alla fine ce l’ho fatta, proprio l’ultimo giorno. È stata dura, ma divertente".

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Un circuito da 29 secondi a giro, estrema precisione richiesta, rivali ignoti ma veloci e un approccio da vera e propria squadra corse. “Andavo lì tutti i giorni. Ho girato sia sull’asciutto che sul bagnato, anche solo per divertirmi. Alla fine, sono rimasto in pista quasi due ore, provando di tutto: ho spostato i muri, tolto la carrozzeria per raffreddare il motore, usato un soffiatore per abbassare la temperatura tra i run, e persino tolto la benzina in eccesso". Non era solo: “La mia ragazza mi aiutava, sistemava le gomme. Abbiamo fatto un lavoro di fino: pressione degli pneumatici, scelta degli orari più freschi per girare, persino l’abbigliamento era studiato per pesare il meno possibile. Ho girato con t-shirt e pantaloncini, testa bassa nei rettilinei. Quando sei a 0.03 dal record per 15 giri di fila, non puoi mollare”.

E se la sfida sembrava “semplice” all’inizio - “pensavo sarebbe stato facile battere il tempo, ma il primo giorno ero a tre-quattro decimi”- , alla fine si è trasformata in un’ossessione sportiva. “Quel tipo che aveva fatto il tempo prima di me era davvero veloce. Dovrebbe correre in F1! O pesa 20 kg… anche se credo che abbia girato ad aprile o maggio, con il freddo svedese che aiuta parecchio”.

La pausa agonistica gli ha fatto bene anche mentalmente. “Amo il karting, è nel mio sangue. È stato bello tornare alle origini, a ciò che mi ha fatto innamorare di questo sport. Non era nei piani fare karting ogni giorno, ma non mi lamento. Mi ha permesso anche di riflettere sul weekend difficile che avevamo appena vissuto”. Ora, però, è tempo di tornare in macchina per il weekend del Gran Premio del Belgio a Spa-Francorchamps, e Bearman è carico. “Non vedevo l’ora che arrivasse questo weekend. A Silverstone siamo stati la miglior vettura di centro gruppo in qualifica, e in gara ho lottato con una Mercedes fino all’ultima curva. Abbiamo portato un pacchetto che mi ha dato fiducia, per la prima volta mi sono sentito come quando ho guidato la Ferrari: sapevo cosa stava facendo la macchina, potevo attaccare”.

Un feeling raro per il giovane pilota della Haas, che spera di ripeterlo anche tra le Ardenne: “Anche quando avevo tanta fiducia nella Haas, non era mai come con la Ferrari. Silverstone è stato diverso, e voglio costruire su quel momento positivo”.

Sul confronto interno con Ocon, che aveva lamentato difficoltà nel veloce, Bearman ha le idee chiare: “Abbiamo usato assetti molto simili, con differenze minime all’ala anteriore. Io non ho avuto problemi ad alta velocità, anzi, lì siamo stati molto competitivi per la prima volta. Le difficoltà arrivano più sul dritto, ma è una costante di questa stagione". E sulla convivenza in squadra, dopo l’incidente di Silverstone: “Abbiamo chiarito, non c’è alcun problema. È stata solo una situazione sfortunata, con pista bagnata e una sola traiettoria. Abbiamo messo in chiaro che non deve più succedere".

Con il ritorno del format Sprint e uno step insolito nella scelta delle gomme, Bearman sa che il weekend sarà complicato: "Il gap tra le mescole sarà interessante da gestire. È un weekend corto, non possiamo fare tanti test. Ci saranno diversi punti interrogativi". Infine, un pensiero alla sua formazione: "Il programma Ferrari mi ha cambiato tanto, come pilota e come persona. Ho vissuto in Italia per anni, è stato come andare all’università in anticipo. Mi ha aiutato a maturare, a essere indipendente. Ho condiviso tanto con altri piloti e amici: un’esperienza fondamentale". 

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