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Alla vigilia del Gran Premio d’Ungheria 2025, Fernando Alonso si è raccontato con la consueta schiettezza. Dalla sua prima vittoria proprio a Budapest ai problemi di visibilità sul bagnato, fino alle prospettive in vista del nuovo regolamento tecnico 2026, lo spagnolo non ha lasciato nulla al caso.
Il ritorno in Ungheria per Alonso è sempre speciale. “La prima vittoria in Formula 1 non si dimentica. Anche se, a dire il vero, ricordo poco di quella giornata. Dopo la gara siamo volati in Polonia perché avevamo un evento di marketing il lunedì mattina presto, insieme a Flavio e Jarno. Non ho potuto nemmeno festeggiare come si deve la domenica sera. Un vero peccato”.
Sul rinnovamento delle strutture dell’Hungaroring, l’asturiano ha apprezzato lo sforzo del circuito: “Ho visto le foto e stamattina ci ho camminato un po’, sembra tutto molto bello. È importante modernizzare i circuiti storici per restare al passo con le nuove piste”.
Dopo una serie di risultati solidi, il weekend di Spa ha rappresentato un passo indietro per Alonso e l’Aston Martin. “Credo sia stato il layout del tracciato a penalizzarci. L’auto era simile a quelle delle gare precedenti, ma sin da FP1 eravamo fuori ritmo. Abbiamo anche cambiato motore e siamo partiti dal fondo, puntando su una gara completamente bagnata che poi non si è verificata. Un po’ di sfortuna, ma la pista non ci si adattava”.
L’asturiano ha poi approfondito il tema sicurezza e visibilità sul bagnato, diventato centrale negli ultimi anni, specie dopo i fatti di Spa. “Credo che dal 2017, con queste nuove regolazioni e le gomme da bagnato, la visibilità sia peggiorata. È un problema difficile. Se sei solo in pista, si può correre. Ma nel gruppo non si vede nulla. Abbiamo visto troppi incidenti, soprattutto a Spa. Vogliamo correre, essere coraggiosi, e anche gli spettatori vogliono vedere gare vere, ma quando succede qualcosa ci rendiamo conto che forse non è sbagliato aspettare mezz’ora in più”.
Secondo Alonso, anche l’asfalto moderno gioca un ruolo: “Ora ci sono superfici molto nere e molto grippanti sull’asciutto, ma che diventano uno specchio con l’acqua. Alcune autostrade non producono spray, perché non possiamo usare quel tipo di asfalto nei circuiti? Sarebbe un punto di partenza, ma io sono solo un pilota”. Sul regolamento 2026, Alonso è scettico: “Per me non cambierà nulla. Avremo gli stessi problemi di visibilità”. E sul confronto con gli anni 2000: “Era meglio, ma sempre spaventoso. Non è cambiato molto”.
Con pochi aggiornamenti previsti nel resto della stagione, Aston Martin ha ormai concentrato gran parte delle risorse al 2026. “Domani confronteremo i fondi usati a Imola e Silverstone, ma Spa non è stata un problema di fondo. Cerchiamo solo di capire meglio cosa abbiamo tra le mani”.
“Adrian Newey? Ora non è disponibile, l’ho visto a un concerto l’altra sera. Lui è già totalmente proiettato sul 2026. È impressionante vederlo lavorare su problemi che potremmo incontrare alla settima gara del prossimo anno. Non ha mai avuto come priorità la vettura di quest’anno”. E su cosa si può trasferire dal 2025 al 2026, Alonso risponde ironico: “Forse i pistoni. Ma le macchine saranno talmente diverse che è difficile imparare qualcosa di applicabile. Abbiamo già raccolto tutte le informazioni necessarie. Ora aspettiamo gennaio per scoprire quanto saremo veloci”.
Un pensiero finale sul feeling con le vetture 2026, già provate al simulatore: “Ho fatto solo un giorno, è difficile trarre conclusioni. Sicuramente saranno meno performanti. E ogni volta che un pilota prova qualcosa di più lento, non gli piace. Ma poi andiamo a noleggiare un’auto con 12 cavalli e ci divertiamo da matti. Se saremo veloci, ci piaceranno anche le 2026. E magari anche Lance (Stroll, ndr) potrà divertirsi di più. Sarebbe una buona notizia”.
Infine, Alonso ha speso parole di elogio per Felipe Drugovich, terzo pilota di Aston Martin: “Ha un talento incredibile. Lo vediamo ogni giorno, nei test al simulatore e nelle poche libere che ha fatto. Ha sempre risposto alle aspettative, anche con pochi chilometri. Sarebbe bello vederlo in un sedile a tempo pieno”.