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George Russell non si nasconde alla vigilia del Gran Premio d'Ungheria, ultimo appuntamento prima della pausa estiva. Il pilota Mercedes ha confermato il ritorno a una specifica precedente di sospensioni, condivisa con il compagno Antonelli, nella speranza di ritrovare sensazioni migliori dopo una serie di weekend difficili per entrambi.
“Diciamo che era nell’aria da un po’”, ha spiegato Russell. “Fa parte del lavoro di sviluppo. Lo abbiamo visto anche con altri team quest’anno: si portano novità per cercare quell’ultimo decimo, ma finché non lo monti non sai davvero che limiti ci saranno. Non è detto che sia questo il problema, ma potrebbe essere un fattore. Ecco perché questo weekend servirà per valutare. Guardando ai risultati è chiaro che siamo andati indietro, quindi dobbiamo tornare a una base solida”.
Sul fronte del rinnovo con Mercedes, George ha gettato acqua sul fuoco dopo le parole di Nico Rosberg, che aveva accennato a difficoltà nei negoziati con Toto Wolff. “Non direi ci siano stati problemi. Loro hanno le carte in mano per via del nostro accordo di gestione. Non c’è urgenza nel firmare né per me né per Kimi, perché esiste già un’intesa più ampia. Non ho mai temuto di perdere il mio posto, nemmeno per un momento quest’anno, anche se a voi piace farne un caso. Un anno fa forse ero più ansioso, anche sei mesi fa volevo chiarezza per il 2026. Ma adesso sto andando meglio che mai, e so di poter dare ancora tanto”.
“La verità? Voglio arrivare a fine weekend, andare in vacanza, rilassarmi. Non c’è pressione da parte mia o del team: quando sarà il momento, firmeremo. Ma dovrà essere l’accordo giusto per entrambe le parti”. Quanto alla durata del nuovo contratto, Russell lascia la porta aperta: “È una cosa di cui dobbiamo parlare. Che cosa voglio io? E che cosa vuole Mercedes? Voglio vincere. Più dei soldi, più dei giorni di sponsor: voglio vincere. È questo il criterio per scegliere il mio futuro”.
Russell ha infine ammesso che la situazione contrattuale legata all’accordo di gestione con Mercedes non è stata semplice: “Fino all’anno scorso mi hanno sempre supportato e dato grandi opportunità. I nostri obiettivi coincidevano. Ma negli ultimi sei mesi, non avevo molto potere in quell’accordo, e forse gli interessi non erano più allineati. È stato un rischio, ma il mio compito era continuare a performare per ridurlo. Non voglio arrivare al punto di dover prendere in mano da solo la mia carriera, mi fido ancora di Toto e della squadra. Ma certo, per me e Kimi questi mesi non sono stati i più rassicuranti in ottica futura”.
Sul ritorno alla vecchia sospensione, Russell è netto: “La nuova era più lenta, semplicemente. Kimi ha faticato più di me, ma anche i miei risultati sono stati peggiori. Le ultime sei gare sono state le peggiori della nostra stagione. A inizio anno ero più fiducioso, i giri venivano facili. Ora è tutto più complicato. Non ci sono certezze, ma potrebbe essere una parte del problema”.
E sul pacchetto tecnico: “Finché non torniamo a una base e non vediamo miglioramenti, non possiamo dire con certezza che sia la sospensione la causa. Le nostre macchine sono complesse, e col caldo le gomme vanno in crisi. Ma anche a Marle, dove faceva freddo, abbiamo faticato. Abbiamo idee, come tutti quelli che non vincono il mondiale. Non mi aspetto miracoli in Ungheria, ma spero che potremo tornare stabilmente nella top 5, senza l’ansia di uscire in Q1 o Q2”.
Con Antonelli visibilmente in difficoltà e molto provato emotivamente dopo Spa, a Russell è stato chiesto come sta gestendo il nuovo ruolo da guida del team: “Se si guarda oggettivamente, Kimi sta andando meglio rispetto a inizio stagione. In Canada ero in pole e lui a mezzo secondo dietro, in quarta posizione. A Spa era solo tre decimi dietro di me, ma quella differenza ha significato uscire in Q1 invece che andare in Q3. Il team è stato chiaro: non deve preoccuparsi. Sta facendo un buon lavoro, considerando l’esperienza. È la macchina ad averci fatto fare un passo indietro”.
Infine, un pensiero sulle condizioni di visibilità in caso di pioggia: “Con tutta la tecnologia che abbiamo oggi – GPS, display nei cruscotti delle auto di serie – ci dovrebbe essere un sistema che ti mostri dove si trova l’auto davanti anche se non la vedi. È come guidare in autostrada a 130 sotto il diluvio con i tergicristalli spenti. Ma noi andiamo a 300. Non so quale sia la soluzione, magari un head-up display, ma lascio queste cose a chi è più intelligente di me”.