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Se il botto nella Sprint del Gran Premio degli Stati Uniti 2025, diciannovesimo appuntamento stagionale di Formula 1, aveva infiammato un weekend già rovente, le qualifiche hanno fatto divampare un vero e proprio incendio. A domare le fiamme del COTA ci ha pensato lui, il pilota più atteso, spinto dall’imperativo “vittoria” per rilanciarsi in ottica mondiale: Max Verstappen.
Dopo il successo e la pole position nella Sprint, l’olandese si è preso anche la prima casella in griglia per la gara di domenica. Nonostante l’errore della Red Bull, che lo ha mandato in pista troppo tardi per l’ultimo tentativo ricevendo bandiera, Verstappen aveva già fissato ad inizio Q3 il crono decisivo: 1:32.510. Un miglioramento netto per l’assetto della RB21, frutto dei dati raccolti nel corso della giornata, che hanno permesso al quattro volte campione del mondo di godere di una vettura finalmente composta anche al posteriore, il vero anello debole durante la mini-gara.
Partire davanti qui in Texas non è solo una questione di prestazioni, ma è fondamentale per evitare il caos di Curva 1 al via. Lo sa bene Lando Norris, secondo in qualifica, che nella Sprint ha dovuto salutare la corsa già alla partenza per il contatto con Oscar Piastri. Più che i punti persi, a pesare per la McLaren sono stati i dati mancanti, che non hanno permesso di migliorare il comportamento della MCL39. A sorpresa, su una pista che doveva esaltare i suoi punti di forza, la monoposto è apparsa instabile e difficile da gestire. A pagarne il prezzo più alto è stato proprio Piastri, staccato di due decimi da Norris e di mezzo secondo dal poleman Verstappen: l’australiano scatterà sesto.
Grande balzo in avanti, invece, per la Ferrari, che dopo le difficoltà nella Sprint è tornata in top 3 con Charles Leclerc. Il suo 1:32.807, a quasi tre decimi da Verstappen, rappresenta un segnale positivo per la Rossa, finalmente capace di massimizzare il potenziale della SF-25 e di sfruttare i dati raccolti dal monegasco nei 100 km della mini-gara. Un risultato comunque sofferto: nel Q3 Leclerc ha rischiato grosso con un testacoda in uscita dall’ultima curva. Bene anche Lewis Hamilton, quinto alle spalle della Mercedes di George Russell, a conferma della solidità Mercedes il settimo tempo di Andrea Kimi Antonelli.
La miglior risposta alle difficoltà della Sprint — dove una penalità di dieci secondi lo aveva fatto precipitare dal gruppo punti al fondo del gruppo — è arrivata da Oliver Bearman, ottavo con una prestazione di carattere. Dopo il podio, Carlos Sainz porta a casa un buon nono tempo con la Williams, affiancato in quinta fila da Fernando Alonso. Nico Hülkenberg, undicesimo, non è riuscito a replicare la magia di ieri né a riscattarsi dall’incidente di Curva 1 di qualche ora prima. Dodicesimo Liam Lawson, che precede Yuki Tsunoda: tra i due si è accesa la tensione dopo che il giapponese ha accusato il compagno di averlo disturbato nel giro decisivo del Q2.
A seguire, Pierre Gasly, Franco Colapinto, Gabriel Bortoleto, Esteban Ocon, Lance Stroll e Alexander Albon, al quale è stato cancellato un ottimo giro — nono in Q1 — per track limits. Chiude la classifica Isack Hadjar, autore di un errore che lo ha portato a impattare contro le barriere nei primi minuti di una qualifica texana incandescente.