F1. Il coraggio di osare: così Lando Norris ad Abu Dhabi si è preso il mondiale, nel giorno in cui Andrea Stella ha chiuso un cerchio

F1. Il coraggio di osare: così Lando Norris ad Abu Dhabi si è preso il mondiale, nel giorno in cui Andrea Stella ha chiuso un cerchio
Pubblicità
Lando Norris si è laureato campione del mondo di Formula 1 nel giorno in cui ha saputo osare, mettendosi alle spalle i fantasmi che lo hanno condizionato in passato. E con il Gran Premio di Abu Dhabi 2025 Andrea Stella chiude un cerchio cominciato quindici anni fa
7 dicembre 2025

Lando Norris si è laureato campione del mondo di Formula 1 per la prima volta nella sua carriera nel giorno in cui ha trovato il coraggio di osare. Il pilota di casa McLaren si è preso dei rischi per aggrapparsi a quel terzo gradino del podio nel Gran Premio di Abu Dhabi 2025 che gli avrebbe dato la certezza matematica dell’iride. Il doppio sorpasso su Liam Lawson e Lance Stroll, la difesa su Charles Leclerc, ma soprattutto la manovra aggressiva su Yuki Tsunoda, per cui ha rischiato una penalità per il mancato rispetto dei limiti della pista: nel suo atteggiamento a Yas Marina non c’era nulla del pilota che un tempo si ammutoliva, in balia com’era dei suoi pensieri.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Così come ha sempre avuto l’audacia di mostrare le sue fragilità, oggi Lando ha sfoggiato il piglio del campione in una gara dall’intreccio strategico tutt’altro che banale. Il primo colpo in questo senso è stata la scelta della McLaren di differenziare le mescole tra i due piloti al via, calzando le hard sulla MCL39 di Oscar Piastri. Il compound più duro, d’altronde, rappresentava una scelta solida. E Piastri ha subito lanciato un affondo ai danni di Lando Norris. È uno scenario che, come ha rivelato ex post il team principal Andrea Stella, era stato preventivato alla vigilia, e che si è verificato senza intoppi.

D’altronde, Piastri con le gomme hard rappresentava un potenziale scoglio duro per una tattica che alla fine Verstappen non ha impiegato. Max non ha compattato il gruppo alle sue spalle, nel tentativo di mettere con le spalle al muro Norris. E la Red Bull ha deciso di lasciarlo in pista senza effettuare una seconda sosta, cercando di controllare l’unico aspetto concretamente nelle sue mani, la vittoria della corsa. Anche l’uso di Tsunoda come tappo si è sciolto come neve al sole, grazie alla fiera quanto rapida reazione di Norris.

Verstappen cede lo scettro di re della Formula 1 a Norris nel modo più forte, con una vittoria che testimonia il lavoro svolto a Milton Keynes per raddrizzare una stagione iniziata in modo difficile per l’indole capricciosa della RB21 e continuata con la clamorosa separazione da Christian Horner nel bel mezzo di un’estate rovente. Una volta avuta a disposizione una monoposto davvero competitiva, Verstappen ha recuperato terreno in classifica come un forsennato, potendo così approfittare degli intoppi in casa McLaren sul finale di stagione.

I soli due punti di distacco da Norris con cui Verstappen chiude il suo mondiale 2025 non possono che indurre a riflessioni su quello che è stato, sugli inciampi di una stagione dalla trama mai banale. E il pensiero non può che andare a Barcellona e a quel colpo di testa di Max, così lontano dal pilota maturo che è diventato oggi. Senza quel fallo di reazione inconsulto su George Russell commesso in una condizione di inferiorità tecnica, oggi Verstappen si sarebbe laureato campione del mondo per la quinta volta consecutiva. Ma con i se e con i ma, in fondo, non si va da nessuna parte.

Si pensava che potesse essere Russell l’agente del caos a Yas Marina, ma il vero outsider è stato Charles Leclerc, con una Ferrari SF-25 che nel giorno del suo canto del cigno si è mostrata nella sua veste migliore. Il passo di Leclerc con entrambe le mescole montate oggi è stato incalzante, tanto da far pensare che potesse prendere Norris sul finale di gara, riaccendendo una corsa che si stava avviando verso una conclusione quieta. Non è andata così, ma il suo quarto posto è il modo migliore per mettere la parola fine a una stagione travagliata.

Quanto lo sia stata si capisce benissimo dalla parabola vista a Yas Marina, con uno stravolgimento dell’assetto per fare un passo in avanti, e, soprattutto, con una nuova scelta azzardata in termini di configurazione da parte del fiero Leclerc, mai restio a osare per portare la SF-25 là dove naturalmente non riusciva a spingersi. Ma del pensionamento della monoposto 2025 del Cavallino gioirà anche Lewis Hamilton, che conclude a punti una stagione fallimentare da ogni punto di vista. Che un approdo tra i primi dieci sia considerato un mezzo successo la dice lunga sul sette volte campione del mondo, partito dalle retrovie per la quarta volta consecutiva. La breve pausa invernale dovrà necessariamente portare consiglio ad Hamilton, che nel 2026 dovrà dimostrare di avere ancora il guizzo e la convinzione necessari alla causa della Ferrari.

Come è stato per tutta la stagione, però, la Rossa ad Abu Dhabi non è stata che una nota di contorno in una storia che ha visto contrapposte McLaren e Red Bull, sostenitrici di filosofie agli antipodi. Equa e democratica la prima, spietata ed efferata la seconda, anche se addolcita dalla gestione Mekies. Essersi aggiudicati sia il mondiale piloti che quello Costruttori senza mai venire meno alla volontà di dare pari opportunità ai piloti è un motivo di vanto per Andrea Stella, team principal altruista, con un piglio non solo ingegneristico, ma anche filosofico nella gestione della scuderia.

Stella oggi ha chiuso un cerchio cominciato nel modo più doloroso in assoluto, con la perdita del mondiale piloti nel 2010 proprio a Yas Marina quando era ingegnere di pista di Fernando Alonso. Anche 15 anni fa erano tre i piloti in lizza all’ultima gara. Ma oggi a vincere è stata la sua McLaren, nonostante la tenacia di Max Verstappen. Sarebbe stato difficile anche per un abile scrittore trovare una conclusione più soddisfacente a un capitolo così importante della storia professionale dell’uomo sotto la cui guida Lando Norris è sbocciato, diventando il campione del mondo che non pensava di poter essere.

Pubblicità