F1. La Ferrari può davvero vincere il Gran Premio di Monaco 2025? Ecco cosa abbiamo imparato dal venerdì di libere

F1. La Ferrari può davvero vincere il Gran Premio di Monaco 2025? Ecco cosa abbiamo imparato dal venerdì di libere
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Charles Leclerc si è dimostrato velocissimo nel venerdì di prove libere del Gran Premio di Montecarlo 2025 di Formula 1. Ma la Ferrari può davvero sperare nella vittoria nel Principato? Ecco l''analisi di quanto visto in pista a Monaco
23 maggio 2025

Sarebbe facile ridurre la forza di Charles Leclerc nel venerdì di prove libere del Gran Premio di Montecarlo 2025 di Formula 1 alla sua capacità di diventare tutt’uno con le strade che l’hanno visto crescere, già testimoni lo scorso anno di una vittoria che attendeva da quando era un bimbo. Ma la verità è che la stessa Ferrari a poter dire la sua nel Principato. A dimostrare la forza della SF-25 pensa il terzo posto di Lewis Hamilton, staccato di poco più di un decimo dal compagno di squadra. C’è una docilità di fondo nella SF-25 a Montecarlo - soprattutto a livello meccanico - controintuitiva rispetto a quelle che erano le aspettative della vigilia.

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Com’è possibile che la Ferrari SF-25 sia efficace su un tracciato disseminato di curve lente, il suo vero tallone d’Achille? Veniva da chiederselo vedendo Leclerc e Hamilton accendere il monitor dei tempi con una naturalezza inaspettata. La motivazione, a ben vedere, potrebbe risiedere nel fatto che la Rossa nel Principato non deve strattonare la coperta cortissima della SF-25. La presenza delle sole curve lente, e non di un mix con cambi di direzione più veloce, fa sì che la monoposto della scuderia di Maranello possa operare a un’altezza da terra meno elevata. E il modo in cui assorbe i cordoli fa intuire una regolazione sospensiva posteriore meno rigida.

Sono condizioni, queste, che avvicinano la SF-25 alla sua ridotta finestra ideale di utilizzo anche sul giro secco, diversamente da quanto accade normalmente. Leclerc si è lamentato parecchio del comportamento della sua monoposto nella prima sessione di libere, sottolineando il sottosterzo nelle curve a destra e il sovrasterzo in quelle a sinistra. Ma è stato subito velocissimo. La forbice prestazionale ridotta tra Leclerc e Hamilton è un segnale positivo se si pensa quanto Charles nelle FP2 abbia già spinto, portandosi vicino al limite prestazionale della sua vettura. E su un tracciato sul quale avere la giusta confidenza con la propria monoposto può fare una differenza sostanziale, la fiducia dei due piloti della Ferrari infonde speranza.

La McLaren da cacciatrice sembra pronta a fare la preda, anche se Oscar Piastri si è inserito a sandwich tra le due Ferrari. A pesare sull’economia del weekend di gara della scuderia di Woking potrebbe pensare il carattere nervoso della MLC39, velocissima ma a volte di difficile interpretazione sul giro secco. E su un tracciato come quello di Monaco, potrebbe essere un handicap. Lo ha dimostrato, in fondo, lo schianto di Piastri alla Sainte-Devote nelle FP2, per sua fortuna senza grandi danni alla monoposto. Mentre i rivali continuano a discutere delle possibili soluzioni in termini di raffreddamento che rendono la MCL39 gentile con le gomme, i piloti cercano di mettere insieme i pezzi per trovare il giro jolly su una vettura su cui è stata modificata la geometria della sospensione anteriore.

Se Andrea Stella, team principal della McLaren, ha usato una metafora curiosamente ortofrutticola per definire Monaco una “pesca”, diversa dalle piste “mele o pere”, in casa Mercedes oggi spicca soprattutto il percorso di apprendimento di Andrea Kimi Antonelli. Il rookie della Stella a tre punte conosce bene la pista del Principato, dove si è sempre comportato egregiamente nelle categorie minori. Ma portare una F1 al limite qui è tutt’altro compito, e Antonelli ha cercato di avvicinarcisi con una certa cautela, a differenza di Isack Hadjar, finito a muro due volte. La C6, mescola che a Imola lo aveva messo in grande confusione, qui è decisamente meno erratica, a tutto vantaggio di una preparazione meno complessa del giro buono.

Antonelli ha ancora qualcosa nel taschino da esprimere con una W16 che a Monaco probabilmente ha vissuto il suo venerdì più lento finora, almeno stando a sentire George Russell. E del potenziale in più c’è anche per Max Verstappen, come si capisce chiaramente dal distacco ridotto accusato dal suo compagno di squadra, Yuki Tsunoda. Più Max si avvicina al limite, più Yuki affanna, allontanandosi sempre di più da lui. Non bisogna poi dimenticarsi della capacità della Red Bull di trovare la quadra in termini di assetto tra il venerdì e il sabato, smussando gli spigoli di una vettura spesso inaccessibile. Verstappen ha spiegato che tra le FP1 e le FP2 la Red Bull è intervenuta sul bilanciamento, esagerando con le modifiche dall’altra parte dello spettro della gestione delle curve. Queste correzioni sono lo spettro dei problemi di correlazione di cui soffre la Red Bull, costretta a un lavoro frenetico nelle libere, con la prova cruciale della pista a fare da bussola.

A complicare le cose a Montecarlo pensa inevitabilmente pure il traffico, una noia non da poco con vetture che tra le stradine del Principato sembrano elefanti in una cristalleria. Sarà una delle chiavi di volta della qualifica più attesa dell’anno, come sempre cruciale. Ma l’azzardo al Casinò di Monaco potrebbe arrivare anche grazie alle due soste obbligatorie. Diversi team hanno smarcato dei treni di hard oggi, contrariamente a quello che ci si aspettava. Solo il tempo ci dirà se Charles Leclerc saprà distinguersi sulle tortuose forme di un circuito che ha scolpito nella mente e nel cuore. Per ora tiene banco la perentoria dimostrazione di forza con la SF-25. E no, non è un'illusione. 

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