F1. La McLaren è davvero fragile come sembra? Nelle qualifiche di Austin Verstappen fa il cannibale

F1. La McLaren è davvero fragile come sembra? Nelle qualifiche di Austin Verstappen fa il cannibale
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Seconda pole position in due giorni per Max Verstappen, che nelle qualifiche del Gran Premio degli Stati Uniti 2025 di Formula 1 ha surclassato la concorrenza. A partire da una McLaren fortemente penalizzata dal doppio zero nella Sprint
19 ottobre 2025

Max Verstappen il mondiale 2025 lo vuole prendere a morsi, anche se a parole abbozza sulle possibilità di cogliere il titolo. In fondo, a contare, sono i fatti. E nelle qualifiche del Gran Premio degli Stati Uniti di Formula 1 a Max è bastato un solo tentativo lanciato per prendersi la seconda partenza al palo nell’arco di due giorni. Max ha pasticciato nell’out lap per l’ultimo giro nella Q3, attardandosi troppo per non prendere bandiera. Un errore di valutazione, questo, che risulta irrilevante vista la qualità del crono ottenuto con il vento in coda che rendeva instabile il posteriore delle monoposto.

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Ma è proprio quel retrotreno che si scompone leggermente il tasto giusto da toccare per un pilota che si esalta con vetture puntate all’anteriore. Rispetto alla Sprint di oggi, Verstappen è sembrato più soddisfatto della sua RB21, probabilmente meno sensibile alle asperità dell’asfalto che danno carattere al Circuit of the Americas. Accanto a lui in prima fila scatterà Lando Norris, staccato di quasi tre decimi, ma comunque primo inseguitore dell’uomo che sta ritornando prepotentemente protagonista in F1. Non era un risultato così scontato, se si tiene conto dell’andamento per nulla lineare del weekend della McLaren.

Il doppio zero rimediato nella Sprint con il contatto tra Piastri e Norris per cui inizialmente in McLaren hanno cercato di incolpare Nico Hulkenberg ha avuto e avrà degli effetti sull’economia del weekend di gara della scuderia di Woking. Non solo i meccanici sono stati costretti a un superlavoro – su entrambe le macchine è stato sostituito il retrotreno, e su quella di Piastri anche le sospensioni anteriori – ma questi interventi hanno impedito anche un lavoro di fino sul bilanciamento. Un compito, questo, che in ogni caso senza dati raccolti nella gara lampo sarebbe stato complesso.

La MCL39, pur con le sue indubbie qualità, dall’inizio dell’anno mostra una debolezza chiave in qualifica. Quando viene portata vicino al limite, tende a scomporsi moltissimo, con conseguenze che sui tracciati cittadini – vedi Jeddah e Baku – si sono rivelate macroscopiche. All’inizio dell’anno era Norris ad avere la peggio, mentre in questo momento è Piastri il meno efficace. I quasi tre decimi di distacco rimediati dall’australiano sono il segnale di una fragilità trasmessa anche dai ripetuti errori negli ultimi weekend di gara. Il vento di coda, cui la MCL39 è particolarmente sensibile, non ha certamente aiutato.

Se Piastri sembra essere sprofondato in un baratro, la Ferrari si è riavuta. Nella giornata in cui il presidente John Elkann ha ribadito la sua piena fiducia nel team principal Fred Vasseur, Charles Leclerc è arrivato a un passo dalla prima fila. È un risultato attribuibile al buon lavoro svolto nell’affinamento del bilanciamento con la riapertura del parco chiuso tra Sprint e qualifiche. Sia Leclerc che Hamilton si erano detti fiduciosi di aver tratto degli insegnamenti utili dalla prima parte del weekend, e il tempo ha dato loro ragione.

Leclerc, però, dopo le qualifiche ha spiegato qualcosa di molto interessante. Charles ha sottolineato come la SF-25 offra prestazioni molto diverse anche a fronte di cambiamenti minimi, e di non capire il perché. Una risposta a questo apparente giallo la offre Vasseur, che ha parlato di una preparazione minuziosa per il giro buono in qualifica. A fine Q3 la Rossa ha preferito far scendere in pista subito i due piloti, una scelta in fondo obbligata dal fatto che non avessero colto un tempo competitivo in precedenza. Concentrarsi sulla gomma e non sull’evoluzione della pista, però, ha sortito gli effetti sperati.

Tra i soliti sospetti nelle posizioni di rincalzo c’è George Russell, sempre veloce in qualifica e più costante di un Andrea Kimi Antonelli troppo altalenante nei vari settori per mettere insieme il giro buono. È ancora tutta da scrivere la pagina finale di un weekend di gara vivace, vissuto su una pista vera, sanguigna come l’uomo che finora l’ha dominata. Deciso e talmente temprato da mille battaglie da essere diventato impermeabile a ogni tormento, Verstappen è tutto quello che Norris e Piastri dovrebbero essere e non sono.

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