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Tre decimi sembrano un’inezia, ma il distacco rifilato dalla miglior McLaren nelle qualifiche del Gran Premio della Spagna 2025 di Formula 1, quella di Oscar Piastri, ha un peso importante, se si tiene conto che l’intero schieramento nella Q1 era racchiuso in otto decimi. Nel weekend di gara che secondo alcuni avrebbe dovuto cambiare le sorti della stagione 2025, vista l’introduzione delle normative più stringenti sulla flessibilità delle ali, la scuderia di Woking sta esercitando un autorevole dominio, regolando con facilità la concorrenza.
Il segreto della MCL39, d’altronde, non risiede in quelle ali anteriori la cui flessibilità con la nuova direttiva tecnica è stata significativamente ridotta, quanto nella sua poderosa efficienza aerodinamica e nella capacità di mantenere in vita le gomme, con quell’efficace sistema di raffreddamento di cui gli altri team vorrebbero carpire i segreti senza riuscirvi. Sulle lunghe curve della pista di Montmelò, la monoposto di Norris e Piastri riesce a esaltarsi come faceva la monoposto dello scorso anno, dominante a Zandvoort con Norris.
Che la MCL39 potesse costituire una classe a sé stante lo dimostrava la capacità che soprattutto Piastri ha avuto dall’inizio del weekend di mantenere una velocità media di percorrenza elevata nelle curve. Potrebbe essere questa una delle chiavi che ha consentito a Piastri e a Norris di tenersi alle spalle Max Verstappen. Strozzata a Monaco dall’abbondanza di curve lente, la RB21 è tornata a vita con i cambi di direzione veloci di Montmelò. Ma questo è vero solo per Verstappen. Yuki Tsunoda scatterà addirittura ultimo, punito duramente dai valori in campo ravvicinati.
Otto decimi sono bastati per finire all’inferno. Ma a pesare sono anche e soprattutto i sei decimi accusati dal compagno di squadra, inaccettabili per gli standard di casa Red Bull. Ma a Milton Keynes, di fronte all’ennesimo disastro di un secondo pilota, forse bisognerebbe cominciare a fare delle valutazioni su quanto sia controproducente dare a Verstappen una vettura talmente puntata all’anteriore da essere sostanzialmente ingovernabile per chi lo affianca. Anche perché le alternative a livello di piloti nella galassia Red Bull cominciano a scarseggiare.
In casa Ferrari, Charles Leclerc potrebbe avere qualcosa da recriminarsi. È stato lui, infatti, a decidere di scendere in pista per il suo unico tentativo lanciato nella Q3 a metà sessione e non alla fine, come aveva suggerito il muretto. Quest’ultima sarebbe stata la scelta corretta, visto che nelle fasi conclusive della Q3 diversi piloti hanno migliorato i loro tempi, relegando Leclerc in settima posizione. Oltre alla naturale evoluzione della pista, ha pesato anche l’arrivo delle nuvole a oscurare il sole sul Circuit de Barcelona-Catalunya. La temperatura è scesa di pochi gradi, ma sufficienti a portare a un’evoluzione ancora più significativa della pista, a tutto svantaggio del monegasco.
Lewis Hamilton, dal canto suo, è riuscito a fare meglio del compagno di squadra grazie al doppio tentativo a disposizione nella Q3. Ma ha accusato un distacco tutt’altro che trascurabile – mezzo secondo – rispetto al poleman Piastri. La SF-25 ha mostrato la tendenza ormai nota nel mostrare un anteriore affilato nelle curve veloci, con una conseguente instabilità del posteriore che Hamilton non gradisce per nulla. Il fatto che ora le ali anteriori siano più rigide rispetto a prima non fa altro che aumentare questa tendenza, così come, d’altro canto, incrementa il sottosterzo nei cambi di direzione lenti.
Davanti alla Ferrari c’è una Mercedes che ha sacrificato la qualifica per il passo gara. Viste le difficoltà riscontrate dalla W16 a Jeddah e a Imola con temperature dell’asfalto particolarmente elevate, è naturale pensare che possa essere lo stesso in una caldissima Barcellona. Ma rispetto ai due appuntamenti sopraccitati c’è una differenza sostanziale, i compound scelti da Pirelli.
La W16 fatica in particolare con le gomme più morbide, mentre con le mescole più dure è indubbiamente a suo agio anche con il caldo, come è stato in Bahrain. In ogni caso, la Mercedes avrà anche sacrificato la qualifica all’altare della gara, ma Russell nella Q3 ha colto lo stesso tempo al millesimo di Verstappen, che scatterà una posizione più avanti perché l’ha ottenuto prima. Non avrebbero potuto fare nulla contro una McLaren che a Barcellona, sulla pista banco di prova per eccellenza, si è mangiata la concorrenza in un boccone solo.