F1. McLaren impareggiabile, Ferrari a podio con Leclerc, Verstappen furioso: ecco cosa abbiamo imparato dal GP di Spagna 2025

F1. McLaren impareggiabile, Ferrari a podio con Leclerc, Verstappen furioso: ecco cosa abbiamo imparato dal GP di Spagna 2025
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È Oscar Piastri a imporsi in una Barcellona infuocata, regolando il compagno di squadra Lando Norris nel Gran Premio di Spagna 2025 di Formula 1. Una scelta strategica errata da parte della Red Bull, invece, ha acceso la miccia di Max Verstappen. L'analisi della gara di Montmelò
1 giugno 2025

I piloti sono arrivati con il fiato corto alla fine del Gran Premio di Spagna 2025 di Formula 1, provati com’erano dal ritmo sostenuto imposto dal numero elevato di soste. Nella bolgia bollente di Barcellona, si sono ritrovati nella condizione di poter spingere di più all’inizio dello stint, senza preoccuparsi più di tanto di risparmiare le gomme. Quello che non hanno potuto dosare, invece, sono state le forze fisiche e mentali, con il corpo esausto pronto a tradire il cervello. Chi ha mantenuto una certa compostezza sotto pressione è il solito sospetto, Oscar Piastri, il vero lato vincente di una McLaren netta prima forza nella provante pista di Montmelò.

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La concorrenza interna con Lando Norris si risolve ancora una volta a suo favore, complici le solite imprecisioni dell’inglese. Lando si è ancora una volta complicato la vita in partenza, facendosi sfilare da Verstappen, che avrebbe sorpassato solo una decina abbondante di giri più tardi. L’esecuzione perfetta da parte della McLaren della strategia a due soste – diventate tre con l’ultima doppia in regime di Safety Car – gli ha consentito di cogliere il secondo posto. Questo nonostante il brivido del doppiaggio perfezionato su Ollie Bearman e Liam Lawson mentre erano in bagarre tra loro. E con un Verstappen più veloce di quanto si attendessero al muretto della McLaren nelle fasi centrali della corsa.

La Red Bull aveva impostato una strategia a tre soste che però, con la Safety Car causata dal ritiro di Andrea Kimi Antonelli per un problema alla power unit Mercedes della sua W16, ha dovuto essere rimodulata con un quarto pit stop. In questo frangente, la scuderia di Milton Keynes è inciampata, scegliendo di montare le hard e non un treno di soft usate e complicando così notevolmente il compito a Verstappen alla ripartenza. Il risultato è stato un disastro, soprattutto perché, come a volte accade a Max, nei momenti di inferiorità tecnica il campione del mondo in carica si lascia andare a falli di reazione.

È il caso della manovra su George Russell, una speronata frutto della frustrazione di dovergli restituire la posizione. Forse dieci secondi sono pure pochi per un’infrazione del regolamento del tutto gratuita, che un pilota del suo calibro e della sua esperienza non dovrebbe commettere. Nel post gara c’è stato spazio anche per un’investigazione sul contatto tra Leclerc e Verstappen alla ripartenza, per cui i commissari hanno deciso di non comminare penalità al monegasco. 

È una Ferrari a due facce, quella vista nel GP di Spagna. Il lato positivo per la Rossa a Barcellona arriva dal podio di Charles Leclerc, abbastanza efficace nella prima parte della gara da potersi trovare nelle condizioni per approfittare della scelta strategica errata della Red Bull e cogliere così un podio che capitalizza il buon passo gara della Rossa, anche su una pista che con le sue curve veloci finisce per esacerbare le tendenze sovrasterzanti della SF-25, ulteriormente amplificate dalla maggiore rigidezza delle ali anteriori. Dall’altra parte del box, Lewis Hamilton ha vissuto una gara complessa, segnata da un episodio che non può che fare specie.

Il sorpasso di Nico Hulkenberg con la Sauber su Hamilton sul finire della corsa è un’immagine indubbiamente molto forte. Senza nulla togliere alla gara del tedesco, molto veloce con una Sauber potenziata da un aggiornamento consistente che sembra aver portato i suoi frutti, il suo sorpasso su Hamilton rappresenta molto bene le difficoltà del sette volte campione del mondo. Che davanti ai giornalisti presenti in pista a Barcellona ha nuovamente detto di non vedere lati positivi nella sua prestazione. Sul finale della gara, va detto, sia Hamilton che Leclerc hanno accusato problemi, su cui il team principal Fred Vasseur ha preferito mantenere un certo riserbo. Ma è una magra consolazione per un pilota della caratura di Hamilton. 

La Ferrari conclude la tripletta europea del tentacolare calendario 2025 della Formula 1 al secondo posto nel mondiale Costruttori, approfittando di difficoltà di natura diversa da parte degli avversari. La Red Bull, oltre alla mancata competitività a Monaco, paga anche e soprattutto il fatto di attaccare con una punta sola, visto che anche Yuki Tsunoda rientra ormai di diritto nel novero dei compagni di squadra di Verstappen seviziati dall’olandese con le sue prestazioni maiuscole al volante di una vettura di difficile interpretazione.

In Mercedes, invece, la tripletta degli orrori è cominciata con la bruciante sfida persa contro il surriscaldamento delle gomme a Imola, per continuare con una Monaco da incubo, tra strategie controproducenti e un passo mai incisivo. A Barcellona la W16 è apparsa ancora in difficoltà con le alte temperature, anche se in maniera meno acuta rispetto alle gare – Jeddah e Imola – in cui al caldo si accompagnavano le mescole più morbide della gamma pensata da Pirelli per la F1. Le Frecce d’Argento si portano a casa il quarto posto di George Russell, ma incassano anche il ko tecnico di Antonelli, non il primo di recente per una power unit Mercedes tra team ufficiale e clienti.

Ferrari, Mercedes e Red Bull restano compatte in classifica, con distacchi contenuti che potrebbero aprire a dei cambi di posizione a stretto giro. Il problema è che la McLaren vanta più del doppio dei punti rispetto alla Rossa. Dopo nove gare, si tratta di un bilancio molto pesante per le inseguitrici di una scuderia che oltre a giocare sapientemente con le zone grigie del regolamento tecnico, ha prima di tutto portato in pista una vettura la cui efficacia aerodinamica è spaventosa. Soprattutto nelle mani di Oscar Piastri, che nel caldo infernale di Barcellona ha saputo dare fresca linfa alle sue speranze mondiali.

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