F1. McLaren, le difficoltà in Canada sono solo un’eccezione o qualcosa di più? Ecco perché l’Austria darà la risposta a questa domanda

F1. McLaren, le difficoltà in Canada sono solo un’eccezione o qualcosa di più? Ecco perché l’Austria darà la risposta a questa domanda
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Le difficoltà della McLaren in Canada sono un'anomalia o il segnale di problemi più seri? La risposta a questa domanda arriverà nel weekend del Gran Premio d'Austria 2025 di Formula 1
24 giugno 2025

Le difficoltà riscontrate dalla McLaren nel Gran Premio del Canada 2025 di Formula 1 rappresentano un’anomalia nel corso di una stagione destinata a vedere la scuderia di Woking in una posizione dominante, oppure sono un segnale preoccupante? In molti se lo sono chiesto, dopo aver visto Lando Norris e Oscar Piastri nel ruolo di comprimari in quel di Montréal. Le caratteristiche del circuito intitolato a Gilles Villeneuve potrebbero indurre a pensare alla prima opzione.

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Il manto liscio, i lunghi rettifili e le temperature relativamente contenute hanno fatto sì che il degrado termico degli pneumatici in Canada fosse molto ridotto, a tutto vantaggio della Mercedes W16. Una vettura, questa, docile e di facile interpretazione, ma portata come la monoposto che l’ha preceduta a surriscaldare gli pneumatici. Per contro, la McLaren a Montréal ha sofferto il graining all’anteriore, ormai classico tallone d’Achille. E, oltretutto, non ha invece potuto sfruttare la vera arma vincente della MCL39, la capacità di gestire al meglio gli pneumatici posteriori.

In Austria la situazione sarà molto diversa. Le caratteristiche del Red Bull Ring, tracciato breve con un asfalto decisamente più abrasivo, inducono a pensare a una maggiore centralità della gestione delle gomme nell’economia del weekend di gara. Così come lo suggeriscono anche le mescole portate da Pirelli – le morbide C3, C4 e C5 – e le temperature atmosferiche previste, con notevoli sbalzi termici e picchi di calore oltre i 30 gradi, come già capitato lo scorso anno in Stiria, pur trovandosi la pista a 700 m sul livello del mare.

Ma a favorire la McLaren potrebbe pensare anche l’eccellenza nel contenere le temperature degli organi più sensibili della monoposto. Vale non solo per le gomme, ma anche per i freni, che al Red Bull Ring saranno messi a dura prova per tutti per via delle brusche decelerazioni, ma anche e soprattutto della rarefazione dell’aria in quota. Anche se non brutale come quella sperimentata a Città del Messico a oltre 2000 m di altezza sul mare, porta comunque con sé una maggiore difficoltà nel raffreddamento delle componenti. E la naturale efficienza aerodinamica della MCL39 potrebbe portarla a essere più graffiante in un contesto in cui la deportanza generata a pari configurazione è meno elevata rispetto al livello del mare.

Ma da parte di alcuni addetti ai lavori resta il dubbio che la McLaren sia stata davvero penalizzata dalla direttiva tecnica sulla flessibilità delle ali. Si tratterebbe comunque di un deficit di circa un decimo, ma rilevante nella F1 di oggi, visti i distacchi ridotti. Il Red Bull Ring, con la sua varietà di curve in termini di velocità di percorrenza, potrebbe esporre il sovrasterzo ad alte velocità e il sottosterzo a bassa rapidità che rappresentano la naturale conseguenza della maggiore rigidità delle ali anteriori imposta da Barcellona in avanti.

In casa McLaren c’è anche da valutare l’impatto sul morale di Lando Norris del clamoroso errore nel corpo a corpo con Oscar Piastri nelle fasi finali della gara in Canada. Vedendolo sbagliare nuovamente, poco dopo una magistrale difesa da parte del compagno di squadra, viene da chiedersi se Norris sia davvero della partita per il mondiale. E se si può supporre che per la McLaren il GP del Canada possa essere stata la Singapore 2023 della Red Bull, per Norris il conto potrebbe essere molto più salato.

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