F1. Verstappen contro logica, Ferrari vicinissima alla pole, Mercedes comunque in partita: ecco cosa abbiamo imparato dalle qualifiche di Silverstone

F1. Verstappen contro logica, Ferrari vicinissima alla pole, Mercedes comunque in partita: ecco cosa abbiamo imparato dalle qualifiche di Silverstone
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Max Verstappen nelle qualifiche del Gran Premio di Gran Bretagna 2025 di Formula 1 ha beffato la concorrenza - Ferrari compresa - con una scelta apparentemente controintuitiva da parte della Red Bull
5 luglio 2025

Incredibilmente vicino, eppure incommensurabilmente lontano. Lewis Hamilton è arrivato a un passo dalla pole position nelle qualifiche del Gran Premio di Gran Bretagna 2025 di Formula 1. Se non fosse stato per quell’errore in curva 16, con un sottosterzo che gli ha fatto perdere la connessione con la pista che aveva avuto fino a quel momento, avrebbe potuto davvero giocarsi la partenza al palo nella gara di casa. Invece è stato il suo vecchio rivale, Max Verstappen, a prodursi nella zampata finale, beffando a sorpresa anche le McLaren di Oscar Piastri e Lando Norris.

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Forse è bastato il minuto scarso di differenza tra l’inizio dei tentativi lanciati dei piloti della Ferrari e quello di Verstappen per cambiare il vento su un circuito esposto alle raffiche. O forse semplicemente Hamilton e Leclerc sono volati troppo vicino al sole, cercando di spremere al massimo la vettura. C’è qualcosa della SF-25 che, quando viene portata vicino al limite in qualifica, costringe Charles Leclerc a lottare con la monoposto. Non si tratta di un problema di grip, né di bilanciamento, ha spiegato Leclerc, rimanendo volutamente sul vago. È un inconveniente che non sempre si verifica in qualifica, ma non tange i piloti della Rossa in gara. Difficile offrire supposizioni sul tallone d’Achille di cui parla Leclerc, che, comunque, non vuole accampare scuse.

Charles si attribuisce la parte maggiore della colpa del risultato di una qualifica tiratissima, in cui perdere un paio di decimi ha significato essere relegati in terza fila. La Rossa con il caldo di ieri aveva mostrato un passo incoraggiante, ma pure con il freddo in qualifica sembrava poter dire la sua. L’1-2 di Hamilton e Leclerc nella Q2 apriva alla possibilità di un acuto che avrebbe avuto un peso importante per una scuderia che con i recenti aggiornamenti è riuscita a stabilizzare la piattaforma della monoposto ad alta velocità, a tutto vantaggio della fiducia nel mezzo di un Lewis Hamilton che per merito oggi si è messo alle spalle il compagno di squadra.

Hamilton fino a curva 15 ha interpretato al meglio una pista che conosce come le sue tasche, su cui nel 2008 ottenne la sua miglior vittoria in carriera, staccando di oltre un minuto la concorrenza sotto una pioggia torrenziale. Merito anche della direzione positiva in termini di set-up deliberata insieme a Riccardo Adami, con cui la collaborazione sembra diventata più fattiva. Ma è difficile accontentarsi di un quinto posto nella sua prima Silverstone da pilota Ferrari, intrisa di un significato profondo e arrivata in un momento in cui la sua stagione sembra aver finalmente preso una piega positiva.

Se Hamilton ha sfiorato l’impresa, Verstappen l’ha centrata. Su un tracciato dall’asfalto liscio e con molte curve veloci, Max ha massimizzato il risultato sfruttando una vettura con un’ala posteriore scarichissima. Una scelta apparentemente contro logica, quella della Red Bull, visto che con il vento avere più deportanza aiuta a essere stabili. Ma la direzione delle folate ha fatto sì che la sezione senza respiro ad altissima velocità della pista di Silverstone fosse affrontabile con un’ala scarica. È stata un’altra tempesta perfetta dopo la pole position di Lando Norris in Austria, con Max capace di beffare la concorrenza all’ultimo.

La Red Bull ha saputo osare, riuscendo in qualche modo a riuscire a mantenere l’efficienza della vettura. E non è detto che domani la RB21 sia più suscettibile al degrado degli pneumatici, in una gara che è un’incognita unica per via del meteo. Le monoposto dell’era dell’effetto suolo sono talmente sensibili a qualsiasi variazione delle condizioni da far sì che anche della pioviggine possa cambiare le carte in tavola, con valori in campo che a Silverstone sembrano pericolosamente vicini, pronti a cambiare a seconda delle circostanze. Sono tutti della partita, i primi sei piloti classificati nelle qualifiche di oggi.

Non ce la sentiamo di escludere dalla lotta per un piazzamento di peso nemmeno una Mercedes che, per la verità, a Silverstone non ha beneficiato delle condizioni più fredde. Certo, le nuvole che oggi hanno abbracciato il circuito inglese hanno mitigato le difficoltà della W16 viste ieri, come ha sottolineato con irritante ironia molto British George Russell. Ma il delicato compromesso nella gestione delle gomme sul giro secco, per cui strapazzarle troppo nella prima parte del tentativo può compromettere la prestazione a fine tornata, non è un esercizio semplice per una vettura che tende a surriscaldare le coperture.

Russell si è trattenuto nei primi due settori, sfruttando da brava formichina la gomma nell’ultimo, in cui ha colto il miglior intertempo. Gli è bastato questo per mettersi alle spalle le due Ferrari. Che, ironia della sorte, proprio sul finale del giro hanno inciampato, finendo per compromettere quanto di buono visto prima. Funziona così il gioco, in una Formula 1 in cui i primi 15 classificati in qualifica risultano racchiusi in meno di mezzo secondo. E in cui il fattore umano conta. Lo dimostra il decimo posto di Pierre Gasly, con un’Alpine disastrosa, schiaffeggiata dal vento come un pugile suonato.

Lui, però, è riuscito a prenderla per il verso giusto quando il povero Franco Colapinto era già finito da tempo a picco, ultimo come ultima è la scuderia di Enstone nel mondiale Costruttori. Se l’Alpine brancola nel buio, l’Aston Martin sembra aver trovato la direzione giusta con i recenti aggiornamenti deliberati nell’avveniristico quartier generale che sorge a pochi passi dal circuito di Silverstone. Li sfrutta al meglio l’eterno Fernando Alonso, mentre Lance Stroll è perso nel nulla, svuotato di ogni ambizione, se mai ne ha avuta. Non ha la fame di Max Verstappen, micidiale pure con una monoposto pronta a disarcionarlo. E nemmeno quella di Lewis Hamilton, arrivato a un passo da un exploit dalla grandissima carica emotiva sulla pista su cui sognava di vincere da bambino.

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