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    “A 21 anni era tutto esaltante, più che emozionante, perché tutto dentro di me era in fermento. Quando invece sali su una Ferrari, è amore a prima vista. Si crea un legame completamente diverso”: Lewis Hamilton pensava di averle vissute tutte, le sue prime volte in Formula 1. Ma poi è arrivata la Rossa. In un’intervista esclusiva concessa a Ferrari Magazine, il sette volte campione del mondo si è aperto sulla sua prima stagione a Maranello. “All’inizio ero preoccupato per le differenze culturali, ma appena sono arrivato sono stato accolto da una grande apertura mentale. In fin dei conti siamo tutti esseri umani. Una volta che intrecciamo un legame, tutto il resto passa in secondo piano”.
Rispetto alle altre scuderie, che Hamilton definisce “un po’ meno… colorate”, la Ferrari a suo avviso si distingue per il carattere volitivo delle donne e degli uomini che contribuiscono alla causa della Rossa. “Ogni squadra ha le sue qualità, ma gli italiani manifestano le loro emozioni in modo più esplicito, nel bene e nel male, ma soprattutto in senso positivo, direi. Si vede come la passione li animi nelle cose di tutti i giorni: nel modo in cui parlano del cibo, ad esempio. In Inghilterra è inverosimile intavolare discussioni appassionanti sul fish and chips, non so se mi spiego”.
Le nozze tra la Ferrari e Hamilton hanno avuto un impatto fortissimo in una pausa invernale in cui sembrava ancora tutto possibile, tanto da andare oltre l’immaginazione del campione inglese. "È un momento bellissimo e gli aspetti positivi sono stati molti. Tuttavia, è un impegno che comporta molte responsabilità e il peso delle aspettative è grande. Tutti si aspettano di vincere subito, ma ‘Roma non fu costruita in un giorno’. Quanto tempo ci è voluto? Dovremmo controllare”. Per ora, a parte la vittoria nella Sprint in Cina, il primo podio in rosso in un Gran Premio di Hamilton si sta ancora facendo attendere, a soli quattro appuntamenti dalla fine del mondiale.
            
            
        La F1 è solo uno degli ambienti in cui Hamilton si muove con destrezza, tra la moda, il mondo dello spettacolo e l’impegno nel sociale. A chi gli chiede se questa agenda fitta possa distoglierlo dal suo obiettivo primario, il successo nel Circus, Lewis risponde prima di tutto sostenendo che distrazione “non sia la parola giusta”. “Tutti possiamo distrarci, in un modo o nell’altro. Ciò che conta è come decidiamo di impiegare le nostre energie e come riusciamo a stabilire un equilibrio. È infatti necessario mantenere un equilibrio creativo, non si può pensare di lavorare ogni ora della propria vita, perché si finirebbe per essere infelici”.
Chi inizialmente non capiva le “distrazioni” di Hamilton è Niki Lauda, una figura fondamentale nella carriera di Lewis. “Quando sono entrato in F1, Niki faceva parte di un mondo che non riusciva ad accettare il mio essere diverso e i commenti negativi non mancavano. Tuttavia, l’ho sempre ammirato, in quanto tre volte campione del mondo. È una delle vere icone del nostro sport. E poi un giorno mi chiamò al telefono invitandomi ad unirmi alla Mercedes e, quando finalmente ci siamo incontrati di persona, abbiamo avuto una conversazione molto piacevole. Mi disse: ‘Sei proprio come me: un pilota fino al midollo’. È stato solo dopo quell’incontro che le barriere sono cadute e che ha superato il pregiudizio che forse nutriva nei miei confronti. Da allora, abbiamo sempre viaggiato insieme per recarci alle gare e mi portava spesso con sé in aereo”.
“Aveva sempre tante storie fantastiche da raccontare e ridevamo tantissimo insieme. Era un vero guerriero: si è battuto letteralmente fino all’ultimo respiro. È stato incredibile per me vedere quanto duramente abbia lottato. Eravamo soliti scambiarci videomessaggi e, fino alla fine, lui ha continuato a lottare, dicendo ‘Tornerò...’ L’ho amato per questo”. È la stessa disposizione coriacea che mostrano i veri campioni in pista. Capaci di non arrendersi, nonostante le difficoltà. E solo il tempo ci dirà quanto servirà ad Hamilton per godersi un’altra prima volta da sogno, la prima vittoria in un Gran Premio con la Rossa.