Auto a idrogeno contro i cambiamenti climatici. Le Case chiedono infrastrutture all’Europa

Auto a idrogeno contro i cambiamenti climatici. Le Case chiedono infrastrutture all’Europa
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I principali costruttori europei hanno chiesto alla UE di sostenere una nuova infrastruttura di rifornimento che è indispensabile ai veicoli a celle di combustibile che sono puliti ed efficienti. Progetti per 60 miliardi di investimenti
11 ottobre 2019

All’imminente Tokyo Motor Show Toyota esporrà la Mirai Concept, la nuova generazione della nota berlina alimentata a idrogeno ora capace di un’autonomia di 600 km e in grado di fare il pieno in soli cinque minuti.

La tecnologia fuel cell è già ampiamente acquisita e, come è noto, i veicoli a idrogeno non hanno emissioni inquinanti, vantano tempi di rifornimento brevi (paragonabili a quelli dei veicoli a benzina), una autonomia lunga e un peso decisamente inferiore ai veicoli elettrici.

Necessitano però di una rete infrastrutturale dedicata e capillare per poter essere realmente competitivi. E le tecnologie di oggi, va detto, sono ancora lontane dal consentire a produttori di mantenere la promessa del tubo di scappamento dal quale esce soltanto vapore acquo.

Da fare, insomma, c'è ancora tanto, perché le questione aperte sono numerose. E affinché quel proposito non resti una chimera potrebbero volerci anni, diversi decenni.

E per tutte queste ragioni che l'Associazione europea dei produttori di automobili (ACEA), Hydrogen Europe e l'Unione internazionale dei trasporti stradali (IRU) hanno chiesto ai responsabili politici europei di intensificare gli investimenti in infrastrutture di rifornimento di idrogeno.

ACEA rappresenta i 15 principali produttori di automobili, furgoni, camion e autobus presenti in Europa, Hydrogen Europe rappresenta
invece 130 aziende che promuovono l’idrogeno come combustibile a emissione zero.

Purtroppo, però, le infrastrutture di rifornimento di idrogeno nel nostro continente sono molto carenti, condizione che mina la diffusione di questa tecnologia.

Mercoledì scorso si è tenuta a Bruxelles la conferenza Hydrogen for Climate Action, organizzata dal DG GROW della Commissione europea e da Hydrogen Europe. I progetti presentati durante l'evento, che ha visto la presenza di 450 partecipanti, comportano un investimento di oltre 60 miliardi di euro nei prossimi 5-10 anni: una volta completati permetteranno di risparmiare 35 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 all'anno.

L'idrogeno ha un ruolo significativo nella decarbonizzazione dei settori industriale, dei trasporti e dell'energia perché consente produzione, stoccaggio e consumo senza emissioni. Inoltre l'energia a base di idrogeno può essere generata all'interno dei confini dell'UE, integrando le produzione di energia solare ed eolica esistente.

A margine di questa conferenza, ACEA, Hydrogen Europe e IRU hanno firmato una dichiarazione che sollecita la prossima Commissione europea e i neoeletti deputati a fornire il giusto quadro a sostegno delle infrastrutture dell'idrogeno in tutta l'Unione Europea. Un programma che include la revisione della direttiva sulle infrastrutture per i carburanti alternativi, lo sviluppo di nuovi strumenti finanziari per gli investimenti nelle infrastrutture e la possibilità di attingere ai meccanismi di finanziamento dell'UE esistenti.

L'industria europea è all'avanguardia nelle tecnologie dell'idrogeno e delle celle a combustibile e le future politiche a livello nazionale ed europeo dovrebbero contribuire a confermare questa leadership.

"Insieme ad altri veicoli a propulsione alternativa, i veicoli a celle a combustibile hanno un forte potenziale nella transizione verso la mobilità a emissioni zero - sono state le parole di Eric-Mark Huitema, direttore generale ACEA - ma molto dipende da una rete di stazioni di rifornimento di idrogeno da costruire: attualmente ci sono soltanto 125 stazioni in tutta l’Unione, quindi c’è tanto da fare nei prossimi anni".

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