Distanza di sicurezza: questa sconosciuta

Distanza di sicurezza: questa sconosciuta
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Daniele Pizzo
Il Codice della Strada non è molto chiaro sulle distanze di sicurezza da tenere, ecco perché raramente il mancato rispetto viene sanzionato. Eppure gli altri Paesi sono più rigorosi. Potremmo prenderli ad esempio
7 agosto 2018

Sono state sei ore terribili quelle della mattinata di ieri sulle autostrade del nord: due tamponamenti in tempi e luoghi diversi hanno provocato altrettanti terribili incendi con vittime per via del carico infiammabile trasportato a bordo da uno dei mezzi coinvolti. Due episodi, quelli accaduti ieri sulla A4 e sulla A14 a distanza di poche ore, dalle tante analogie. La prima, come si diceva, il carico infiammabile trasportato a bordo. 

La seconda, la dinamica: un tamponamento in entrambe i casi, le cui conseguenze sono state le deflagrazioni fatali a tre uomini. Come ha fatto rilevare il nostro editorialista Enrico De Vita, tra le probabili concause delle due tragedie vi è la distanza di sicurezza insufficiente tra i veicoli

Va rilevato che vi è una certa approssimazione con la quale il nostro Codice della Strada definisce la cosiddetta “distanza di sicurezza”, un concetto basilare per il corretto uso della strada, ma che la norma in sé, troppo vaga e poco chiara, non aiuta a insegnare e a diffondere adeguatamente. 

«1. Durante la marcia i veicoli devono tenere, rispetto al veicolo che precede, una distanza di sicurezza tale che sia garantito in ogni caso l'arresto tempestivo e siano evitate collisioni con i veicoli che precedono.

2. Fuori dei centri abitati, quando sia stabilito un divieto di sorpasso solo per alcune categorie di veicoli, tra tali veicoli deve essere mantenuta una distanza non inferiore a 100 m. Questa disposizione non si osserva nei tratti di strada con due o più corsie per senso di marcia».

Questo è tutto ciò che dice l'articolo 149 del CdS, appositamente scritto e titolato “Distanza di sicurezza tra veicoli”. Troppa incertezza, indubbiamente, perché come si fa a spiegare ad un automobilista in erba cosa è «una distanza di sicurezza tale che sia garantito in ogni caso l'arresto tempestivo e siano evitate collisioni con i veicoli che precedono»?

Quanto sarebbe quella giusta? 10 metri? 20? 50, 100, 250? La norma non lo specifica, bisogna affidarsi ai calcoli degli esperti di guida sicura: a 50 km/h è di 25 metri, ovvero la lunghezza di due autobus; a 90 km/h non deve essere inferiore a 40 metri, cioè oltre due autotreni, mentre a 130 km/h i metri di distanza da tenere sarebbero almeno 130, quindi più o meno un campo da calcio, giusto per avere un'idea.

Sono distanze indicative, anche perché va tenuto conto di moltissime cose, oltre che della velocità: le condizioni del manto stradale, delle gomme, della visibilità, dei freni e non da ultimo dei tempi di reazione del conducente.

Eppure i codici della strada esteri sono molto più chiari: in Inghilterra, ad esempio, sono riportate le corrette distanze da tenere a seconda della velocità e una regola generale che è in vigore anche in Francia, Germania ed in molti altri paesi non solo europei: la distanza corretta da tenere è di almeno 2 secondi, ovvero un tempo di reazione minimo che dovrebbe essere sufficiente ad evitare un impatto. 

Ciò consente anche di applicare in maniera meno soggetta a contestazioni la sanzione per il mancato rispetto della distanza di sicurezza (in Italia da 84 a 335 euro), che di solito viene inflitta “ex post”, cioè dopo che si è verificato un incidente. Definire meglio il concetto di distanza di sicurezza permetterebbe di punire più spesso quegli imbecilli che soprattutto in autostrada, si avvicinano a pochi centimetri dalla coda “sfanalando” per chiedere strada, un vizio da estirpare che eviterebbe migliaia di incidenti costosi non solo per i coinvolti, ma anche per tutta la comunità. 

Secondo i rilevamenti Istat, nell'anno 2017 si sono verificati ben 33.442 tamponamenti, che risulta il tipo di incidente più diffuso dopo lo scontro frontale-laterale (56.763 casi) e più frequente anche dello scontro laterale (20.751), dello scontro frontale (9.926) dell'urto con veicolo fermo (5.489).

Per fortuna oggi la tecnologia ci viene in soccorso e i sistemi “antitamponamento” si fanno sempre più diffusi non solo sulle nuove auto, ma potrebbero approdare anche su quelle più datate perché c'è qualcuno che sta mettendo a punto anche dei sistemi di sicurezza attiva “retrofit” da installare sulle vetture già in circolazione.

Non sarebbe una cattiva idea, come dice De Vita, iniziare a renderli obbligatori per i mezzi pesanti, che poi sono stati il primo campo di applicazione, dal momento che le conseguenze di tamponamenti di tir e simili sono sempre piuttosto gravi soprattutto in caso di trasporto di materiali infiammabili, come nei casi delle ultime ore che probabilmente potrebbero essere evitati. Ma intanto si potrebbe insegnare meglio agli italiani, una volta e per tutte, cosa sia la distanza di sicurezza. Forse è arrivato il momento. 

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