DTM: quando c’era l’Alfa e la 155 dettava legge...

DTM: quando c’era l’Alfa e la 155 dettava legge...
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Daniele Pizzo
Dal 1993 al 1996 Alfa Romeo vince e dà parecchio filo da torcere ai tedeschi nel Deutsche Tourenwagen Meisterschaft con la leggendaria 155 V6 Ti DTM di Larini e Nannini. Vi raccontiamo la sua bella parabola
23 agosto 2018

Per chi ha avuto la fortuna di poterlo ascoltare (altrimenti qui c'è il nostro video), l'urlo che rompe la quiete tra le montagne che hanno ospitato il CIVM dell'Alfa Romeo V6 Ti DTM è qualcosa di indimenticabile. Indimenticabile anche perché la 155 da corsa è stata una delle ultime vetture Alfa Romeo vittoriose nelle competizioni internazionali. Dopo di lei la 156, che nell'ETCC si fregiò dei titoli continentali dal 2000 al 2003, prima che per il Biscione si aaprisse una lunga stagione senza allori.  

Nel 1991 Lancia ha già vinto sei mondiali rally, ma nei concessionari sta per arrivare la Alfa Romeo 155. Gli stessi uomini artefici dei leggendari successi negli sterrati vengono allora dirottati verso le competizioni su pista per dare lustro al marchio del Biscione.

La meccanica della Lancia Delta Integrale viene trapiantata nella scocca della berlina che sostituisce la 75: nasce la 155 GTA, che stravince nel Campionato Italiano Superturismo del 1992 conquistando il titolo con Nicola Larini e occupando i primi 4 posti in classifica con 17 vittorie su 20 disputate.

Corre l'anno 1993 e la FIA vara una svolta epocale: si passa dalle Gruppo A alle D1. Sono vetture che sembrano derivate dalla serie, ma le analogie si limitano appena alla silhouette, realizzata in fibra di carbonio. Il telaio è infatti tubolare, il motore può avere una cilindrata massima di 2,5 litri e 6 cilindri, elettronica e molto altro da interpretare a discrezione dei progettisti. Accanto alle D1 nascono le D2, più vicine alla produzione di serie e presto adottate dai campionati turismo nazionali.

Per l'esigente campionato DTM viene dunque realizzata la Alfa Romeo V6 TI DTM, un bolide da 420 CV a 12.000 giri (che poi saliranno fino a sfiorare i 500) con motore V6 con bancate a 60° e, eredità dei rally, la trazione integrale sviluppata a partire dall'esperienza accumulata con la Lancia Delta. L'Alfa Romeo 155 V6 Ti può scattare da 0 a 100 km/h in 2,5 secondi e sfiorare i 300 chilometri all'ora.

La 155 DTM diverrà via via evolutissima: il richiamo delle valvole affidato ad un circuito ad azoto regolato elettronicamente, cambio programmabile sulle cambiate ottimali circuito per circuito, alternatore montato sull'albero di trasmissione per non essere trascinato dal motore ai bassi regimi, tre differenziali elettronici ed un ABS regolabile. Si dice che la sola elettronica della 155 DTM costasse qualcosa come 900 milioni di lire.

Nel DTM di quell'anno Audi e BMW abbandonano e rimane la sola Mercedes. A Torino si decide che il “Deutsche Tourenwagen Meisterschaft” può essere il migliore palcoscenico per la neonata candidata best seller e in Germania accolgono la Casa del Biscione a braccia aperte.

L'unica opponente Mercedes schiera invece la 190 DTM. Prendono parte al campionato piloti del calibro di Roland Asch, Keke Rosberg, Uwe Alzen, Bernd Schneider e molti altri “volponi” del turismo dell'epoca.

L'Alfa 155 DTM appena uscita dalle officine di Alfa Corse
L'Alfa 155 DTM appena uscita dalle officine di Alfa Corse

Il debutto a Zolder è col botto: i piloti della squadra ufficiale sono il confermatissimo Nicola Larini e Alessandro Nannini, che tre anni prima aveva abbandonato la Formula 1 in seguito ad un incidente in elicottero in seguito al quale aveva perso l'avambraccio destro, poi reimpiantato dopo un delicato intervento chirurgico. Larini proveniva dalla Ferrari, per cui era tester e pilota di riserva, e l'anno prima aveva vinto l'Italiano Superturismo. Le altre due 155 DTM sono affidate al team semi-ufficiale Schuber, che schiera il tedesco Christian Danner e Giorgio Francia.

Il bagnato favorisce la 155 DTM, che conclude la prima uscita con una doppia vittoria di Larini, un uno-due Larini-Danner nella prima manche e una tripletta Larini-Danner-Nannini nella seconda. Più sfortunata la seconda tappa di Hockenheim, dove le 155 accusano problemi di gomme. A salvare l'onore è Larini con un secondo posto in gara 2.

Si arriva dunque al giro di boa con l'appuntamento con il vecchio Nurburgring: Jorg Van Ommen fa la pole, ma Larini compie una doppietta epica: è la prima vittoria Alfa Romeo sul Nordschleife dal 1935 quando a vincere era stato un certo Tazio Nuvolari.

A fine stagione le vittorie Alfa Romeo saranno 12 su 20 manche complessive, 10 di Larini e 2 di Nannini. Arrivano il titolo piloti e il titolo costruttori, uno smacco per l'industria tedesca che pensava di aver accolto un marchio comprimario e invece si trova in casa un avversario coriaceo.

Va un po' meno bene la stagione successiva, quella 1994. Nel DTM ritorna Opel con la Calibra V6 4x4, mentre Mercedes pensiona la 190 per schierare la nuova Classe C. Larini e Nannini chiudono al 3° e 4° posto in campionato, che va a Klaus Ludwig, con 4 vittorie a testa. 11 le vittorie a fine stagione per la 155 DTM, che si conferma l'auto più vittoriosa.

La 155 DTM di recente in azione al Goodwood Festival of Speed
La 155 DTM di recente in azione al Goodwood Festival of Speed

Nel 1995 la 155 DTM riceve un'elettronica sofisticatissima, che risulterà però il suo tallone d'Achille per la scarsa affidabilità, tanto da causare 5 ritiri a testa per i due piloti toscani di punta di Alfa Corse. La 155 collezione 5 vittorie su 23 manche (2 Bartels, 2 Danner, 1 Larini). Il titolo va a Schneider e alla Mercedes.

Il DTM nel frattempo evolve nell'ITC (International Touring Car Championship) lanciato nel 1995 e corso parallelamente al DTM, nel tentativo di diventare una serie a tutti gli effetti internazionale con in calendario eventi extraeuropei. La stagione 1996 è vinta da Manuel Reuter. L'Alfa Romeo 155 V6 Ti DTM coglie il maggior numero di vittorie, ma le 7 vittorie di Nannini (10 vittorie su 26 manche il conto finale per Alfa) non bastano per ripetere i successi degli esordi.

I costi però lievitano moltissimo, a causa di un regolamento tecnico ancora più libero rispetto alla Formula 1, dalla quale o verso la quale finiranno molti piloti che vi prenderanno parte, come Montoya, Zonta, Bartels, Suzuki, Fisichella, Dalmas, Wurz, Stuck e Lehto oltre ai protagonisti del vecchio DTM. La serie avrà dunque vita breve e scomparirà nel 1997. Il DTM risorgerà nel 2000.

25 anni dopo i ricordi di quella berlina rossa che andava a vincere in Germania rimangono ancora nitidi per qualcuno che ha ormai qualche capello bianco. Come l'ex ferrarista Gerhard Berger, che oggi guida il DTM e che ha un sogno, un DTM con Alfa Romeo. Come dargli torto...

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  • Segmento Tre volumi
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