Gli italiani e quel bottone sul volante: siamo tutti Jeremy Clacson

Gli italiani e quel bottone sul volante: siamo tutti Jeremy Clacson
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
L'uso dell'avviso sonoro sarebbe consentito solo in situazioni speciali... ma nella realtà, in pochi rispettano la regola
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
13 dicembre 2022

Da bambini, era il divertimento assoluto, anzi il primo approccio all'auto, quando papà ci concedeva di pigiare con forza il pulsante nero al centro del volante, che emetteva un suono forte, come le trombe del Giudizio Universale.

È così che il piacere di suonare il clacson entra nel DNA di ogni automobilista: a tutti, o quasi, piace usarlo, specie come valvola di sfogo, per esempio quando l'auto è ferma, incolonnata nel traffico.

Ma in verità, l'uso dello strumento sonoro sarebbe consentito solo in circostanze precise, stabilite dall'articolo 156 del Codice della Strada, che per comodità riportiamo integralmente di seguito:
“1. Il dispositivo di segnalazione acustica deve essere usato con la massima moderazione e solamente ai fini della sicurezza stradale. La segnalazione deve essere la più breve possibile.
2. Fuori dei centri abitati l'uso del dispositivo di segnalazione acustica è consentito ogni qualvolta le condizioni ambientali o del traffico lo richiedano al fine di evitare incidenti, in particolare durante le manovre di sorpasso. Durante le ore notturne ovvero di giorno, se ne ricorre la necessità, il segnale acustico può essere sostituito da segnali luminosi a breve intermittenza mediante i proiettori di profondità, nei casi in cui ciò non sia vietato.
3. Nei centri abitati, le segnalazioni acustiche sono vietate, salvo i casi di effettivo e immediato pericolo. Nelle ore notturne, in luogo delle segnalazioni acustiche, è consentito l'uso dei proiettori di profondità a breve intermittenza.
4. In caso di necessità, i conducenti dei veicoli che trasportano feriti o ammalati gravi sono esentati dall'obbligo di osservare divieti e limitazioni sull'uso dei dispositivi di segnalazione acustica.
5. Chiunque viola le disposizioni del presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da € 42 a € 173.“

Semplice e chiaro, verrebbe da dire, soprattuto per quanto riguarda l'impiego in ambito urbano, anche se l'esperienza quotidiana ci insegna che nella realtà avviene tutto il contrario: ci sono città nelle quali il clacson è parte strutturale del concetto di traffico.

Alzi la mano chi non l'ha mai usato, per esempio per esprimere rabbia e dissenso nei confronti di conducenti protagonisti di manovre scorrette quando non pericolose per la propria e l'altrui incolumità.

Altro classico esempio di impiego non a norma, lo strombazzare a semaforo appena diventato verde, se chi ci precede non si esibisce in una partenza a razzo, con gomme fumanti ed intraversata controllata.

A Roma, per esperienza diretta, i tempi di reazione sono inferiori a quelli di Marcel Jacobs durante la finale olimpica dei 100 metri: la sollecitazione sonora parte in contemporanea all'accensione del verde, contribuendo ad innalzare il livello dell'inquinamento acustico della Capitale.

Al contempo, però, c'è da rilevare come da parte delle forze di polizia ci sia molta indulgenza in merito: è ben difficile essere “pizzicati“ e sanzionati per aver trasgredito l'articolo 156, per non parlare di circostanze particolari come le sfilate stradali per festeggiamenti sportivi, quando il concerto di clacson diventa assordante, pur essendo formalmente vietato.

Come dite, quest'anno non c'è rischio? Ah, vero: l'Italia ai Mondiali di Calcio non si è qualificata...

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