I Financial Tweet di Elon: Musk ipotizza la privatizzazione di Tesla

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Al suo solito modo, tramite social, Elon Musk getta un sasso che potrebbe dire “delisting”: Tesla non sarà più quotata in borsa, addio azioni per tutti, ritiro a 420$ e poi appoggio a fondi
8 agosto 2018

E tanto tuonò, che piovve. Riferito simbolicamente alla citatissima azienda di auto premium quotata in borsa al NYSE, ma dai comportamenti poco ortodossi, vuole dire che oggi Elon Musk comincia a dire che la sua Tesla potrebbe anche uscire dai mercati regolamentati, per divenire 100% privata. E intanto, come solito, le quotazioni sul mercato fluttuano per il titolo Tesla, oltre il 10% di crescita ieri.

Già perché zio Elon è navigato di come si parla sul web e come si spostano le tendenze. Le sue azioni ritirate a 420 dollari “sarebbe tanta roba”, quindi perché non averne in casa? E giù a cercarne, facendo salire il prezzo come è sempre stato, per una piccola realtà nei volumi ma che valorizza sul mercato come i colossi internazionali e storici.

Uno dei motivi che evidenzia Musk con logica, per l'operazione, è il non poter più gestire al meglio Tesla con certe pressioni costanti dell’essere quotati al NYSE, ma la scelta è stata fatta coscientemente da chi ha creato e gestito l’azienda nei suoi pochi anni di vita, potremmo aggiungere noi. Vero è che ci sono interessi forti, molto e il gioco dei mercati, talvolta anche al ribasso (ci sono opzioni e derivati che se una società perde valorizzazione fanno guadagnare chi ha scommesso sul trend ribassista, ndr) non aiuta Tesla a essere serena e nemmeno attrattiva per tutti, da qualche tempo ormai.

Un tweet come solito inatteso ma rassicurante di Elon Musk, sul futuro di Tesla
Un tweet come solito inatteso ma rassicurante di Elon Musk, sul futuro di Tesla

Leverage a go-go

Chi studia economia apprende anche oggi, almeno si spera, come in certe condizioni con un “sano” leverage le aziende crescano. Ma lo zio Elon di indebitamento è un principe assoluto, che pare andare oltre i limiti, in mezzo a condizioni che sono stabili come il range delle auto elettriche: sempre variabile con tendenza crescente. Già perché lui possiede a oggi il 20% di Tesla ma per fare il delisting dal NYSE, alla cifra che dice, mancano, in primis delle formalità che forse, con un semplice tweet sommato alla mail per i dipendenti, non sono rispettate (anzi, nel tempo tra quello e la comunicazione aziendale, qualcuno potrebbe averci guadagnato, vedasi eccesso di rialzo e stop alle negoziazioni, ndr) e poi soprattutto le risorse complete, che si aggirano ben oltre i 70 miliardi di dollari. A questo punto, grandi fondi interessati a partecipare? Pare di si, pare, persino qualche sovrano saudita che Musk vanterebbe. In ogni caso, sempre dai suoi tweet, Musk non vorrebbe perdere gli attuali shareholders, ma piuttosto convertirli, dice lui, inserendoli in fondo dedicato. Cose queste che ovviamente il piccolo azionista ben sa ponderare e anticipare, no?

 

OMF

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