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Purtroppo, o per fortuna, i tempi cambiano però quantomeno le categorie rimangono. Mi spiego meglio: due ruote un motore sono una moto; quattro ruote e un motore sono un’automobile, e fin qui applauso, però ci sono anche le vie di mezzo, ovvero i tre ruote veicoli ormai forse desueti ma un tempo anche loro parte della storia della mobilità.
Uno dei più noti è l'Ape della Piaggio, il mitico autocarro o meglio un motocarro a tre ruote che ha rivoluzionato il concetto di trasporto di merci. Le sue motorizzazioni partivano dal 50cc a due tempi capace di 50 km con un litro di benzina, per arrivare al 422cc diesel 4 tempi. Ma non è questo l'oggetto del nostro articolo, anche se il tema non va molto lontano.
Parliamo del Sulky prodotto dalla casa piacentina Casalini, ovvero una piccola vettura, un’automobile nata per motorizzare chi aveva conseguito la patente di guida. Dal 1970 ne furono realizzate quattro serie a 3 ruote, poi in osservanza delle normative europee nel 1994 dovettero aggiungere la quarta ruota. Il nome Sulky deriva dal trasportino per i fantini a due ruote che viene attaccato sul cavallo.
Questa piccola auto a tre ruote montava gli stessi pianali dell’Ape Piaggio da 50cc. Non è però dotato di cassone o furgonato per trasportare la merce ma è dedicato solamente al trasporto delle persone, una sola per l'omologazione italiana, anche se ne può ospitare tranquillamente due. Era disponibile sia in versione con manubrio che con un volante.
Questo mezzo ha il CX di una lavatrice, forme quadrate e dozzinali ma un allestimento, se confrontato coi mezzi dell’epoca, molto ricco: tergicristallo, frecce, luci anabbaglianti e abbaglianti, ventilatore interno, riscaldamento e poi tutte le varie spie di servizio. Cose che oggigiorno diamo per scontate, però all’epoca di certo non lo erano.
Ogni volta che guidiamo un’automobile degli anni 70, sentiamo l’enorme passo tecnologico che è stato fatto dall’industria dell’automotive. E possiamo dire che su un mezzo del genere la differenza è ancora più marcata. Il fatto di avere tre ruote giustifica tutto, instabilità sia durante la marcia che in frenata, un’ergonomia di guida di fatto inesistente visto che non ha il sedile regolabile nella distanza e nemmeno il volante.
La guida di per sé tutto sommato è divertente anche se impegnativa. La sua leggerezza e le dimensioni ridotte la rendono davvero divertente da guidare, anche se l'assetto è ballerino e precario. Oggi trovare un senso a un veicolo del genere è pressoché impossibile, per quanto ci si voglia sforzare: va visto con gli occhi di quell'epoca, ma resta un mezzo che ha anticipato un trend contemporaneo ed è probabilmente il capostipite delle attuali minicar .