Renault R.S. 01

Renault R.S. 01
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Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
Oltre 500 CV, monoscocca in carbonio e un'aerodinamica da formula: siamo andati a Monza per scoprire l'effetto che fa da dentro l'abitacolo...
  • Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
7 luglio 2015

«Costa di meno e va più forte». Sintetizza così Filippo Zanier, Category Manager RS01, raccontandoci della nuova arma di Renault Sport per il suo monomarca europeo: la Renault Sport R.S. 01. Quasi che fosse un venditore qualsiasi in concessionaria che cerca di piazzare una Clio RS rispetto a qualche concorrente tedesca. Solo che in questo caso il termine di paragone sono le GT3 che animano le serie Gran Turismo di mezzo mondo. 

 

E proprio da qui vogliamo iniziare il racconto della giornata trascorsa in pista a Monza con Renault Sport, perché in fondo un'auto da corsa si valuta sempre dai numeri: quelli della scheda tecnica, quelli che dimostra in pista e infine quelli che devono far quadrare a fine stagione piloti e squadre. 

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La coloratissima livrea della Renault R.S. 01 in azione a Monza. Questo esemplare è gestito dal team italiano Oregon

Monoscocca in carbonio e tanta downforce

La premessa d'obbligo è che la Renault Sport R.S. 01 è a tutti gli effetti un prototipo da pista, non una stradale preparata, e correndo in un monomarca non deve sottostare a nessuno di quei vincoli a volte surreali che troviamo nel regolamento tecnico di altri campionati al fine di mettere sullo stesso piano vetture di concezione tecnica differente. Al contrario qui i progettisti hanno avuto carta bianca, con l'unico obiettivo - dichiarato - di realizzare il monomarca a ruote coperte più veloce del mondo

 

E per riuscirci hanno attinto al meglio della tecnologia e della componentistica: il telaio ad esempio è una monoscocca in carbonio progettata e costruita da Dallara, che ha curato anche la veste aerodinamica. E in carbonio sono anche i freni, mentre il propulsore è un V6 biturbo da 3.8 litri derivato da quello che equipaggia la Nissan GT-R: la potenza dichiarata è di oltre 500 CV, con una coppia superiore a 600 Nm e un regime massimo di 6.800 giri. Non un motore che gira altissimo dunque, ma estremamente efficace grazie anche ad un'erogazione formidabile, come avremo modo di scoprire... 

 

Il cambio naturalmente è sequenziale, per la precisione un Sadev a 7 rapporti con comando al volante. Il peso? Inferiore ai 1.100 kg, e questo è uno dei due dati più impressionanti della R.S. 01. L'altro riguarda la deportanza assicurata dall'aerodinamica insolitamente estrema e sofisticata per un monomarca: a 300 km/h la vettura sviluppa un carico aerodinamico di ben 1,7 tonnellate, non molto diverso da quello di una... Formula Renault 3.5! 

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Un plotone di R.S. 01 impegnate nel monomarca Renault Sport Trophy, definito dalla Casa della Losanga il "monomarca a ruote coperte più veloce ed emozionante del mondo"

Ogni gara un evento

E poi naturalmente c'è il contesto nel quale si corre, a partire dalle piste che sono tra le più prestigiose d'Europa: la già citata Spa-Francorchamps, l'Hungaroring, Silverstone, il Nürburgring, Le Mans e Jerez. Circuiti che per l'occasione diventano l'epicentro di veri e propri festival della velocità: sono le World Series by Renault, eventi creati dalla casa francese fin dal 2005 durante i quali corrono anche le Formula Renault 3.5 Series, l'Eurocup Formula Renault 2.0 e la Clio Cup, con un contorno di dimostrazioni in pista (anche con esibizioni della Red Bull di F1), intrattenimenti e animazioni per tutta la famiglia. Un programma che all'estero attira sugli spalti decine di migliaia di spettatori ad ogni appuntamento. 

Finalmente in pista: una monoposto per due

Fino a qui la teoria, ma cosa significa tutto questo in pista? Renault Sport ci ha dato modo di scoprirlo a Monza, facendo da passeggeri per un giro accanto ad un pilota del team Oregon, formazione italiana protagonista di questo avvio di campionato con ben tre vetture al via. 

 

La porta si apre molto scenograficamente verso l'alto, ma lo spazio per infilarsi nell'abitacolo, tra il tetto bassissimo e il profilo della monoscocca che arriva praticamente a metà fiancata, è davvero poco. Dimostrando un'agilità che non credevamo di possedere, in qualche modo ci troviamo infilati in un sedile che definire contenitivo è un eufemismo, mentre un solerte meccanico ci sistema le cinture a sei punte. L'abitacolo è più simile a quello di un prototipo di Le Mans che non a quello di una GT da pista, nel senso che a dominare la visuale è il carbonio a vista della monoscocca, insieme al volante a cloche sormontato da un ampio display digitale. 

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La R.S. 01 salta tra i cordoli di Monza: a bordo sembra di trovarsi più su una formula che su una GT

 

A questo punto ci sentiremmo dei veri piloti, se non fosse che il volante... è alla nostra sinistra, dove siede il pilota che ci porterà in pista per quello che sarà un velocissimo giro di giostra. All'accensione il rumore è assordante, come ci si aspetta da un vero prototipo da pista, e all'uscita dai box capiamo immediatamente che il giro sarà ad alto tasso di adrenalina. Una mano invisibile ci schiaccia contro il sedile e lì per fortuna rimaniamo incollati anche quando pochi attimi dopo il nostro autista pigia sul freno per inserire la vettura nella prima chicane, dalla quale usciamo in un leggero sovrasterzo controllato con pochi gradi di controsterzo, naturalmente senza mai mollare il gas. 

E così ci troviamo sparati nella curva Biassono ad una velocità che credevamo possibile sono in televisione o con la playstation

 

E così ci troviamo sparati nella curva Biassono ad una velocità che credevamo possibile sono in televisione o con la playstation. Arriviamo alla Roggia ben oltre i 250 km/h e anche se ci eravamo psicologicamente preparati, la violenza della frenata ci toglie ugualmente il fiato, mentre la chicane viene archiviata con sinistra-destra repentino, con l'auto che segue piatta e precisa ogni comando. Osserviamo gli input del pilota: sono minimi, proprio come su una formula.

 

Nelle curve di Lesmo lo stomaco certifica chiaramente che la deportanza di cui ci hanno raccontato c'è e fa il suo dovere alla grandissima. Un altro rettilineo, con il motore che sale di giri in modo ossessivo, una marcia dopo l'altra: leggiamo 280 km/h sul display e ci prepariamo per la frenata della variante Ascari, eppure non succede niente per un paio di interminabili secondi, durante i quali la via di fuga si avvicina inesorabilmente. La testa ci dice che è solo una dimostrazione per la stampa e che in realtà vettura e pilota potrebbero andare assai più forte, eppure non può essere, non c'è più spazio, nè tempo... Naturalmente aveva ragione la testa: la staccata è violenta eppure incredibilmente composta e il triplo cambio di direzione tra l'ingresso e l'uscita della Ascari è a dir poco fulmineo. Ormai iniziamo ad assuefarci alle straordinarie prestazioni della R.S. 01 e saremmo pronti per goderci un altro giro di giostra, ma è già tempo di rientrare ai box.

 

Un'esperienza tanto breve quanto intensa, quanto basta per capire che il Renault Sport Trophy con le nuovissime R.S. 01 è davvero il monomarca a ruote coperte più veloce ed emozionante del mondo. 

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