Xiaomi in difficoltà con la sua auto elettrica SU7: le vendite segnano -55% in Cina

Xiaomi in difficoltà con la sua auto elettrica SU7: le vendite segnano -55% in Cina
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Dopo un lancio trionfale, l’auto elettrica SU7 di Xiaomi sta affrontando un crollo degli ordini e una valanga di polemiche: accuse di pubblicità ingannevole, dubbi sulla sicurezza e strategie di marketing sotto accusa mettono a rischio la credibilità del colosso cinese della tecnologia
16 maggio 2025

Dopo un inizio promettente, Xiaomi sta affrontando una brusca frenata nella domanda per la sua berlina elettrica SU7, a causa di una crescente ondata di malcontento tra i consumatori cinesi. Secondo gli analisti, gli ordini della SU7 sono crollati del 55% ad aprile rispetto a marzo, e il trend negativo sembra continuare anche a maggio, con appena 13.500 unità ordinate nelle prime due settimane del mese, contro le 23.000 della seconda settimana di marzo, il record settimanale assoluto.

Lanciata nel marzo 2024, la SU7 aveva inizialmente conquistato il pubblico, arrivando a superare le vendite della Tesla Model 3 sul mercato cinese. Tuttavia, una serie di controversie recenti ha iniziato a minare la fiducia dei consumatori, compromettendo la reputazione del veicolo e, di riflesso, dell’azienda.

 

Le polemiche: sicurezza e pubblicità ingannevole

I problemi per Xiaomi sono iniziati lo scorso mese, dopo un incidente mortale che ha coinvolto una SU7 e che ha scatenato un intenso dibattito sulla sicurezza dei sistemi di guida intelligente. L'inchiesta sull'accaduto è ancora in corso, ma ha già spinto le autorità cinesi a rafforzare la regolamentazione in materia di marketing e promozione delle tecnologie di guida autonoma.

Come se non bastasse, l'azienda è finita al centro di un'altra polemica per la presunta pubblicità ingannevole riguardante il cofano in fibra di carbonio con doppia presa d'aria, offerto come optional al prezzo di 42.000 yuan (circa 5.800 dollari) sulla versione SU7 Ultra. Circa 400 proprietari hanno richiesto un rimborso dopo aver scoperto che le prese d'aria erano solo decorative e non funzionali, smentendo le affermazioni precedenti fatte da Xiaomi e dal suo CEO Lei Jun.

La compagnia ha rilasciato delle scuse pubbliche parlando di "comunicazione poco chiara", ma per molti osservatori il danno alla credibilità del marchio è ormai fatto. Secondo il media statale "The Paper", "questa crisi non solo mette in discussione la credibilità della SU7, ma rivela anche distorsioni nei valori dell'intero settore dei veicoli elettrici di nuova generazione".

Altre lamentele si sono concentrate sull’inaffidabilità delle stime di consegna. Molti clienti hanno riferito di aver ricevuto il veicolo molto prima rispetto ai tempi indicati, facendo sorgere il sospetto che Xiaomi stia volutamente sovrastimando i tempi per creare un falso senso di scarsità e aumentare la domanda.

Un blogger cinese noto come "A Zu", lui stesso proprietario di una SU7, ha persino sviluppato un’app che consente agli acquirenti di condividere le date di ordine e consegna per cercare di mappare in modo più trasparente i tempi effettivi e, quando Reuters ha controllato l'app ufficiale Xiaomi mercoledì scorso, i tempi di attesa stimati variavano da 26 settimane fino a 11 mesi.

Xiaomi non ha risposto alla richiesta di commento da parte dei colleghi di Reuters, ma il fondatore Lei Jun, una celebrità dei social media in Cina con oltre 26 milioni di follower su Weibo, ha dichiarato che l’ultimo mese è stato "il periodo più difficile" da quando ha fondato l’azienda.

Infatti, secondo la società di consulenza cinese LandRoads, il problema risiede nella differenza tra la vendita di elettronica di consumo e quella di automobili: "A differenza dei prodotti digitali, le auto richiedono processi decisionali più lunghi e un investimento maggiore da parte del consumatore, che avrà aspettative più elevate sulla capacità del marchio di mantenere le promesse e sulla sua credibilità a lungo termine."

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