F1. GP Belgio, Norris: "Mi sento più competitivo, ma non sono ancora dove voglio essere". E sulla vettura del 2026: "Non mi convince"

F1. GP Belgio, Norris: "Mi sento più competitivo, ma non sono ancora dove voglio essere". E sulla vettura del 2026: "Non mi convince"
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Lando Norris arriva a Spa con due vittorie alle spalle e tanta voglia di crescere ancora. “Mi sento più competitivo, ma non sono ancora dove voglio”. Dal duello con Piastri alle nuove regole 2026, passando per il successo di Silverstone e il suo modo di vivere il successo: il pilota McLaren si racconta a tutto tondo alla vigilia del GP del Belgio
24 luglio 2025

Alla vigilia del Gran Premio del Belgio 2025, Lando Norris arriva a Spa-Francorchamps con la consapevolezza di avere solamente otto punti a separarlo da Oscar Piastri, ancora saldamente leader. "Abbiamo lavorato molto sul mio stile di guida – racconta – sulla mia capacità di adattarmi a stili diversi”.

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È il mio lavoro, alla fine, guidare qualunque macchina mi venga data nel modo più veloce possibile. Ma ho lavorato anche fuori dalla pista con il mio team, ho un gruppo fantastico attorno a me. Stiamo cercando di capire come affrontare meglio i weekend, ma la cosa principale è migliorare come pilota, soprattutto in situazioni difficili, con cose che non mi piacciono o a cui non sono abituato, come i cambiamenti sulla macchina di quest’anno”.

Nel paddock si torna a parlare del duello con Oscar Piastri in Austria e poi Silverstone, e in particolare di un momento curioso, in cui Norris ha aperto e chiuso il DRS in modo insolito. “Sì, me lo ricordo bene. È stato fatto apposta. Volevo mantenere Oscar all’esterno con la stessa velocità. Se avessi tenuto il DRS aperto, sarei stato davanti e lui avrebbe potuto provare l’incrocio. Così invece ho mantenuto la mia posizione e l’ho tenuto sulla mia ruota sinistra”.

Il confronto interno in McLaren è acceso, ma costruttivo. Norris sente di aver fatto un passo avanti rispetto all’inizio stagione: “Mi sento di essere tornato un po’ a dove ero. In Austria mi sono sentito meglio perfino che a Silverstone: con la macchina, con la consapevolezza di dove posso spingere, come farlo. È sempre stata una pista che mi piace, ma lì si è allineato tutto. Il ritmo in qualifica è stato il migliore che ho avuto finora quest’anno, ed è stato anche il più convincente. I miei giri erano costantemente da prima posizione. Sto ancora lavorando per ottenere di più dalla macchina, come facevo l’anno scorso. Ma come ho detto prima, ci sono cose su cui ho lavorato, e mi sento migliorato”.

Due vittorie nelle ultime gare sono un segnale forte, ma per Norris il significato va oltre il trofeo: “La cosa più positiva di quei due weekend è stato il fatto che il passo c’era già dall’inizio. Mi sentivo più a mio agio con la macchina, e riuscivo a capire come ottenere il massimo. A volte, questo mi fa sorridere più della vittoria stessa, perché è un progresso. E vedere dei progressi è sempre una cosa gratificante. So però che c’è ancora qualcosa da migliorare. Mi sento meglio rispetto a prima, e più fiducioso nel poter ripetere performance simili. Ma mi sento allo stesso livello dell’anno scorso? No. Ho più comprensione di tutto adesso, ma parliamo di miglioramenti minuscoli, piccolissimi. Mi sento più competitivo, sì. Ma sono soddisfatto del punto in cui sono io, la macchina e l’armonia tra me e la vettura? Ancora no. Non è al livello che voglio”.

Il successo, tuttavia, porta con sé anche riflessioni più profonde. Dopo Silverstone, Norris ha vissuto emozioni contrastanti: “Lunedì ero piuttosto giù, per motivi diversi. A essere onesto, mi è piaciuto molto quello che ha detto Scotty (Scheffler). È stato molto onesto su ciò che prova. Non tutti devono dire ciò che gli altri vogliono sentire o pensano sia giusto. Lui è sé stesso, e raggiunge risultati che pochi al mondo possono vantare, come Tiger Woods. È straordinario. E il fatto che uno con quel livello di successo dica cose così personali, lo rispetto tantissimo. Mi rivedo in lui sotto molti aspetti. La lezione principale? Lasciare che le persone siano come vogliono essere, che vivano come vogliono, che dicano quello che pensano. Non devono per forza seguire le aspettative degli altri. Shepard è un esempio incredibile, anche con un’attitudine diversa. È la sua, non è sbagliata, e bisogna rispettarla. Io lo ammiro. Amo il golf, sono un grande fan. Tifo per Rory, per Justin, per tutti i britannici. Ma è stato affascinante vedere qualcuno a quel livello parlare così”.

Sulla sua personale gestione post-Silverstone, Norris è chiaro: “Avevo bisogno di due settimane di pausa, sinceramente. Una per recuperare e passare del tempo con gli amici, e una per preparare questo weekend. Ma, come dice Scotty, è tutto molto breve. Vincere a Silverstone non conta nulla per domani. Nessuno si ricorda chi ha vinto le ultime cinque o dieci gare. Conta solo chi sarà il migliore nei prossimi tre giorni. È stato bello, certo, ma ora sono concentrato sul Belgio”.

Con il 2026 sempre più vicino, e i nuovi regolamenti in fase di definizione, Norris ha già avuto modo di testare qualcosa al simulatore: “Sì, l’ho provato. È diverso. Diverso in modi positivi e negativi. La Formula 1, negli ultimi anni, è stata il top assoluto in termini di velocità. Ma con le nuove regole, i distacchi saranno più ampi. Questo però non significa che le gare saranno peggiori. Ci sono molti aspetti che potranno migliorarle. Solo, non voglio che diventi tutto troppo artificiale. Non mi piace l’idea di qualcosa di finto, di scritto a tavolino. Non è motorsport, non è ciò che mi appassiona. Le auto saranno più lente in curva, meno spettacolari. Sul dritto perderemo velocità, e non sembreranno più così impressionanti. Vorrei più batteria, qualcosa di più normale. È una nuova sfida, sì, e come squadra l’accogliamo. Anche questo rende la F1 eccitante. Ma da pilota, io voglio solo guidare. Non voglio avere a che fare con il DRS, voglio solo salire e scendere di marcia e basta. Voglio spingere la macchina al limite. Alcune cose mi piacciono, altre saranno migliori, e penso che in due o tre anni torneremo a essere tutti vicini. Ogni cambio regolamentare porta grandi distacchi all’inizio. È una sfida, e non vedo l’ora”.

C’è spazio anche per una battuta sul suo infortunio al naso, che lo ha visto protagonista a Silverstone dopo il podio: “Sta guarendo bene. Stavolta ho avuto una riparazione più professionale rispetto alla precedente. Sono entrambi bei ricordi - il riferimento è alla cicatrice che si è procurato lo scorso anno prima di Miami. Quando mi guardo allo specchio e voglio pensare a qualcosa di bello, guardo il mio naso. È un bel pensiero. Peccato solo per quel momento mancato con i tifosi, volevo essere lì sul rettilineo con loro, ma non ci sono riuscito. È stato un piccolo peccato”.

Infine, uno sguardo al weekend di Spa, dove il meteo sarà protagonista: “Sarà un weekend pieno di opportunità per tutti. Anche più che a Silverstone. Ovviamente vorrei avere un vantaggio perché la squadra ci dà una gran macchina, ma non me lo aspetto in un weekend così. Con questo meteo, potrebbe essere asciutto e poi piovere, o viceversa. Magari qualcuno fa mezzo giro in più sull’asciutto, poi torna la pioggia. Credo che sarà così per tutta la stagione: conta di più essere costanti che essere i più veloci in un singolo weekend. Quello è l’obiettivo”.

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