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Chi sono i promossi e i bocciati del Gran Premio del Made in Italy e dell'Emilia-Romagna 2025 di Formula 1? Scopriamolo insieme, sfogliando le pagelle di Imola.
Ci ha messo poche centinaia di metri Verstappen per ribaltare la gara, inventandosi un sorpasso impossibile su Piastri, creando uno spazio che non c’era, un lampo di genio automobilistico per costruire un’impresa, l’ennesima, anche se probabilmente non basterà quando sarà ora di fare i conti a fine anno.
I tecnici, quelli che ne capiscono, parleranno del ritmo di gara della Red Bull sorprendentemente buono. Però se Verstappen fosse rimasto dietro a Piastri questo benedetto ritmo difficilmente si sarebbe visto e difficilmente l’olandese avrebbe avuto lo slancio per superare l’australiano. Verstappen aveva una sola possibilità, forse nemmeno quella a guardare le immagini. Voto 10 e lode, un talento infinito e oltre.
Voto 7,5 a Norris, autore di un bel sorpasso nel finale su Piastri, utile al morale prima ancora che alla classifica, però l’inglese parte 4° e solo gli eventi della gara lo mettono nelle condizioni di attaccare e passare il compagno di squadra. Norris però, a questo punto della stagione, ha bisogno di tornare a vincere e dalla seconda fila è difficile. Insomma, anche quando può sorridere c’è sempre qualcosa che manca.
Mastica giustamente amaro Piastri, penalizzato nella strategia dall’ultima safety car, ma è anche vero che alla prima staccata frena un po’ presto, probabilmente per rallentare l’impeto di Russell dimenticandosi che quando hai alle spalle Verstappen non puoi mai considerarti al sicuro. E va bene gestire le gomme ma con una monoposto così competitiva non riesce - o rinuncia subito - a mettere pressione all’olandese. Voto 7,5, forse per fare il ragioniere è un po’ presto.
4° a sorpresa Hamilton, che dopo una qualifica orrenda (ma stavolta l’esclusione dalla Q3 anche di Leclerc certifica che non è colpa sua) mette giù una gara bella grintosa, con tanti sorpassi su una pista dove sorpassare è sempre un problema. La strategia, o meglio gli eventi della gara, lo premiano, ma lui è bravo a fare la sua parte. Detto questo, intendiamoci: ha fatto il suo, niente miracoli. Voto 7,5, è bello vederlo così combattivo nonostante tutto e tutti.
Voto 8 ad Albon, splendido 5°, e ancora una volta davanti a Sainz a fine gara nonostante gli partisse dietro: il thailandese si conferma pilota di punta in un team a due punte. Bravissimo, ma questa non è una novità.
6° Leclerc che per la generosità con cui ha corso avrebbe meritato il podio e ad un certo punto pareva perfino possibile che ci arrivasse, poi il traffico, la virtual, la safety quella vera, la sfortuna che sempre veglia su di lui l’hanno fatto retrocedere, ma la sua è stata comunque una bellissima prova. Vorremmo vederlo con un’auto realmente vincente, anzi dominante, semplicemente perché se la meriterebbe. Voto 8.
Un altro a cui i rallentamenti forzati hanno mandato a ramengo la gara è Russell, che pure partiva ottimo 3°, anche se ben presto ha alzato bandiera bianca, crollando nel ritmo e formando un bel trenino alle sue spalle. Un po’ sorprendente per una Mercedes che normalmente si dimostra molto consistente anche in gara. Voto 7 per l’impegno, comunque.
8° Sainz, che ad un certo punto pareva destinato ad un risultato più brillante, ma il combinato della strategia e delle interruzioni di gara non sono state esattamente a suo favore. In ogni caso un fine settimana positivo, anche se lo spagnolo probabilmente non si aspettava di faticare così tanto nel confronto con Albon. Voto 7, positivo ma per entusiasmare serve altro.
Voto 8 invece ad Hadjar, bravo a centrare la Q3 e quindi a rimanere per tutta la gara in zona punti: ad un certo punti arriva anche a ridosso del podio, complice una strategia di pit stop ritardato, poi deve cedere terreno ad avversari oggettivamente più veloci, ma il francese è comunque autore di un ottimo fine settimana.
A punti, a sorpresa, anche Tsunoda, che comincia subito malissimo demolendo la sua monoposto all’inizio delle Q1. In casa poi dà l’impressione di faticare, specie considerando che il suo compagno di squadra volava, però è anche vero che Imola resta una pista difficile dove rimontare. Quindi voto 6,5 perché un errore può capitare.
Fuori dai punti, voto 7 ad Alonso per il lampo in qualifica (5°!) anche se sorprende un po’ il crollo dello spagnolo in gara. Va bene l’inconsistenza dell’Aston Martin, ma forse l’Alonso di qualche anno fa nella top ten ci sarebbe finito: a questo punto possiamo dirlo senza apparire irriguardosi?
Voto 6,5 ad Antonelli, che nella “sua” Imola avrebbe voluto e meritato di disputare un altro fine settimana da leone, invece è stato poco più di una comparsa: 13° al via, in gara ha recuperato gradualmente alcune posizioni, complice la strategia, finché l’acceleratore non l’ha piantato. Non il suo fine settimana migliore comunque da quando è in F1, ma è tutta esperienza.
Voto 5 a Colapinto, che festeggia con uno schianto in qualifica il suo rientro in F1. Per l’argentino continua così la serie nera che lo aveva temporaneamente estromesso dalla griglia dopo l’ottimo esordio: speriamo per lui che si fermi qui perché Briatore non è famoso per la sua pazienza.
Voto 5 però anche a Gasly, che finisce ingenuamente fuori pista tutto da solo mentre lotta con Leclerc, perdendo un paio di posizioni e soprattutto il “treno” della zona punti: alla Alpine a Imola a mancare sono stati i piloti.
E voto 5 a Lawson, impantanato nei bassi fondi mentre il compagno di squadra lotta nelle posizioni che contano: il neozelandese aveva mostrato grandi cose lo scorso anno, ma anche tornato in Racing Bulls fatica a riprendere il ritmo. Un’altra carriera bruciata da Marko? Speriamo per lui di no, ma il rischio a questo punto c’è.
Quello di Imola, come si è visto, è stato un fine settimana caratterizzato da un numero insolitamente elevato di incidenti ed errori da parte dei piloti. Si dirà che “Imola è una pista vecchia scuola”, come se i pistoni di Tilke fossero roba da signorine. In realtà la differenza, più che la pista, la fa cosa c’è intorno ad essa: voto 10 e lode quindi alla ghiaia, presente in abbondanza, perfetta nel segnalare i track limit ai piloti e a cancellare ogni tentazione di tagliare le chicane “che poi in caso ne parliamo nel dopogara”. E fateci caso, anche nei duelli i piloti hanno avuto più rispetto tra loro, perché è anche l’assenza di conseguenze per l’avversario spedito fuori pista che psicologicamente autorizza certi comportamenti.
Certo è però che Imola, se dovesse - come pare - continuare a ospitare la F1, avrebbe bisogno di un bel restyling. Un restyling non in stile Silverstone, sia chiaro, ma al contrario che riportasse un po’ del suo spirito originario, creando maggiori possibilità di sorpasso: basterebbe eliminare la seconda variante per tornare a vedere i duelli alla Tosa e magari velocizzare la variante alta rendendo allo stesso tempo più ampia la Rivazza 1 (come al tornante di Austin) per guadagnare due punti di sorpasso che, ne siamo certi, sarebbero piaciuti anche ai grandi campioni che hanno fatto la storia di Imola, quando in quelle curve si poteva ancora sorpassare.