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“Siamo partiti dal presupposto che al centro del nostro progetto ci siano le corse, i piloti, le persone e la tecnologia. A questo, però, abbiamo aggiunto un’altra dimensione: quella dell’intrattenimento. Perché lo sport è, tra le altre cose, una grande forma di intrattenimento”, ci aveva dichiarato Stefano Domenicali appena una settimana fa. Va riconosciuto che la Formula 1 negli ultimi anni ha cambiato molto il suo paradigma, ma spesso va ricordato che, nel mondo delle corse, un fattore deve restare sempre centrale: la sicurezza. E questo, al Gran Premio di Città del Messico 2025, è venuto a mancare.
“La sicurezza resta al centro, così come la sfida sportiva. E su questo nessuno può discutere: le gare sono diventate ancora più spettacolari”, ha specificato il CEO e Presidente della Formula 1 durante la nostra intervista di qualche giorno fa. Nel corso dell’ultima gara disputata in Messico, però, questo principio è stato messo a dura prova, con una tragedia sfiorata. Nel primo giro, infatti, Liam Lawson e Carlos Sainz hanno avuto un contatto. Il pilota neozelandese è rientrato ai box per sostituire l’ala anteriore danneggiata. Al suo ritorno in pista, ha vissuto un’esperienza che nessun pilota, e in generale nessuno, vorrebbe affrontare.
La direzione gara aveva imposto un regime di doppia bandiera gialla per consentire la rimozione dei detriti rimasti sulla pista, ma quando Lawson stava arrivando a curva 1 si è trovato di fronte dei marshals che stavano ancora attraversando la pista. Una situazione estremamente pericolosa, nonostante la velocità ridotta, che ha suscitato forti discussioni nel paddock e che la FIA deve ancora spiegare pienamente. Già durante la gara, Lawson si è sfogato via radio: “Oh mio Dio, stai scherzando? Hai visto? Oh mio Dio, amico, avrei potuto ucciderli, cazzo”, ha riferito al suo ingegnere di pista.
Dopo la gara, conclusa dopo appena tre giri a causa dei danni alla monoposto, il neozelandese si è presentato al ring delle interviste spiegando cosa era accaduto in quei secondi concitati: “Onestamente non potevo credere a quello che stavo vedendo. Sono rientrato ai box, ho montato un nuovo set di gomme dure, poi sono arrivato a curva 1 e c’erano due persone che attraversavano la pista: ne ho quasi colpito una. È stato molto pericoloso e ovviamente c’è stato un malinteso, ma non mi era mai capitato prima”. Lawson ha poi sottolineato di aver chiesto spiegazioni alla FIA: “Non riusciamo a capire come, su una pista in funzione, si possa permettere ai commissari di attraversarla in quel modo. Non ho idea del perché, ma sono sicuro che riceveremo qualche spiegazione. Non può succedere di nuovo”. I commissari si sono scusati con il pilota, ma non hanno fornito motivazioni esaustive.
“A seguito di un incidente a curva 1, la direzione gara è stata informata della presenza di detriti all’apice della curva - ha affermato un portavoce a The Race -. Al terzo giro, i commissari sono stati allertati e messi in allerta per rimuovere i detriti una volta che tutte le auto avessero superato curva 1. Non appena è diventato evidente che Lawson si era fermato ai box, le istruzioni sono state revocate e in quella zona è stata esposta una doppia bandiera gialla. Stiamo ancora indagando su cosa sia successo dopo. Vorremmo sottolineare il nostro rispetto e apprezzamento per l’ASN locale, l’OMDAI [l’ente organizzatore del Messico], così come per l’Autodromo Hermanos Rodriguez e i suoi commissari, che sono volontari e svolgono un ruolo fondamentale per la sicurezza e il successo del nostro sport. La loro professionalità e dedizione sono inestimabili per ogni evento che organizziamo”, ha proseguito il portavoce.
La direzione gara è poi finita nuovamente al centro delle polemiche per la Virtual Safety Car nel finale, che ha neutralizzato di fatto la lotta tra Max Verstappen e Charles Leclerc per il secondo posto. Nel penultimo giro, nel tratto dello stadio, Sainz ha avuto un testacoda. Rendendosi conto di non poter proseguire, ha guidato la sua Williams verso un varco tra le barriere per assicurarsi di essere fuori pista. Nonostante Sainz sembrasse fuori dai giochi, la direzione gara ha attivato un VSC che ha impedito a Verstappen di tentare un ultimo sorpasso su Leclerc. Molti addetti ai lavori e tifosi hanno ritenuto superflua quella neutralizzazione, visto che la monoposto di Sainz era in posizione relativamente sicura. “L’auto [di Sainz] si è fermata in una posizione esposta. Successivamente ha iniziato a prendere fuoco e la direzione gara ha ricevuto notifiche di incendio, rendendo chiaro che sarebbe stato necessario l’intervento dei commissari. Come da procedura standard, quando i commissari vengono inviati a recuperare un’auto, la gara viene neutralizzata; in questo caso è stata attivata una VSC fino a quando la vettura non è stata spostata in un luogo sicuro dietro le barriere. La VSC è terminata non appena la vettura si è trovata in sicurezza e la gara è proseguita a bandiera verde”, ha dichiarato il portavoce della FIA.
Se da una parte Domenicali celebra la Formula 1 come spettacolo e intrattenimento, dall’altra questi episodi mettono in luce una gestione della sicurezza ancora troppo fragile. Consentire ai commissari di attraversare la pista in piena gara o attivare la Virtual Safety Car in modo discutibile rischia di trasformare il “grande show” in un pericolo concreto per piloti e addetti ai lavori. La Formula 1 deve fare di più: non basta parlare di tecnologia, spettacolo e intrattenimento se poi la vita dei protagonisti può essere messa a repentaglio. Il Gran Premio di Città del Messico 2025 è un campanello d’allarme che la FIA e la direzione gara non possono più ignorare: sicurezza e spettacolo devono andare di pari passo, altrimenti l’intrattenimento perde ogni credibilità.