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Il weekend di Baku si è rivelato particolarmente complesso per la McLaren. Al Gran Premio d’Azerbaijan 2025 la scuderia avrebbe potuto conquistare matematicamente il titolo Costruttori con sette gare d’anticipo, ma non tutto è andato come sperato. Lando Norris e Oscar Piastri hanno commesso diversi errori, il più grave dei quali è costato caro all’australiano in gara.
Il fine settimana non era iniziato nel migliore dei modi. Le prestazioni della MCL39 si sono dimostrate altalenanti, confermando quanto già emerso in Canada e a Monza: la monoposto soffre sui tracciati a basso carico aerodinamico. Con una configurazione scarica non riesce a esprimere appieno il suo potenziale, penalizzata anche da un altro fattore: il carico aerodinamico generato naturalmente, che di norma ne esalta le performance, diventa un limite su piste come Baku o Monza, dove la velocità di punta è essenziale. A peggiorare la situazione è arrivata la neutralizzazione di uno dei punti di forza della vettura papaya, ossia la gestione degli pneumatici. In Azerbaijan, come in Italia, il degrado si è rivelato minimo, vanificando questo vantaggio.
Nel tentativo di trovare un compromesso sull’assetto, la McLaren ha inoltre sacrificato la guidabilità della MCL39, già di per sé una monoposto estremamente performante ma difficile da interpretare. Su un tracciato cittadino, con i muretti sempre vicinissimi, la mancanza di fiducia al volante ha messo ulteriormente in difficoltà i piloti. Norris ha chiuso anzitempo la FP2 contro le barriere, poi in qualifica ha commesso delle sbavature nel giro decisivo del Q3, terminando settimo e senza possibilità di rimonta, complice anche il gioco di squadra di Yuki Tsunoda a favore di Max Verstappen.
Piastri, invece, ha vissuto un fine settimana da incubo: prima un problema alla Power Unit, poi tre errori in sequenza. Nel Q3 di sabato ha toccato le barriere, in partenza ha anticipato lo start finendo in antistallo e precipitando in fondo al gruppo (con annessa penalità di cinque secondi che non ha mai scontato), infine è andato a muro in curva 6, concludendo la sua gara dopo meno di un giro.
Così, quello che poteva essere un weekend di gloria per la McLaren si è trasformato in un incubo: il match point per il Costruttori è stato rimandato a Singapore, mentre Verstappen ha accorciato le distanze da Piastri. Norris, dal canto suo, non è riuscito a capitalizzare il ritiro del compagno. Andrea Stella, però, non si è mostrato preoccupato: «Questi errori di Oscar sono decisamente insoliti – ha dichiarato il team principal nel post-gara –. Finora è stato il pilota più solido della stagione. Anche i campioni, a volte, hanno un weekend in cui imparano molto. Credo che Oscar abbia semplicemente condensato in questo fine settimana alcune opportunità di crescita, nonostante la sua volontà. La falsa partenza? Forse un eccesso di entusiasmo. L’incidente? Una valutazione sbagliata dell’aderenza. Ma uno dei suoi punti di forza è la rapidità con cui impara: sono certo che tornerà più forte che mai, ed è per questo che ha avuto successo in tutte le categorie in cui ha corso. Lo vedremo anche in Formula 1».
Non è andata meglio a Norris, rimasto bloccato in settima posizione e ulteriormente penalizzato da un pit-stop lento, il secondo consecutivo dopo quello di Monza. «Speravamo di avere una macchina in grado di sorpassare – ha spiegato Stella – ma la realtà è che non era abbastanza veloce per restare vicina agli avversari in uscita dall’ultima curva e attaccare sul rettilineo. Così Lando ha trascorso tutta la gara nel traffico, anche se la vettura aveva sicuramente più potenziale rispetto a quanto visto in qualifica e in gara».
Il team principal ha comunque difeso la prestazione del britannico: «Lando ha corso al limite della macchina. Nessun altro al suo posto avrebbe potuto ottenere di più. Se c’è una responsabilità, è più della squadra che del pilota: con un pit-stop veloce avremmo potuto metterlo in condizione di attaccare Lawson. Ma siamo felici del suo rendimento». Infine, Stella ha riconosciuto la necessità di migliorare nelle operazioni ai box, ora più che mai con Max Verstappen ancora pienamente in lotta: «I pit-stop stanno diventando sempre più determinanti, perché la competizione è serrata e ogni dettaglio conta. Dobbiamo lavorarci, sia per il finale di stagione sia in vista del 2026».