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A Max Verstappen sembrava di pattinare sul ghiaccio con la sua Red Bull RB21 nella seconda sessione di prove libere del Gran Premio del Messico 2025 di Formula 1, l’unica a sua disposizione per saggiare gli aggiornamenti portati dalla sua scuderia. È risultato subito rapidissimo sul giro secco con le soft con una RB21 rivista non solo per via dei classici accorgimenti del caso per garantire un raffreddamento efficace delle componenti vitali della monoposto a Città del Messico, ma soprattutto per il nuovo fondo.
C’è evidentemente ancora del lavoro da fare sul bilanciamento dopo l’introduzione del nuovo componente testato nelle FP1 da Yuki Tsunoda, mentre la macchina di Verstappen era affidata ad Arvid Lindblad, più veloce del giapponese nella sua comparsata da rookie. Lo si evince dall’abbondante uso del flow-viz sia nella zona del fondo che dell’ala posteriore. Verstappen ha faticato soprattutto con le medie, lamentandosi della mancanza di grip su un circuito sporco sul quale l’aderenza scarseggia inevitabilmente, vista la minore deportanza generata a parità di carico aerodinamico agli oltre 2.200 metri di altezza sul mare di Città del Messico.
La Red Bull può contare sul suo compatto turbo, da sempre un asso nella manica in Messico. Ma dovrà lavorare di fino tra venerdì e sabato per garantire a Verstappen la costanza necessaria a brillare in gara, e non solo sul giro secco. Un ambito, questo, nel quale oggi ha ben figurato anche Charles Leclerc. La Ferrari è sembrata in palla sin dall’inizio dell’attività in pista, ma è presto per sapere se la Rossa possa essere in grado o meno di portare avanti una striscia positiva dopo il podio colto dal monegasco ad Austin.
Se la Ferrari dovesse subire una flessione tra venerdì e sabato, dopotutto, non sarebbe la prima volta. La necessità di valutare con grande attenzione l’altezza da terra ideale per evitare un consumo eccessivo del fondo fa sì che in Ferrari nelle libere del venerdì si opti per una regolazione aggressiva, non necessariamente replicabile nel resto del fine settimana se si vuole evitare una squalifica. È la stessa tipologia di lavoro svolto dagli altri team, con la differenza che la scuderia di Maranello deve essere più conservativa, subendo così delle variazioni prestazionali più marcate. Così come notevole è il divario tra Lando Norris e Oscar Piastri.
Con l’arrestarsi dello sviluppo da parte della McLaren e il prosieguo del lavoro da parte delle rivali Red Bull e Mercedes, sembra che il vantaggio che la MCL39 presentava sui circuiti con scarsa aderenza sia diventato marginale. E che, anzi, l’instabilità della monoposto sia diventata ancora di più una spina nel fianco per i piloti. Che la MCL39 sia una macchina capricciosa se portata al limite non è un mistero, visto che sia Norris che Piastri ne parlano apertamente da tempo. Ma ora è l’australiano, e non l’inglese come accadeva a inizio anno, ad avere la peggio.
Al netto degli errori di cui è stato protagonista in tempi recenti – l’ultimo dei quali il pasticciaccio brutto nella Sprint di Austin – Piastri negli USA ha faticato per lo stesso motivo per cui sta arrancando anche in Messico. Per ammissione del suo team principal, Andrea Stella, Piastri ha “margini di miglioramento” nella gestione della vettura in condizioni in cui il grip è basso. E quanto abbia faticato nel venerdì di Città del Messico si vede dai raffronti a parità di mescola con Norris, decisamente più efficace. Urge una reazione, per evitare di vedere scricchiolare la sua leadership nel mondiale piloti.
Molto delle sorti della lotta per il titolo dipenderà dal ruolo di disturbo di altre scuderie. E a Città del Messico si è fatta vedere la Mercedes, veloce con Andrea Kimi Antonelli più che con George Russell, penalizzato dall’aver saltato le FP1 per lasciare il posto a Frederik Vesti. Il programma di lavoro di Antonelli è stato parzialmente compromesso da un problema alla power unit che ha esposto la fragilità del propulsore Mercedes là dove si rischia il surriscaldamento dei componenti. Bisognerà stare attenti a non rendere bollente il ghiaccio di una pista che mette a dura prova le monoposto.