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Oscar Piastri mantiene la calma, anche di fronte alla pressione di Max Verstappen, animale da giro secco capace di accendere la sua complicatissima RB21, portandola verso quell’elusivo picco di performance irraggiungibile da chiunque altro. Sono loro, separati da una trentina di millesimi, le punte di diamante delle qualifiche del Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna 2025 di Formula 1 a Imola. Piastri non ha perso la sua compostezza nemmeno nelle ultime due curve del suo tentativo lanciato finale, in cui ha dovuto passare quattro monoposto. E domani, ne siamo certi, si produrrà in un duello con Max sul filo del regolamento sportivo, sfruttandone sapientemente le zone grigie.
Cruciale nell’economia delle qualifiche di Imola è stata la gestione della C6, pronta a surriscaldarsi nel corso del giro buono, finendo fuori dalla finestra di utilizzo ideale. Una mescola talmente tenera, questa, da muoversi troppo, causando scossoni al bilanciamento. La C5, la media, è risultata più costante nello spunto e quindi paradossalmente efficace, come ha dimostrato sino dalla Q2 l’Aston Martin. Fernando Alonso e Lance Stroll non solo hanno passato il taglio della Q2, ma si sono pure tolti la soddisfazione di cogliere il quinto e l’ottavo posto, mentre altri annaspavano. Si è trattato di un azzardo che ha pagato, per una scuderia che, viste le difficoltà in cui versa, non aveva assolutamente nulla da perdere.
Il limitato numero di treni di medie disponibili per i team per l’intero weekend di gara rendeva delicato il compromesso tra efficacia in qualifica e in corsa, anche tenendo conto delle difficoltà nel sorpassare sul circuito intitolato a Enzo e Dino Ferrari. Viene difficile pensare che la C6 possa essere impiegata in gara, anche nel contesto di una strategia a due soste. Dopotutto, la mescola più tenera dell’intera gamma di Pirelli ha un degrado tale da non compensare i tempi lunghi per la sosta, e oltretutto le sue prestazioni potenzialmente ondivaghe non consentirebbero di spingere con costanza nei primi, cruciali giri dello stint.
La Mercedes con George Russell ha usato le medie in Q3, consentendo all’abile qualificatore inglese di tenersi alle spalle un Lando Norris che ancora una volta ha steccato. A due mesi abbondanti dalla sua prima e unica vittoria nel 2025, in Australia, Lando sembra aver perso definitivamente il vantaggio in qualifica rispetto a Piastri di cui godeva lo scorso anno. E il distacco di tre decimi su Oscar parla da solo, soprattutto considerando che scatterà dalla quarta casella su una pista sulla quale il vantaggio di posizione rappresenta un fattore chiave.
Le vere note dolenti della qualifica, però, sono altre, Ferrari in testa. La Rossa nella sua gara di casa ha rimediato una doppia eliminazione alla Q2 che pesa come un macigno. Charles Leclerc e Lewis Hamilton, rispettivamente undicesimo e dodicesimo, si sono presentati davanti alla stampa presente in pista con un’aria rassegnata. Il motivo è molto semplice: oggi fare più di così era impossibile. Il perché lo ha spiegato Hamilton: “Credo che la macchina fosse a posto a livello di assetto. I freni funzionavano, era tutto in ordine. Ma non riuscivo a essere più veloce di così. Se si guarda ai tempi di Max in Q2 e Q3, non avremmo potuto essere più veloci”.
Che Leclerc e Hamilton abbiano espresso il pieno potenziale della SF-25 a Imola lo si capisce dal distacco estremamente contenuto tra loro in Q2, soli 55 millesimi. Hanno raggiunto il limite prestazionale di una monoposto che ormai è plafonata. E sentendo Leclerc, per colmare il gap i futuri aggiornamenti dovrebbero garantire un salto prestazionale poderoso. Nella Q2 la Rossa è stata più efficace con le gomme usate rispetto alle nuove, esattamente come è successo a Miami. La C6 ha fatto il resto. Rimane il dubbio che la C5 potesse consentire alla Rossa quantomeno l’accesso alla Q2, ma col senno del poi è facile trovare soluzioni. La Ferrari paga l’audacia delle scelte per il progetto 2025 in un contesto altamente penalizzante, in cui mezzo secondo può fare la differenza tra le primissime posizioni e l’estromissione alla Q2.
Le debolezze della SF-25 sul giro secco sono state esposte in modo crudele in una giornata che non ha sorriso nemmeno all’altra faccia dell’Italia in F1, quella fresca di Andrea Kimi Antonelli. Gli è mancata la giusta sicurezza nel mezzo su una pista sulla quale la fiducia è fondamentale per fare bene. Si è perso nella comprensione della C6, una gomma decisamente difficile da mantenere nella corretta finestra di utilizzo. Ottimizzare le coperture in preparazione per il giro secco è un compito tutt’altro che semplice nella F1 di oggi. Kimi farà sicuramente tesoro della lezione imparata oggi, nella sua curva di apprendimento. Dopotutto, non è un caso che la maggior parte dei rookie o piloti inesperti abbia faticato vistosamente oggi, fatto salvo Isack Hadjar, che in qualifica ha davvero qualcosa di molto speciale, agevolato com’è dalla sua accessibile VCARB-02.
La monoposto della Racing Bulls per la stagione 2025 di Formula 1 non ha nemmeno lontanamente un picco di performance paragonabile a quello della Red Bull RB21, ma è docile, capace di piegarsi con naturalezza al volere dei suoi piloti. La VCARB-02 è tutto quello che non è la RB21 che oggi ha tradito Yuki Tsunoda, protagonista di un botto spaventoso alla Villeneuve, con tanto di ripetuto capottamento. Ancora una volta, il toro ha disarcionato il suo domatore. E viene da chiedersi quanto convenga davvero alla Red Bull giocare sempre con una punta sola, talmente efficace con una monoposto assurdamente puntata all’anteriore da annichilire chiunque sia il suo compagno di squadra. È solo uno dei tanti interrogativi che aleggiano dopo una qualifica caotica, che ha visto anche uno schianto di Franco Colapinto al debutto con l’Alpine. Servono calma e sangue freddo, in F1. Quelli che non mancano a Oscar Piastri, chirurgico nell'esecuzione e glaciale nella disposizione d'animo.