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La storia tra Christian Horner e la Red Bull è ufficialmente finita. Da questa settimana Horner ha ufficialmente chiuso i rapporti con il team di cui è stato alla guida per vent’anni e che ha portato al successo in Formula 1. Secondo quanto riporta The Race – fonte affidabile, e molto vicina a Horner – l’accordo raggiunto tra le due parti per la rescissione del contratto in scadenza nel 2030 vanta due nodi fondamentali.
Il primo è di natura economica. A Horner spetterebbero 100 milioni di dollari, una cifra che sarebbe erogata nell’arco dei prossimi cinque anni. Si tratterebbe di un importo simile a quello che avrebbe ricevuto, tra stipendio e bonus, nei restanti anni dell’accordo che lo legava alla Red Bull in qualità di CEO e team principal. Il secondo, invece, riguarda la possibilità di rivederlo in Formula 1 in un ruolo analogo a quello che ricopriva nella scuderia di Milton Keynes.
L’accordo con la Red Bull prevederebbe la possibilità di rientrare in Formula 1 già il prossimo anno, anche se non all’inizio della stagione. Le tempistiche esatte non sono ben chiare, ma il via libera dovrebbe arrivare dopo le prime tre trasferte intercontinentali della stagione – Australia, Cina e Giappone – e prima dell’inizio della parte europea del calendario. Si tratta di una tempistica che, peraltro, consentirebbe a Horner di oltrepassare lo scoglio del processo che affronterà presso il tribunale del lavoro inglese a gennaio 2026 per il caso che lo ha travolto lo scorso anno, con una dipendente della Red Bull che lo ha accusato di comportamenti inopportuni.
È difficile immaginare che Horner si lasci scappare l’opportunità di tornare in Formula 1 e dimostrare alla Red Bull che cosa ha perso. Non ci stupiremmo, quindi, di vederlo fare ritorno nel Circus non appena ne avrà formalmente la possibilità. Ma quali sono le potenziali destinazioni del manager inglese? La strada più ovvia sembrerebbe non portare troppo lontano da Milton Keynes, a Enstone. Non è un mistero che tra Flavio Briatore, consulente esecutivo dell’Alpine, e Horner corra buon sangue. D’altronde, sono fatti della stessa pasta, coriacea e controversa.
Dopo l’addio di Oliver Oakes, che ha lasciato la posizione di team principal in fretta e furia all’inizio di questa stagione, in circostanze mai del tutto chiarite, l’Alpine non ha ancora formalmente trovato un sostituto. L’ex FIA Steve Nielsen è infatti direttore generale della scuderia, e non team principal. E l’Alpine, dopotutto, potrebbe essere la soluzione che consenta a Horner di avere un margine di manovra simile a quello che aveva in Red Bull. In fondo, basterebbe solo una sistemata all’organigramma.
Altre opzioni, come l’Aston Martin, sembrano meno probabili. Ma verrebbe anche da pensare che Horner possa tranquillamente aspettare alla finestra, in attesa che l’alba del nuovo ciclo tecnico della Formula 1 sveli chi sono le vere delusioni e che, di conseguenza, qualche testa venga tagliata. E allora sì che Horner potrebbe avere un’occasione di tornare nel Circus dalla porta principale, come se non se ne fosse mai andato. Perché in fondo gli squali come lui in Formula 1 sguazzano alla grande.