Chi rifiuterebbe 120.000 dollari l’anno? Negli USA cercano 5.000 meccanici… e Ford è in crisi

Chi rifiuterebbe 120.000 dollari l’anno? Negli USA cercano 5.000 meccanici… e Ford è in crisi
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Negli Stati Uniti, Ford offre 120.000 dollari l’anno per 5.000 posti da meccanico, ma le assunzioni non decollano. Il CEO Jim Farley lancia l’allarme: il paradosso della carenza di manodopera colpisce tutto il settore manifatturiero
19 novembre 2025

Gli Stati Uniti d’America – possiamo dirlo – sono il Paese dei paradossi. Nonostante un tasso di disoccupazione altissimo, che non accenna a calare neppure dopo i recenti interventi del Governo di Donald Trump, oggi molte aziende importanti faticano a trovare personale da assumere. Lo sa bene il CEO di Ford, Jim Farley, che senza troppi giri di parole ha denunciato l’impossibilità di trovare nuove risorse. E no, il problema non sono gli stipendi bassi.

Foto copertina: ANSA

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Immaginate di essere una delle principali Case automobilistiche al mondo, in un mercato che prova a tenere il passo dell’industria cinese sempre più in espansione, e di non riuscire a crescere perché – pur con così tanti disoccupati – non trovate persone da assumere. È, in pochissime parole, la situazione in cui si trova Ford. Le ambizioni dell’azienda di Detroit sono tante, le sfide altrettante, soprattutto considerando la crisi che il settore vive da oltre un decennio. Si prova di tutto per restare a galla in un mercato globale ormai saturo. Ma a bloccare i piani è qualcosa che in pochi avrebbero immaginato, incluso lo stesso Farley.

Non si tratta solo di vendere un prodotto: bisogna fidelizzare il cliente, seguirlo in ogni fase, prima e dopo l’acquisto. Supportarlo anche quando serve un controllo alla vettura. Qui entrano in gioco i meccanici, fondamentali sia nelle linee di produzione sia nelle concessionarie. E proprio qui nascono i problemi: mancano loro. Il carico di lavoro è enorme e non sorprende che sempre meno persone sembrino interessate a lavorare per la Casa dell’Ovale Blu. Ford, però, vuole assumere per risolvere il problema, ma si trova davanti a un paradosso non da poco: c’è un enorme divario tra il numero di posizioni aperte e il numero di persone disposte a ricoprirle. Come se negli Stati Uniti nessuno fosse più interessato ai lavori manuali.

Il discorso potrebbe anche filare se la paga fosse bassa rispetto alla mole di lavoro, spesso faticoso. Ma non è così. Farley ha spiegato che Ford ha 5.000 posizioni aperte per meccanici con uno stipendio straordinario di 120.000 dollari l’anno, quasi il doppio della media nazionale. Eppure non riesce a trovare personale qualificato. Una spiegazione, secondo il CEO, esiste ed è alla radice del problema: mancano istituti capaci di formare gli operai del futuro. E ai microfoni del podcast Office Hours: Business Edition ha aggiunto: “Dio non voglia che finiamo in guerra, perché Google non sarà in grado di costruire gli aerei e i carri armati di cui abbiamo bisogno”.

Le sue parole si intrecciano con una ricerca del New York Post, secondo cui ogni anno mancano circa 37.000 tecnici qualificati, mentre il Bureau of Labor Statistics prevede “una media di 67.800 posti vacanti per tecnici e meccanici dell'assistenza automobilistica ogni anno fino al 2033”. Numeri enormi, che riguardano lavori probabilmente destinati a essere meno colpiti dalla rivoluzione dell’intelligenza artificiale: qui la manualità resta imprescindibile.

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I primi effetti della carenza di tecnici si vedono già: riparazioni più lente, clienti irritati, ritardi continui. E il problema non riguarda solo l’automotive, ma tutto il settore manifatturiero, che soffre una grave carenza di formazione e manodopera. “Siamo nei guai nel nostro Paese. Non ne parliamo abbastanza – ha ribadito Farley – Abbiamo oltre un milione di posti vacanti in lavori critici: servizi di emergenza, autotrasporti, operai, idraulici, elettricisti e artigiani. È una cosa molto seria”.

Il Presidente Donald Trump ha tentato una prima risposta, inserendo nella sua agenda economica il rilancio del manifatturiero come priorità. Ma, stando ai dati più recenti, il settore continua a mostrare carenze significative.

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