Novità auto mancate a listino, Volkswagen: le concept-car tedesche che pochi ricordano

Novità auto mancate a listino, Volkswagen: le concept-car tedesche che pochi ricordano
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Dal passato della Casa tedesca, cinque prototipi mai entrati in produzione ma interessanti: dal veicolo a tre ruote fino alla supercar 12 cilindri, passando per la "nonna" della ID.3
6 agosto 2022

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Quando il colosso dell’auto elettrificato esteso a molti marchi non era quanto conosciamo oggi, si sono susseguite molte auto interessanti proposte a livello di prototipo, ma poi non divenute modello in serie.

Ecco una piccola selezione di cinque concept-car targate VW che hanno sperimentato strade poi rimaste chiuse ma non del tutto, pensando a quanto si vede oggi di pertinenza del gruppo: dal piccolo veicolo con tre ruote, alla mega sportiva aperta motorizzata con un dodici cilindri.

Karmann Cheetah (1971)

A inizio anni Settanta si vede il prototipo Cheetah (ghepardo) targato VW Karmann. Presentata a Ginevra 1971 e basata sul noto Maggiolino 1.6, con 50 CV e trazione posteriore, la Cheetah voleva essere un apribile semplice, per molti.

Tra le curiosità, il fatto che con Karmann ha lavorato Italdesign, Giugiaro. Avrebbe trovato acquirenti questa vettura, se prodotta in serie. A partire da quanti desideravano ma non potevano permettersi una Porsche 914. Le forme squadrate in effetti ricordano più di un modello di quegli anni, però a ben guardare, tra le auto storiche di cui abbiamo appena parlato per una ricorrenza, ci sarebbe quella Fiat X1/9 (Bertone) uscita nel 1972 con target e stile molto simili…

Scooter Concept (1986)

Nel 1986 la Volkswagen arriva a mostrare addirittura un veicolo a tre ruote, lo Scooter Concept. L’obiettivo, poi provato a perseguire anche in tempi recenti, era trovar posto nel segmento di uso urbano rimanendo a metà tra una micro-car e una moto.

Stile morbido e soprattutto porte verticali ad ala, rimovibili, con interni di impronta automobilistica. Il motore era quello della VW Polo del momento, un forse già esagerato 4 cilindri, 1.1, che dava trazione anteriore.

Futura Concept (1989)

Quando si vede oggi il prototipo Volkswagen Futura, datato 1989, non può mancare un minimo parallelo con l’auto della rivoluzione elettrica VW: la ID.3. Questione di forme e di tinte, anche se non tecniche, ma qualcosa si può trovare che accomuna i modelli. Anche la Futura cercava rivoluzione, pur se solo di abitabilità e dotazioni. A spingerla un 1.7 con 81 CV dotato di particolare raffreddamento (per evaporazione) che faceva risparmiare il classico grande radiatore frontale (e quindi la griglia di areazione, proprio come sulle ID elettriche, a “muso chiuso” e di simile Cx (0.25 la Futura, 0.26 la ID.3).

La VW Futura ha solo due portiere, apribili ad ala, ma le quattro ruote sterzanti e dei  sistemi in uso oggi come l’assistenza al parcheggio, il computer di bordo e il freno di stazionamento elettrico. Rimase un esempio di potenzialità per la Casa, visti i tempi non adeguati a un tale modello di serie.

Vario I (1990)

A inizio anni Novanta la VW prepara un prototipo di uso trasversale e divertente, basato sulla meccanica semplice della VW Polo. Un filone caro alla Casa questo, rivisto anche in tempi moderni con la ID buggy BEV e cominciato con le gloriose e meno prestanti applicazioni del Maggiolino (diffuse sul mercato grazie alle realizzazioni artigianali).

Questo prototipo buggy era addirittura privo di tetto e portiere, con spazio alla fantasia anche negli interni, coloratissimi, oltre che per i possibili usi da tempo libero. Tra le curiosità il fatto che quel nome, richiama quello in uso per le Seat wagon del periodo

W12 Roadster (1998)

Per chi ama le supercar il progetto Volkswagen W12 è sempre stato interessante e bello, grazie all’opera Italdesign. Più di un prototipo ha sondato la via di questa poderosa sportiva che in VW non si è mai vista. A fine anni Novanta la crescita del gruppo tedesco è vigorosa a livello societario, con acquisizioni importanti di marchi ben più blasonati di quello tedesco. L’idea di un 12 cilindri detto W, sviluppato unendo due VR6 della Casa, avrebbe proiettato anche la Volkswagen nell’olimpo di chi sa sfornare certi motori non da tutti, per vere supercar, come non da tutti erano quei marchi ormai posseduti.

Ecco la W12 Syncro (integrale) e poi, al Salone di Ginevra del 1998, la bella W12 roadster a trazione posteriore che avrebbe fatto godere molti, con i suoi 420CV e quel taglio forte.

Simili vetture non sono però mai entrate in concorrenza su listino con i marchi acquisiti che hanno assorbito le risorse per tale segmento, sfruttando il blasone storico che VW non avrebbe potuto contrastare, andando a toccare una fascia che alla fine non le compete.

Da Moto.it

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