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Moto.it Quotidiano di informazione motociclistica Reg. Trib. di Milano Num. 680 del 26.11.2003 © 1997-2018 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

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Lo Scorpione, Piccolo ma sempre al top: nuovi modelli (elettrici, forse Crossover) e gare Abarth

di Omar Fumagalli Omar Fumagalli

21 settembre 2020

Lo Scorpione, Piccolo ma sempre al top: nuovi modelli (elettrici, forse Crossover) e gare Abarth

Il potenziale del marchio Abarth è sempre elevato, anche in tempo di pandemia e rivoluzione tecnologica. Grazie a un DNA che attrae e sente meno la congiuntura, ma non è semplice da sfruttare a pieno. Vari ambiti di gara e nuovi modelli elettrificati inclusi. Ne parliamo con Luca Napolitano, capo del brand e vero amante dello Scorpione

Le ultime uscite per l’autunno 2020 sono la 595 Monster Energy Yamaha (stile replica MotoGP) accompagnata dalla bella 595 Scorpioneoro. Due edizioni speciali e limitate di un modello noto e apprezzato, di cui leggete a parte (qui il link). Per il futuro, contando nella nuova gestione globale Stellantis che includerà anche Abarth (insieme a FCA, nel mondo PSA) cosa possiamo attenderci? La paura è un ridimensionamento, della purezza di tradizione sportiva italiana. La speranza, come si sta vedendo in Francia per Alpine, è invece di una rivalutazione con maggiori risorse messe sul piatto, per far vivere nuovi modelli e maggiori attività sotto il segno dello Scorpione. Da italiani confidiamo nella seconda e le parole di Luca Napolitano, Head of EMEA Fiat, Lancia e soprattutto Abarth, ci danno conforto.

Un raduno Abarth
Un raduno Abarth

Sinergie ma con DNA proprio

A oggi la gamma dello Scorpione è piccola e con quota mercato ridotta, se vista in termini assoluti nel mare globale dell’auto, eppure in FCA Abarth è tra le perle preziose, anche in ottica futura. Non ci si ferma a un listino fatto di due prodotti base (595/695 e 124) perché la Casa ha spazio per vivere di luce propria, per competere in pista e nei rally, come tradizione. Ha i club, che vivono ancora di passione e non solo in Italia, visto che l’80% delle nuova Abarth va in esportazione. Ha un interesse costante ed elevato intorno a se: per quello che “sforna” ma soprattutto per quello che produrrà, ed è ottimo segno. Noi lo misuriamo con i click, che per render di ipotetiche Abarth non mancano mai. Napolitano lo sa bene dai contatti reali, contando i moltissimi che riceve da appassionati Abarth come lui stesso è divenuto occupandosene.

Allora mentre il settore in generale per i grandi marchi è in subbuglio, o se va bene in attesa, il futuro della piccola Abarth sembra di quelli tutto sommato ben messi, misurato nella propria solida nicchia, da mantenere rimodellando quanto basta. “Lavoro per Fiat da 20 anni ma mi batto a spada tratta per ogni sinergia possibile, su Abarth”.

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Elettrica come poche?

Ecco, un brand piccolo che per tradizione si erige sulle sinergie con un costruttore maggiore. E’ lì che arrivano le curiosità di tutti per nuovi modelli, legati alla schiera di novità che escono sul mercato nel grande Gruppo. Dando per buone e note le attuali rappresentanti, quanto margine ancora si tiene per la 595 come è adesso (1.4 Turbo) se la nuova 500 “di tutti” è su piattaforma diversa, con altra propulsione?

“Il futuro di Abarth interessa tanto anche a noi. Il DNA è e resterà sempre la base caratterizzante. Una Abarth deve stare comunque sopra il mercato, per caratteristiche di guida, per sportività e per potenze. Anche come attrattività estetica. Le prossime Abarth avranno uno 0-100 Km/h rilevante, elementi propri di settaggio per usarle anche in pista (driving mode e motore spinto, ma anche differenziale, ammortizzatori, freni e dotazioni di elettronica dedicate e corsaiole per davvero)”.

Napolitano è molto contento delle sue ultime due 595 speciali, di cui una piace a Valentino Rossi anche per il bel suono allo scarico. In concreto nel futuro, vedremo Abarth sia turbo benzina sia BEV, silenziose come la schiera di nuove vetture in arrivo per tanti altri marchi? Nessuna conferma o dettaglio, ma una visione. “Il trend dell’elettrico parla anche di performance, come avviene per marchi del genere di Mini (a cui Abarth guarda con rispetto) e prossimamente altri. Il mondo delle piccole da città e quindi anche di certe piccole sportive, va in questa direzione”. Ecco, una direzione, di più non possiamo dire ma solo presumere.

La famosa prima Abarth elettrica, che se arriverà è per piacere, soprattutto meravigliare al volante.Magari avrà non solo meno vibrazioni e assenza di voce “paurosa” pur essendo emozionale, ma anche dei suoni propri, diversi dalle altre elettriche. Quelle nate per spostarsi in città e non per far “godere” alla guida come una Abarth, capace di correre in pista.

Questione di tempo e di contesto, con il secondo che dipende da tanti fattori, ma Napolitano vuole bene a questo marchio e lo si capisce. Perché lui non può in questa fase confezionare una Abarth dei sogni da zero, svincolata dalla produzione del Gruppo, però può sostenere la miglior soluzione possibile, da mettere sul piatto prendendo "ingredienti" da credenza e frigorifero nella grande cucina del Gruppo. “Da capo anche di Fiat ho diritto e dovere di valutare tutti gli sviluppi, anche di una Abarth elettrica, per il futuro. Il contesto positivo potrà essere base di partenza”.

Una 124 Abarth in pista
Una 124 Abarth in pista

Supercar o SUV con lo Scorpione?

Il contesto che muta, costantemente. Intanto già ora, da italiani spiace un pochino vedere certe belle sportive estere, in piccola serie e pure ma senza l’immagine e la tradizione Abarth alle spalle che ci farebbe emozionare. Cosa ne pensa e quanto teme i pochi brand rivali che hanno certe belle coupé o GT? Voi avete più appeal di altri, ma non modelli di segmento superiore, o con tecnica di base 100% propria? “La storia di Abarth è fatta di donor vehicle, ovvero Abarth nate da macchine esistenti in produzione. Si deve avere un veicolo di provenienza, non fatto in proprio. Seguiamo questa tradizione per il mercato, tutto quanto arriverà da qui in avanti potrà dare opportunità di sviluppo prodotto”.

Allora, sogni da fan a parte, Abarth avrà grazie alle evoluzioni del Gruppo (sempre più grande, con più piattaforme e sistemi) mano libera per un veicolo diverso dalla compatta, dalla cabrio? Vedremo presto elaborazioni di motori elettrificati come sono presenti in quasi ogni segmento? “È presto per dire, conta che avremo mano libera su quanto è gamma. Teniamo al DNA con le caratteristiche citate prima, ma non si pongono barriere rigide solo sull’heritage”.

Tradotto in possibilità future, anche se non è mai esistito un SUV o un HEV Abarth e non è ufficialmente previsto oggi, potrebbe anche essere. “Non ci poniamo limiti, Abarth sviluppa prodotti con proprio DNA che abbiano un modello di riferimento nella produzione. È sempre stato così nella sua storia. Ora il mercato da tempo migra verso i Crossover e i costruttori devono necessariamente pensare a nuovi prodotto in stile Crossover. Tutti vanno in quei segmenti”.

Staremo a vedere, se Abarth andrà oltre il classico. Come Porsche, che non solo ha messo in gamma prima un SUV ma poi anche una vettura senza cilindri contrapposti, addirittura elettrica (la Taycan). Intanto è bello che un vecchio logo di gloria e passione, come altri ne avevamo in Italia, abbia alle spalle un gruppo che lo tiene vivo nel 2020 e bene. Con modelli che in strada attirano ancora sguardi e la presenza nel Motorsport. Se un capo appassionato come Napolitano avesse mano libera e risorse infinite, siamo certi che fornirebbe Abarth per tutti i gusti, ma definendo target reali, il prossimo possibile da rendere “pronto gara” è secondo logica nuova Fiat 500 elettrica.

Se però riprendiamo la storia dello Scorpione, come esempi stradali troviamo anche alcune berlinette sportive e GT derivazione non Fiat, ma Alfa Romeo e Simca, due marchi nella galassia Stellantis. Agli amanti dei render, ne suggeriamo uno da "sogno proibito" elettrico, sicuro, green e connesso ma che vuole anche farsi guidare, godereccio: Abarth e-Legend. Riprendendo e lavorando nelle officine piemontesi il più bel concept recentemente esibito di chi acquisì (e pensionò) la Simca.

Le Abarth al Salone dellAutomobile di Ginevra, 1956
Le Abarth al Salone dell'Automobile di Ginevra, 1956

Si vende da sola

Ipotesi succose ma surreali a parte, visti i tempi dove molti costruttori rincorrono i governi per avere incentivi, con "piazzali troppo pieni" di invenduto, ci si domanda come sia vendere una gamma così di nicchia rispetto al trend generalista. Gamma che non ha prezzi dei più bassi. “A oggi Abarth va bene, attira attenzione e permette sempre volumi oltre 20.000 unità l’anno. In questo e per questo l’azienda (il Gruppo, ndr) ci appoggia. Le serie speciali e le top di gamma vanno bene sul mercato, sono loro le più gettonate. Perché apprezzate da collezionisti che la acquistano subito".

Collezionisti a cui lo stesso Napolitano ricorda di uscire più spesso, in strada e pista, o per i raduni. “Siamo un brand in domanda, ovvero commercialmente anche se il momento è difficile, non ci serve molto altro, fare chissà quale promozione. La nostra è una gestione commerciale normale”.

Carlo Abarth con i suoi modelli di metà anni Sessanta
Carlo Abarth con i suoi modelli di metà anni Sessanta

Competizioni

Fuori dalle concessionarie e dalle strade pubbliche, dove competerà Abarth prossimamente? “In pista la F.4 con motore Abarth (1.4 Turbo 165CV) prosegue e ne siamo orgogliosi. Serve per dare spazio ai piloti giovani anche a livello internazionale (qui sono passati alcuni dei nuovi papabili per il podio in F1) e continua l’esperienza ora come nel prossimo anno. Poi ci sono i rally, dove Abarth va avanti seguendo i piloti e i team che usano le nostre vetture (124, Abarth Rally Cup) con tutta l’assistenza possibile. Abarth nelle corse è sia pista sia rally: continua su questa strada”.

Con la rincorsa alla prestazione tipica delle gare, sono previsti nuovi step anche per il prodotto? “A oggi no, riteniamo i valori di potenza a 180CV e dei 6.7 secondi per lo 0-100 Km/h, come corretti per i modelli riferimento sul mercato. Non ci si discosterà, al momento”.

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