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McLaren lascia il Principato di Monaco con maggiori risposte. A vincere il Gran Premio di Monte Carlo 2025, ottavo appuntamento stagionale di Formula 1, è stato infatti Lando Norris. Una gara che ha visto il britannico al massimo della sua lucidità, riuscendo a gestire uno Charles Leclerc che l’ha tallonato per oltre venti giri nella speranza di indurlo all’errore e conquistare il secondo successo consecutivo sul suo tracciato di casa. Questo trionfo per Norris ha un doppio significato perché non ha solamente messo un punto alle difficoltà affrontate dall’Australia, ma anche realizzato il suo sogno da bambino.
Il numero #4 è scattato dalla pole position ed ha mantenuto la leadership della gara fino alla prima delle due soste obbligatorie – lasciando a Max Verstappen il compito di gestire il ritmo – nonostante il bloccaggio in curva 1. La magia Lando Norris è riuscita a farla sul finale perché l’olandese non è rientrato per il secondo pit-stop fino all’ultimo giro. Dovendo estendere il suo stint sperando in una rossa fino alla fine, il pilota Red Bull non ha aperto il gap necessario al britannico per estendere il suo vantaggio su Charles Leclerc che lo ha tallonato per oltre venti giri cercando di indurlo all’errore. Norris non si è lasciato intimidire dal monegasco conquistando una delle vittorie più complicate da ottenere.
“Da qui sappiamo che spesso la pole è metà lavoro fatto. C’erano sicuramente molte cose che gli passavano per la testa, tante comunicazioni con gli ingegneri, la strategia, ecc. È stato calmo e lucido per tutto il tempo”, ha commentato Andrea Stella analizzando la gestione della gara da parte di Lando Norris. “Ha mantenuto alti standard, qualità di esecuzione e lucidità per tutto il weekend. È stato veloce sin dal primo giro delle prove libere 1 e ha costruito la sua prestazione da lì per arrivare alla pole. E oggi ha affrontato varie situazioni che richiedevano sangue freddo. Il momento più stressante è stato quando ha dovuto passare i doppiati per la seconda volta perché sapevamo che poteva diventare un’occasione per la Ferrari per tentare un undercut con Leclerc. Ma devo dire che il team strategico è stato rapido nel riconoscere il rischio e nel chiamare Lando. La squadra del pit-stop ha fatto un ottimo lavoro e abbiamo coperto l’attacco di Leclerc. Credo che Lando meriti davvero di essere elogiato per un weekend gestito ed eseguito molto bene. E penso che questo sia solo l’inizio di molti altri a venire”.
Vincere a Monaco per Lando Norris potrebbe essere un punto di svolta nella sua stagione aumentando la sua fiducia in pista? “Non voglio parlare di punto di svolta, perché il percorso che stiamo facendo con Lando – e anche con Oscar – è un viaggio. Sono in fasi diverse, con caratteristiche e opportunità diverse. Quindi questo è solo uno stadio del viaggio. Sicuramente può aiutare molto a consolidare il lavoro fatto. Dimostra che, quando metti insieme un buon lavoro e ci credi, i risultati arrivano. Ma per me non siamo nemmeno vicini alla destinazione finale. Il talento che abbiamo con Lando e Oscar è ancora all’inizio del viaggio. Non vedo l’ora di vederli crescere. Per noi in McLaren è un obiettivo, ma anche per la Formula 1, vedere questi talenti fiorire è molto eccitante”.
L’unica sbavatura avuta da Norris è stato solamente il bloccaggio in curva 1 che avrebbe potuto danneggiare le gomme. “No, non eravamo molto preoccupati perché non è successo subito appena ha toccato i freni e non proveniva da alta velocità. Quando abbiamo guardato i parametri e i sensori, abbiamo visto che le metriche che caratterizzavano il bloccaggio erano relativamente basse. Quindi non eravamo troppo preoccupati per la durata o le prestazioni delle gomme su uno stint lungo”. A differenza delle passate edizioni, questo Gran Premio di Monaco ha visto l’introduzione della doppia sosta obbligatoria. “La gara è stata interessante per il numero di scenari che dovevano essere considerati – ha proseguito il team principal della McLaren - Abbiamo avuto due gruppi di doppiati, e attraversarli ti fa perdere cinque secondi. È una variabile che prima non c’era necessariamente e che potrebbe costringere o causare al leader la perdita della posizione”.
“Abbiamo visto anche auto che non si sono mai fermate: grande varietà di scenari. Quindi in questo senso penso che sia stato interessante. Dobbiamo anche lodare il fatto che Formula 1 e FIA abbiano fatto un tentativo per migliorare le corse a Monaco. Il limite principale resta l’impossibilità di sorpassare, ed è un limite strutturale. Non credo si possa cambiare solo imponendo un certo numero di pit stop. Quello che mi interessa è vedere cosa succederà l’anno prossimo con le auto più piccole, meno grip e quindi zone di frenata più lunghe. E spero che ciò renderà possibile il sorpasso, almeno quando sei tre secondi più veloce. Oggi, anche con quel vantaggio, non riesci comunque a superare. Il problema è la dimensione dell’auto, la velocità e l’aderenza, che rendono le zone di frenata molto corte. Quindi più che guardare alla strategia, dobbiamo guardare alle monoposto e capire se possiamo creare opportunità di sorpasso. Non credo ci sia molto da fare dal punto di vista del tracciato, ma forse dovremmo considerare anche quello”.
Avere tante strategie in corso in pista ha reso molto dura la gestione da parte dei team che hanno dovuto coprire la posizione dei propri piloti da diversi punti di vista. Non solo dal secondo in classifica, Charles Leclerc, ma anche da Max Verstappen che era scattato quarto. L’olandese, infatti, ha esteso i suoi due stint il più possibile partendo con le hard – mentre Leclerc e Norris erano con le medie – rientrando solamente sul finale per la seconda sosta. Questo ha messo in una posizione scomoda il britannico. “La strategia di Max ha bloccato un po’ la gara. Con Lando, se avessimo fatto il pit per evitare il traffico come ha fatto Leclerc, saremmo finiti dietro Verstappen. E lui avrebbe potuto giocare con noi, forse anche a vantaggio di Leclerc.
L’unica recriminazione della McLaren è stato il tentativo miseramente fallito di ottenere una doppietta con un undercut di Oscar Piastri, scattato terzo, ai danni di Charles Leclerc. “Devo dire che dobbiamo analizzare cosa non ha funzionato. Perché per ottenere una doppietta, ci sarebbero dovuti essere dei momenti in cui Oscar avrebbe avuto abbastanza spazio per chiudere su Leclerc. E una volta che sei attaccato al cambio di Leclerc, allora puoi iniziare a pensare a delle opzioni. Ma siamo sempre stati un po’ troppo lontani da Leclerc per considerare opzioni con Oscar. Quindi, nonostante la gara fosse più complicata del solito per Monte Carlo, in realtà penso che per i primi tre non ci fossero molte possibilità di cambiare l’ordine".
"Con Oscar abbiamo avuto momenti di grande velocità ma quest’anno, a differenza dell’anno scorso, ha fatto più fatica a mantenere il ritmo. A volte ha avuto qualche difficoltà con la macchina, soprattutto con del nervosismo in curva a bassa velocità”, chiaro esempio di questo l’errore in FP1 alla Santa Devota. “Anche in qualifica ci ha messo un po’ a costruire la velocità giusta. È stato un piccolo passo indietro rispetto al suo pieno potenziale. Più che la velocità assoluta, è mancata la costanza. Ci sono alcune cose da rivedere dal lato di Oscar, ma nel complesso è stato un weekend molto positivo. E come diciamo sempre: i campionati si vincono con la costanza. Quando non puoi essere veloce come vorresti, resta lì. A volte non puoi vincere, ma resta lì. E questo è quello che Oscar è riuscito a fare".
A sorprendere questo weekend è stata la velocità avuta dalla Ferrari che, senza il compromesso della rigidezza delle sospensioni posteriori per affrontare i tratti veloci, è riuscita ad essere performante anche nelle curve lente, punto debole della SF-25. “Questa gara era a metà tra noi e loro. Sono molto curioso di vedere dove sarà Ferrari in un circuito come Barcellona. Penso che ci siano circuiti davanti a noi come Silverstone, più nella categoria di Arabia Saudita, Imola per esempio. E mi aspetto che la Red Bull sia molto forte lì. Su tracciati a bassa velocità come il Canada, spero che la McLaren sia competitiva. Barcellona è un po’ nel mezzo. Considerando quanto è stata veloce la Ferrari nelle curve 3, 4 e 12, penso che possano essere forti anche lì”, ha chiosato Andrea Stella. Ci sarà però un altro discriminante la prossima settimana in quanto verrà introdotta la nuova direttiva tecnica che modificherà la rigidezza delle ali anteriori. In casa McLaren, Mercedes e Red Bull non si aspettano grandi cambiamenti, mentre Ferrari con Vasseur parla di un game chancer.