F1. Leonardo Fornaroli vola in McLaren con Andrea Stella: "Un sogno che si avvera. Antonelli? Siamo cresciuti insieme"

F1. Leonardo Fornaroli vola in McLaren con Andrea Stella: "Un sogno che si avvera. Antonelli? Siamo cresciuti insieme"
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Dopo il titolo di Formula 2, Leonardo Fornaroli entra nel programma giovani della McLaren. Il pilota piacentino racconta l’emozione del suo sogno F1, il legame speciale con Kimi Antonelli e un ricordo unico sul film Veloce come il vento
2 dicembre 2025

Una settimana certamente da ricordare per Leonardo Fornaroli. Con il secondo posto conquistato in Qatar ha raggiunto la certezza matematica del titolo di Formula 2. Un traguardo tutt’altro che banale per il piacentino, che conferma il suo valore nella stagione da rookie dopo il titolo di Formula 3 della scorsa annata. McLaren non si è lasciata sfuggire un talento del genere, accogliendolo nel proprio programma giovani. Leonardo mette così ufficialmente un piede in Formula 1, da sempre suo sogno dichiarato.

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Prima di pensare a ciò che lo attende a Woking – dove lavorerà al simulatore, allo sviluppo e ai test a supporto del team di F1 – Leonardo vuole però godersi l’emozione di essere diventato campione di Formula 2. “Sono al settimo cielo: uno dei miei sogni più grandi si è avverato. Sono davvero felice ripensando alla stagione che abbiamo fatto. Ci sono anche alcune cose che avrei potuto fare meglio, ma ero bloccato in una parte del gioco. Comunque, siamo sempre riusciti a gestire tutto bene, quindi sono molto felice. Poi penserò al futuro e al lavoro con McLaren”.

Il titolo di quest’anno rappresenta una conferma per Fornaroli, visto che lo scorso anno aveva già conquistato la Formula 3. Un risultato ottenuto all’ultimo round di Monza, battendo il connazionale, rivale e amico Gabriele Minì. “L’anno scorso mi ha insegnato molto: mi ha insegnato a restare più composto e concentrato in situazioni di grande stress. Quest’anno ero già mentalmente pronto a giocarmi il titolo. Anche in Qatar ero molto tranquillo, concentrato solo sul fare la mia gara. Abbiamo chiuso il weekend puliti, senza grandi errori, portando sempre a casa punti importanti e riuscendo a vincere. Quindi sì, l’anno scorso è stato sicuramente un grande aiuto”.

Consapevolezza, dunque, ma anche tanta riconoscenza verso il percorso che l’ha portato fin qui. Un viaggio lungo, spesso complicato, affrontato sempre in autonomia, con il supporto della sua famiglia e del suo manager. A differenza di molti piloti, infatti, Leonardo non ha mai avuto finora l’appoggio di un’Academy di Formula 1. “Se torno indietro anche solo di tre o quattro anni, onestamente no, non me lo sarei mai aspettato — ha spiegato riferendosi al titolo. — La crescita che ho avuto in questi ultimi anni è stata molto importante ed è ciò che mi ha permesso di ottenere questi risultati, quest’anno e l’anno scorso. È stato il frutto di un grande lavoro con persone competenti e molto professionali, come il mio driver coach, gli ingegneri, i team manager di quest’anno e di quello scorso, e anche il team principal. Tanto lavoro al simulatore, tanti dati analizzati, cercando sempre di migliorare fuori dalla pista. Se penso al lavoro fatto negli ultimi anni, sono molto orgoglioso di ciò che abbiamo raggiunto”.

“Dalla prima gara a Melbourne abbiamo mostrato subito un grande passo, ma c’era da migliorare nella gestione gomme e di gara, e anche lì sono cresciuto piano piano”, ha ammesso con grande sincerità. “Fin dall’inizio ero abbastanza fiducioso che potessimo ottenere un buon risultato, ma quando sono tornato in cima alla classifica a Spa, e poi quando ho vinto la Feature Race in Ungheria, ho capito davvero che potevo farcela. Lì ho spinto come un matto”.

La caratteristica principale di Fornaroli è sempre stata la costanza. Ci sono voluti più di tre anni per tornare sul gradino più alto del podio: non aveva mai vinto in Formula 3 e solo a metà stagione 2025, in Formula 2, è riuscito a farlo. Non a caso è stato soprannominato “Mr. Costanza”, ma anche “il pilota calcolatore”. “Mi rappresenta questa etichetta. Penso molto durante le mie gare e cerco di sfruttare ogni opportunità e situazione che possa andare a mio favore. È quello che cerco di fare e che ho fatto anche in Qatar. Quindi se mi danno questo nome non mi dà fastidio: è una cosa bella. Riguarda la costanza e il cercare sempre di portare la macchina al traguardo con punti importanti. È fondamentale, soprattutto con il livello che c’è nei campionati minori”.

Ma come si è avvicinato Fornaroli al mondo dei motori? “La passione per il motorsport non mi è arrivata subito da bambino. Ho provato molti sport prima dei kart, ma nessuno mi appassionava. Mio papà correva, quindi andavo alle sue gare e da lì ho iniziato ad appassionarmi un po’. Un giorno mi portò a provare i go-kart per la prima volta, quelli semplici, elettrici, indoor. Dal primo giro me ne sono innamorato e ho capito che avrei voluto fare quello nella vita”. Dopo cinque anni di karting (2014–2019), il passaggio alla Formula 4, dove resta due stagioni (2020–2021), per poi approdare in Trident: uno in Formula Regional e due in Formula 3. “Ora corro in Formula 2 con Invicta e chiuderemo questo bellissimo percorso questo weekend ad Abu Dhabi”. Tra gli sport falliti: basket, nuoto e un po’ di calcio. “Ho provato ma ero un disastro. Mia madre mi portava e mi guardava giocare basket e mi diceva: ‘Cosa stai facendo lì, guardando il soffitto? La palla è lì! Gli altri ti passano la palla e tu sei lì con le mani in alto a guardare il cielo’. Per fortuna è cambiato”. Più ferrato nell’equitazione, praticata dalla sorella maggiore, presente ad Abu Dhabi per supportarlo.

Il futuro di Fornaroli è arancio papaya

Dopo Yas Marina, per Leonardo inizierà una nuova avventura, color arancio papaya. Questa mattina è stato annunciato nel programma giovani della McLaren — per la prima volta in carriera — avvicinandosi così ancora di più alla Formula 1. “Dobbiamo ancora definire al meglio il mio ruolo. Stiamo sistemando gli ultimi dettagli, ma il mio focus resta la F1”. Arriverà a Woking, lavorerà allo sviluppo e ai test, ma non avrà un sedile il prossimo anno. McLaren, però, offre diverse alternative: è presente in IndyCar e presto sarà anche nel WEC con la Hypercar. “McLaren offre un ottimo programma sportivo. Stiamo definendo gli ultimi dettagli del mio futuro, che spero di poter annunciare presto, ma il mio obiettivo è e resta la Formula 1”.

Per lui si prospetta quindi una situazione analoga a quella vissuta da Oscar Piastri: campione di F2 nel 2021, ha atteso un anno prima di debuttare in Formula 1 nel 2023. “Appena avrò la possibilità chiederò consigli sia a lui che a Lando Norris, due piloti eccezionali che si stanno giocando il mondiale in Formula 1. Per il futuro i miei obiettivi sono crescere ancora e migliorare non solo la mia guida, ma anche la mia conoscenza delle auto da corsa. Cercherò di sviluppare la mia comprensione meccanica per aiutare i miei ingegneri con feedback più precisi e migliorare sempre la macchina”.

Su chi vincerà il titolo di Formula 1 tra Lando Norris, Max Verstappen ed Oscar Piastri non si sbilancia: "Sicuramente seguirò la gara di Abu Dhabi dopo la mia. Non ho idea di chi riuscirà a vincere. Sono tre piloti fortissimi racchiusi in pochissimi punti. Il migliore vincerà, quindi vedremo cosa accadrà domenica". 

Un aspetto sottolineato anche da Gabriel Bortoleto – che come Leonardo ha vinto F3, F2 e rappresentato la McLaren prima di correre per Sauber-Audi - e ribadito da Fornaroli, riguarda la difficoltà — persino per il campione di F2 — di trovare subito un sedile in Formula 1. “Non succede sempre. Abbiamo visto che tutti i piloti di Formula 2 che hanno vinto al primo anno sono stati molto interessanti per la Formula 1, e ora sono grandi piloti che stanno ottenendo ottimi risultati. Spero di far parte di quella lista. Ci sono piloti che non corrono subito in F1, ma seguono un programma di sviluppo per migliorare e diventare più forti negli anni successivi, come Piastri”.

Fornaroli correrà sì per un team inglese come McLaren — utile l’esperienza con Invicta in questa stagione — ma ritroverà anche molti italiani. “Entrare in un team inglese era la cosa che mi spaventava di più all’inizio di quest’anno. Invicta, fin dal primo giorno, mi ha fatto lavorare bene con loro. Mi hanno fatto sentire a casa ogni volta che andavo in fabbrica o in pista. Anche dopo una gara brutta o un momento difficile mi hanno sempre messo a mio agio. Mi hanno insegnato tante cose. Ho già parlato con Andrea Stella e Alessandro Alunni Bravi: sono due persone che mi stanno supportando molto. Li ammiro perché sono figure importanti nel mondo della Formula 1, molto competenti, e mi stanno già aiutando. Sono fondamentali nel mio percorso e voglio ringraziarli per la fiducia che hanno in me”. Sul team principal McLaren ha aggiunto: “È una persona fantastica che mi sta già insegnando molte cose, non solo per migliorare in pista ma anche fuori”.

Fornaroli e Kimi Antonelli: una storia che inizia da lontano

Con un ruolo in McLaren e in Formula 1, Leonardo ritroverà anche un grande amico: Kimi Antonelli, presente sotto il podio in Qatar per festeggiare con lui il titolo di F2. “Ho un ottimo rapporto con Kimi. Ci conosciamo da molti anni. Quando mio padre correva, era nel team di suo padre, Antonelli Motorsport. Quando andavo a vederlo, Kimi era nel paddock, dentro il box. Siamo cresciuti insieme. Sono molto orgoglioso di lui perché sta facendo molto bene in Formula 1, anche da rookie. Gli auguro il meglio per il futuro”. Un ricordo indelebile legato ai motori risale proprio ai tempi del padre nel campionato italiano GT Cup. “La mia prima gara fu a Imola: mio padre vinse e con me c’era Kimi. Eravamo sul podio e festeggiammo insieme. È stata una grande giornata”.

Su quella giornata ha poi svelato un curioso retroscena: “In pochi lo sanno, ma quel giorno stavano registrando alcune scene del film Veloce come il vento. Nel film c’è anche mio padre: usarono alcuni suoi onboard della Porsche Cup con cui correva la protagonista, Matilda De Angelis. L’ho conosciuta, insieme agli altri attori. È stata una bellissima esperienza”.

Con Leonardo Fornaroli, Andrea Kimi Antonelli e Gabriele Minì, il futuro del motorsport italiano è in ottime mani. “Stiamo cercando di portare l’Italia in alto. Spero che con i buoni risultati che stiamo ottenendo potremo aiutare anche i piloti che devono ancora crescere. E spero di vedere tanta Italia nel motorsport”, ha concluso il piacentino, a cui facciamo un grande in bocca al lupo per il futuro.

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