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Max Verstappen ha lasciato la Spagna, sede del nono appuntamento stagionale di Formula 1, con un solo punto raccolto in ottica mondiale, sia per la classifica piloti che per quella costruttori. A preoccupare, però, non è tanto il divario dalle McLaren – che continua ad ampliarsi – quanto lo spettro sempre più concreto di una possibile squalifica per l’olandese.
Facciamo un passo indietro per capire cosa sia accaduto al quattro volte campione del mondo a Barcellona. Partito dalla terza posizione, Verstappen ha avuto uno spunto eccellente, superando senza problemi Lando Norris, che scattava dalla seconda casella accanto a Oscar Piastri. Tuttavia, il passo delle due McLaren si è rivelato troppo impegnativo da sostenere, tanto che il team Red Bull ha deciso di adottare una strategia molto aggressiva che, senza l’intervento della Safety Car, avrebbe potuto portare Max davandi a Lando.
Il muretto di Milton Keynes ha optato per una strategia diversa rispetto a quella del duo “papaya”, richiamando Verstappen per tre soste che sono poi diventate quattro. Grazie al primo pit stop anticipato, l’olandese era riuscito a neutralizzare il vantaggio delle MCL39, che hanno confermato – nonostante la nuova direttiva tecnica sulla flessibilità delle ali anteriori – un ritmo superiore al resto della griglia. Tuttavia, l’ingresso della Safety Car, chiamata per mettere in sicurezza la Mercedes di Andrea Kimi Antonelli (ritirato per un problema al motore), ha compromesso la gara di Max.
A quindici giri dalla fine, tutti i top team hanno optato per un’ulteriore sosta. Per difendersi dall’attacco della Ferrari, la Red Bull ha richiamato ai box Verstappen, montando un set di gomme hard, avendo terminato gli altri compound. Una scelta rischiosa, dato che quella mescola – la più dura della gamma Pirelli – era stata scartata da tutti per le difficoltà nel portarla in temperatura, nonostante l’asfalto rovente del weekend spagnolo. Le difficoltà non sono tardate a manifestarsi: alla ripartenza, un sovrasterzo in uscita dall’ultima curva ha fatto slittare Verstappen, favorendo il sorpasso di Charles Leclerc sul rettilineo. Il sorpasso è avvenuto con un lieve contatto, ma la direzione gara ha deciso di non sanzionare il monegasco, confermando il suo podio.
Il momento cruciale della disfatta di Max è arrivato poco dopo: George Russell, alle sue spalle, ha tentato un attacco in curva 1. Ne è scaturito un contatto, con Russell che ha perso il controllo della sua Mercedes e Verstappen costretto ad andare largo, tagliando la chicane. Da regolamento, chi trae vantaggio da un’uscita di pista deve restituire la posizione, così Red Bull ha ordinato a Verstappen di lasciar passare il britannico. Tuttavia, Max ha provato un’astuzia: due giri dopo ha lasciato sfilare Russell per poi attaccarlo immediatamente all’interno in staccata, tornando davanti ma avendo un secondo contatto.
Il nuovo incidente tra i due ha portato la direzione gara a infliggere a Verstappen una penalità di dieci secondi, che l’ha fatto scivolare dalla quarta alla decima posizione. Ha così concluso il weekend con un solo punto, un bottino pesante in chiave campionato. In classifica costruttori, Red Bull è stata superata dalla Ferrari, ora seconda dietro alla McLaren. Tra i piloti, Oscar Piastri – vincitore della gara – ha allungato a +49 su Max, mentre Norris è a +39. Un distacco che ha spinto Verstappen a dichiarare: “Non sono in lotta per il titolo”.
Ma il vero problema non sono i 10 secondi di penalità, quanto i 3 punti tolti dalla superlicenza. Dopo nove gare, Verstappen è a quota undici punti sulla patente: solo uno lo separa dalla squalifica. Come successo a Kevin Magnussen la scorsa stagione, al raggiungimento dei dodici punti scatta la squalifica per un weekend intero. L’olandese dovrà quindi fare attenzione già in Canada, e poi in Austria, dove il 30 giugno gli verranno tolti i due punti presi un anno fa per un contatto con Norris al Red Bull Ring. Saltare una gara sarebbe un colpo durissimo per Verstappen, che con una RB21 meno competitiva della MCL39 deve spremere ogni weekend al massimo per non perdere ulteriore terreno dal duo McLaren.
Ieri Verstappen ha pubblicamente chiesto scusa a George Russell per il contatto: “Abbiamo avuto una strategia entusiasmante e una buona gara a Barcellona, fino all’uscita della Safety Car. La nostra scelta di pneumatici fino alla fine e alcune mosse dopo la ripartenza hanno alimentato la mia frustrazione, portando a una mossa sbagliata che non sarebbe dovuta accadere. Do sempre tutto per il team e le emozioni possono essere forti. A volte si vince insieme, a volte si perde insieme. Ci vediamo a Montreal”.
Parole che sembrano puntare il dito verso il team, considerato il vero responsabile del disastro spagnolo. In effetti, la mossa “che non sarebbe dovuta accadere” non era solo fuori regolamento, ma neppure necessaria. Red Bull aveva suggerito a Max di restituire la posizione per evitare una possibile penalità che, a conti fatti, non sarebbe mai arrivata. Analizzando il primo episodio, la direzione gara ha infatti dichiarato: “Sebbene l’asse anteriore della vettura 63 (Russell) fosse davanti allo specchietto della vettura 1 (Verstappen) all’apice, Russell ha perso momentaneamente il controllo, arrivando al contatto e spingendo la vettura 1 fuori pista. Poiché la vettura 1 è uscita di pista a causa della perdita di controllo e del successivo contatto da parte della 63, non si considera che abbia lasciato deliberatamente il tracciato. Non verrà inflitta alcuna sanzione.”
Un sorpasso, ricordiamo, deve avvenire con la monoposto sotto pieno controllo sia prima che all’apice della curva, condizione che Russell non ha rispettato. Dunque, Verstappen non ha tratto vantaggio in modo intenzionale e Red Bull ha interpretato male la situazione, mettendolo ora seriamente a rischio squalifica. Il team, tuttavia, non ha fatto autocritica. Christian Horner ha dichiarato su Instagram: “La Safety Car è uscita nel momento peggiore per la nostra strategia. Potevamo scegliere se restare con le Soft usate o rischiare con un nuovo set di Hard. Col senno di poi, quella sembrava la scelta migliore con le informazioni che avevamo. Il risultato è stato frustrante, perché si prospettava un podio facile per Max e buoni punti. Max si è scusato nel debriefing per l’incidente con Russell. Anche la gara di Tsunoda è stata danneggiata dalla Safety Car. Ma le corse sono così: le cose possono cambiare in un attimo. È uno dei motivi per cui amiamo questo sport. È stato un weekend difficile, ma lavoreremo sodo per tornare forti a Montreal.”