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Nel mese di luglio è stato spodestato colui che per quasi vent’anni ha ricoperto il ruolo di grande capo della Red Bull. Da quel giorno, l’ultimo con Christian Horner al comando, il team di Milton Keynes ha intrapreso un nuovo percorso. Il lavoro in Formula 1, si sa, non cambia da un giorno all’altro: ci vogliono mesi, se non anni, per indirizzare il programma da seguire e tradurlo poi in miglioramenti in pista. La doppietta di vittorie di Max Verstappen non è certamente merito esclusivo di Laurent Mekies, ma il francese ha portato nella squadra austriaca una nuova linfa, un’iniezione di fiducia fondamentale per rilanciare il team in ottica futura.
Con l’addio di Christian Horner – accompagnato da una buona uscita decisamente profumata – il tetto di cristallo di Milton Keynes sembra essere stato finalmente sfondato. I dipendenti hanno iniziato a rivelare che l’ambiente all’interno della fabbrica non fosse dei migliori. E quando si lavora in condizioni malsane, è inevitabile che le performance ne risentano. L’arrivo di Laurent Mekies, un vero e proprio pistaiolo con un modus operandi chiaro e definito, ha avuto effetti positivi sulla Red Bull, con gli ingegneri finalmente in grado di discutere della monoposto e delle esigenze dei piloti usando lo stesso linguaggio. Horner era un manager abile e astuto, qualità che forse Mekies non possiede ancora, ma mancava il collante che tiene insieme e rende grande una squadra: capire pienamente i piloti, rispondere alle loro esigenze e fare da ponte con ingegneri e meccanici.
Il lavoro di Mekies si concentra proprio su questo. Per i prossimi mesi raccoglierà i frutti di quanto era già stato avviato prima del suo arrivo. Poi, con l’inizio della nuova era tecnica, potrà gestire la Red Bull come meglio crede, riportandola allo splendore perduto negli ultimi due anni. Per riuscirci, con un regolamento destinato a rivoluzionare le monoposto, dovrà infondere fiducia sia nella squadra – che diventerà a tutti gli effetti un costruttore con una power unit prodotta con Ford – sia nei piloti. Max Verstappen sa di essere il perno centrale del team, mentre Yuki Tsunoda, qualunque sarà il suo futuro, sa di avere Mekies al suo fianco fino alla bandiera a scacchi di Abu Dhabi.
“È stata davvero una dimostrazione impressionante quella che ha fatto di nuovo, due settimane dopo Monza”, ha dichiarato Mekies nel post gara di Baku a F1 TV commentando le prestazioni di Verstappen. “Arrivando qui, con le qualifiche super difficili e senza sapere bene cosa aspettarmi oggi in termini di ritmo di gara… Nessuno aveva fatto long run con le gomme medie o dure. Max ha proceduto un passo alla volta, staccando un decimo dopo l’altro, e sembrava intoccabile. Ovviamente ha reso tutto molto più facile”, ha aggiunto il team principal.
Dopo un lungo periodo senza l’inno olandese sul podio, Verstappen ha riportato l’orange dei suoi tifosi sul gradino più alto con due vittorie consecutive. Il merito è di un mix di fattori – Monza e Baku sono piste a basso carico aerodinamico, che esaltano la Red Bull e penalizzano la McLaren –, ma senza un lavoro certosino nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile. Il miglioramento principale è stato sul fondo, che ha reso la RB21 più domabile e prevedibile, consentendo al quattro volte campione del mondo di sfruttarla appieno. Ma i progressi si vedono anche nei risultati di Yuki Tsunoda, sesto a Baku dopo una buona prestazione a Monza. “È un ottimo segnale anche per la vettura – ha aggiunto Mekies –. Yuki è stato veloce, a pochi decimi da Max, e ha portato a casa buoni punti: credo sia stata la sua migliore gara con noi”.
“Sappiamo che questa pista è ancora molto specifica… non è Monza, ma ha comunque poco carico aerodinamico e curve a bassissima velocità. Questo conferma che in queste situazioni abbiamo sbloccato qualcosa. Siamo consapevoli che il resto della stagione si correrà su piste molto diverse, ma sarà un buon test per noi come squadra”. La vera prova delle prestazioni della Red Bull arriverà a Singapore, pista dove storicamente il team ha sofferto. “Procediamo passo dopo passo. Ci concentriamo su noi stessi, cerchiamo di capire cosa ci limita e come superarlo… i ragazzi sono stati bravissimi sia in fabbrica a Milton Keynes sia qui in pista. Ha funzionato a Monza e a Baku. A Singapore l’equazione sarà completamente diversa: si tornerà a un carico aerodinamico molto elevato e temperature più alte. Vedremo come andrà. Anche se il regolamento cambierà completamente l’anno prossimo, capire meglio i nostri limiti ha grande valore e per questo lo stiamo facendo seriamente”, ha concluso Mekies.