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La pausa della Formula 1 è finalmente terminata e per i piloti è già tempo di prepararsi a scendere in pista per il ventiduesimo appuntamento stagionale, il Gran Premio di Las Vegas 2025. Il weekend sulla Strip più famosa al mondo sarà particolarmente importante per Lando Norris, che celebra la sua centocinquantesima apparizione nel Circus dal suo esordio nel 2019 con la McLaren. E lo farà da leader del Mondiale Piloti, a due passi dal gran finale di Abu Dhabi, con un vantaggio di 24 punti da provare ad aumentare sotto la bandiera a scacchi di domenica notte.
Foto copertina: ANSA
“È incredibile, un numero enorme. Non solo 150 GP in Formula 1, ma 150 con McLaren. Di questo sono particolarmente orgoglioso”, ha raccontato Lando Norris alla vigilia del weekend di Las Vegas. “Ricordo ancora l’Australia 2019, la mia prima gara. Non sembra passato così tanto. Il momento più bello? Silverstone di quest’anno. Vincere davanti ai miei tifosi, ai miei genitori, al mio team… è stata la sensazione più forte in carriera”. Tutti i momenti chiave della sua storia in Formula 1 sono raffigurati sul casco speciale che indosserà per questo appuntamento nel deserto del Nevada.
Ora si trova a guidare il Mondiale con 24 punti di vantaggio a tre gare e una Sprint dalla fine, ma la sua filosofia non cambia: “Me lo sto godendo, sì, ma vivo tutto un weekend alla volta. A volte sei così immerso in quello che devi fare – prove, qualifica, gara – che ti dimentichi di dove sei davvero: in Formula 1, a lottare per un campionato, a girare il mondo. Ogni tanto mi fermo a pensarci ed è folle”.
Il weekend di Las Vegas, però, non è mai stato tenero con McLaren. Negli ultimi due anni il team ha sofferto più che altrove. Norris ne è consapevole: “Dobbiamo esserlo, ottimisti. Ma qui è stato il nostro peggior GP nelle ultime due stagioni. Non entro con la stessa fiducia che avevo in Messico o in Brasile, ma è un anno in cui abbiamo migliorato in tante aree dove prima faticavamo. Arrivo più fiducioso rispetto al passato, ma sarà più difficile delle ultime gare”. Il lavoro svolto nel 2024 ha però dato indicazioni preziose. Nell’ultimo stint lo stesso Norris provò molto, sperimentò, osò: “Eravamo messi così male che ho iniziato a provare tutto. Tante modifiche nello stile di guida, nei settaggi. Alla fine abbiamo trovato un po’ di passo, lo si vede chiaramente dal ritmo. Non dirò cosa ho fatto, sto lottando per molto e meglio non rivelare troppo, ma quelle prove ci hanno dato una direzione”.
Sul fronte psicologico, Norris appare più maturo che mai. Alla domanda se il vantaggio in classifica lo faccia sentire più in controllo, ha risposto: “Forse un po’, ma in realtà no. Basta un weekend storto, basta che altri facciano tutto alla perfezione e cambiano le cose. Prendo tutto sessione per sessione: FP1, FP2, FP3. All’esterno sembra che io abbia il controllo, ma dentro è tutto normale”.
Quello che invece è davvero cambiato è la sua capacità di adattarsi. Norris l’ha spiegato così: “La macchina è migliorata, sì, ma la differenza più grande sono io. A inizio stagione ho fatto fatica. Abbiamo cambiato qualcosa all’avantreno, sterzo e sospensioni, ma niente che da solo facesse una magia. Il resto è stato lavoro, tanto. Sto guidando meglio, sto facendo qualifiche migliori, gestisco bene partenze e restart. Ma dietro c’è un enorme lavoro di squadra”.
Niente click improvvisi, niente epifanie post-vacanze. Norris ha raccontato una crescita lenta, metodica, quasi scientifica: “Non c’è stato un momento unico. Ho lavorato tantissimo al simulatore, con gli ingegneri, sulle procedure, su come adattarmi da un weekend all’altro. Ogni pista chiede qualcosa di diverso, e non c’è mai un modo ‘giusto’ di guidare la McLaren. Ho dovuto fare più lavoro che mai, dentro e fuori la pista”.
Il rapporto con Oscar Piastri, suo rivale diretto per il titolo e compagno di squadra, non è cambiato – e Norris ci ha tenuto a chiarirlo: “Siamo semplicemente noi ad aver chiesto di fare meno video social. Siamo piloti, vogliamo guidare. Il rapporto è ottimo come sempre. Siamo diversi caratterialmente, ma ci rispettiamo e lavoriamo insieme per McLaren. Fuori dalla macchina possiamo ancora ridere e scherzare”.
Las Vegas resta un’incognita tecnica enorme: basse temperature, poco grip, rischio pioggia, graining sulle gomme anteriori – il cruccio di Norris. “Lo odio, e sono stato probabilmente il peggior pilota sulla grana davanti. Ora va meglio, ma con freddo e pista scivolosa può tornare tutto. Se domani in FP1 e FP2 rovino le anteriori, non sarò molto felice… e ve lo dirò in TV”.
Il vantaggio costruito nelle ultime sei gare – ben 58 punti recuperati sull’australiano – non cambia il suo modo di correre: “Non posso iniziare a gestire. Ho fatto risultato spingendo forte, restando fuori dai guai. Vado per vincere qui e poi in Qatar. Certo, in gara fai valutazioni sul rischio, ma la mia mentalità non cambia: voglio vincere”.
La forza mentale mostrata nel 2025 è forse l’aspetto più sorprendente del Norris versione titolo mondiale: “Merito della gente che ho attorno. Ho un gruppo che mi sostiene e mi guida. Ho imparato a essere meno negativo nei giorni storti, a credere che posso sempre ribaltare le cose. È successo tante volte quest’anno, tra sabato e domenica o tra prove e qualifica. Ora so che, anche se va male, posso risalire. ‘L’ho fatto prima, posso farlo di nuovo’. È la sensazione più importante che un pilota possa avere”.
Ironia della sorte, gran parte della forza mostrata nelle ultime gare nasce proprio dalle difficoltà di inizio stagione: “Sono quasi contento di aver avuto un inizio anno complicato. Mi ha costretto a lavorare di più su me stesso. Senza quei weekend difficili non sarei qui oggi. Zandvoort? Tutti dicono che sia stato il punto di svolta, invece no. Ero già sulla strada giusta. Quella gara è stata solo un passo indietro nei risultati, non nel percorso”.