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Da un lato il consolidamento degli affari in mercati potenzialmente favorevoli, sfruttando alleanze strategiche con partner locali. Dall’altro, l’espansione pianificata negli Stati Uniti attraverso le sue controllate internazionali. È questo il modus operandi della Zhejiang Geely Holding Group, meglio nota come Geely, terza casa automobilistica cinese in forte crescita a livello globale. Il colosso guidato da Li Shufu si muove con prudenza: il presidente ha recentemente dichiarato che l’industria automobilistica globale affronta una “grave sovraccapacità produttiva”, motivo per cui Geely ha scelto di non costruire nuovi impianti né di espandere quelli esistenti. Tuttavia, ha trovato una soluzione alternativa: sfruttare gli stabilimenti Renault in Brasile e entrare nel mercato latinoamericano con una partecipazione di minoranza. E così potrebbe fare un primo passo per eludere i dazi di Donald Trump.
Geely ha anche inaugurato il suo primo stabilimento in Medio Oriente e Nord Africa, precisamente in Egitto, nella città di Sixth of October City, con una capacità iniziale di 10.000 auto all’anno e la possibilità di esportarne fino a 30.000 unità. In Vietnam, invece, ha stretto una joint venture per lo stabilimento di Thai Bình, capace di produrre 75.000 veicoli l’anno a partire dalla fine del 2026. Altro Paese che è al sicuro da tariffe e dazi spropositati.
La strategia di Geely è chiara: aggirare i dazi statunitensi e allo stesso tempo competere con i gruppi cinesi rivali. Una delle sue mosse chiave è la collaborazione con Renault Korea, di cui Geely detiene il 34%. La joint venture Horse Powertrain Limited, che include anche Saudi Aramco, ha presentato al Salone di Shanghai il Future Hybrid Concept, un sistema compatto che include motore termico, motore elettrico e trasmissione integrata, progettato per trasformare facilmente un veicolo elettrico senza modificare le piattaforme esistenti. L’obiettivo? Fornire tecnologia ibrida alle case automobilistiche senza che debbano investire in nuovi impianti.
Horse Powertrain, fondata da Geely e Renault nel 2023, conta 17 stabilimenti e 19.000 dipendenti, con una capacità produttiva annua di oltre 5 milioni di motori tra termici, ibridi e ibridi plug-in. Nel 2024, Saudi Aramco ha acquisito una quota del 10%, portando la valutazione dell’impresa a 7,4 miliardi di euro, mentre Geely e Renault conservano ciascuna il 45%.
Il sogno americano di Geely è chiaro: entrare nel mercato statunitense senza presentarsi direttamente come marchio cinese, aggirando i dazi doganali e sfruttando alleanze locali. Il gruppo sta costruendo un ecosistema integrato, basato su tre pilastri: produzione locale, per evitare tariffe e accedere agli incentivi statunitensi, collaborazione tra brand del gruppo – come Volvo, Polestar e Zeekr – per aumentare efficienza e sinergie e presenza nei robotaxi con Waymo, aprendo nuove opportunità nel settore della mobilità autonoma.
La Polestar 3 è assemblata a Ridgeville, in South Carolina, mentre la Polestar 4 sarà prodotta in Corea del Sud. Volvo, intanto, ha acquisito Proterra Powered, azienda specializzata in batterie per veicoli elettrici, con impianti in California e Carolina del Sud. Infine, Zeekr ha fatto il suo ingresso in Messico nel 2024, tappa iniziale di una strategia che punta dritto al mercato nordamericano, salvo ostacoli derivanti dalla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.
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