Alex Dunne dice addio a McLaren: perché sembra un déjà-vu in Formula 1

Alex Dunne dice addio a McLaren: perché sembra un déjà-vu in Formula 1
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Addio a sorpresa tra Alex Dunne e McLaren: la scelta dell’irlandese ricorda da vicino il caso Piastri e potrebbe cambiare gli equilibri in F1
3 ottobre 2025

La Formula 1 è pronta a tornare in pista questo weekend con il diciottesimo appuntamento stagionale, il Gran Premio di Singapore 2025. Resterà invece ferma la Formula 2, che rivedremo in azione tra più di un mese in Qatar, sede del penultimo round destinato a decidere il vincitore di una lotta accesissima. Per lungo tempo tra i protagonisti c’è stato anche Alex Dunne, che ha sorpreso il paddock del Circus con una decisione inattesa.

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Entrato a far parte della McLaren Academy solo un anno fa, il giovane irlandese ha comunicato di aver rescisso, con il benestare del team, il contratto che lo legava alla squadra. La motivazione è chiara: dopo una stagione di altissimo livello, arricchita da grandi risultati ma anche segnata da errori che gli sono costati 10 punti di penalità sui 12 disponibili, Dunne è pronto al grande salto, il debutto in Formula 1. Tuttavia, la McLaren è blindata: Lando Norris e Oscar Piastri hanno da poco firmato contratti pluriennali e non hanno alcuna intenzione di lasciare un sedile che oggi, e probabilmente anche in futuro, resta tra i più competitivi. Per Dunne, quindi, non c’era spazio a Woking, costringendolo a guardare altrove.

Nelle due sessioni di prove libere disputate con la MCL39 – quarto tempo in Austria e sedicesimo a Monza – l’ex campione di F4 britannica (2022) ha comunque attirato attenzioni importanti. Tra queste, quelle della Red Bull, che vede il proprio vivaio perdere consistenza. Secondo Helmut Marko, solo Arvid Lindblad rappresenta al momento una reale promessa per il futuro: non a caso il britannico è dato come certo alla Visa Cash App RB già dal prossimo anno. Isack Hadjar, altro talento cresciuto a Milton Keynes, dovrebbe invece affiancare Max Verstappen in prima squadra già alla sua seconda stagione in Formula 1. Resta quindi aperto il derby tra Liam Lawson e Yuki Tsunoda per l’altro sedile di Faenza: chi dei due sopravvivrà, però, potrebbe avere solo un anno di margine prima che la posizione torni in discussione.

Qui entra in gioco Alex Dunne, che potrebbe scegliere di attendere il momento giusto trovandosi già nella galassia Red Bull. Una strategia che ricorda quanto fatto in passato da Oscar Piastri: nonostante si fosse liberato un posto ad Enstone, l’australiano decise – non senza tensioni legali – di lasciare Alpine per unirsi alla McLaren, dove Daniel Ricciardo aveva appena rescisso il contratto. Una mossa che lo portò al posto giusto nel momento giusto, frutto di trattative già avviate da tempo con Zak Brown. Dunne sembra ora muoversi nello stesso modo con Marko. Tuttavia, non è detto che la destinazione ideale sia Milton Keynes.

Al netto delle performance, infatti, il nuovo regolamento rappresenterà una sfida enorme per la Red Bull, che dal 2026 diventerà costruttore a tutti gli effetti con la sua prima power unit “made in Milton Keynes”. Dunne rischierebbe così di perdere un treno importante. Al momento la convivenza in McLaren procede senza intoppi, ma non è affatto scontato che a fine stagione la situazione resti immutata. Con le cosiddette “papaya rules”, Andrea Stella sta cercando di mantenere equilibrio nella gestione interna, ma inevitabilmente uno tra Norris e Piastri – soprattutto se Verstappen non dovesse recuperare terreno – finirà per diventare campione del mondo. Un risultato che potrebbe incrinare i delicati equilibri di Woking, con l’ipotesi di un addio anticipato di uno dei due o comunque di tensioni crescenti nella gestione piloti.

In questo scenario, Dunne avrebbe potuto sfruttare l’occasione, ma ha preferito seguire la strada già percorsa da Gabriel Bortoleto. Anche il brasiliano, infatti, faceva parte della famiglia papaya, abbandonata quando non arrivò un’offerta concreta dalla McLaren per la Formula 1. La scelta di approdare in Sauber – destinata a diventare Audi nel 2026 – si è poi rivelata la più azzeccata.

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