F1. GP Austria, Toto Wolff: “Italia affamata di eroi, ma chiamare Kimi Antonelli leggenda è pericoloso. Dobbiamo proteggerlo”

F1. GP Austria, Toto Wolff: “Italia affamata di eroi, ma chiamare Kimi Antonelli leggenda è pericoloso. Dobbiamo proteggerlo”
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Toto Wolff, al GP d’Austria, parla del primo podio in F1 colto da Andrea Kimi Antonelli: “In Canada ha dimostrato di poter essere veloce. Ma troppe pressioni da fuori possono rallentarne la crescita”
27 giugno 2025

Nel paddock del Red Bull Ring, sede del Gran Premio d’Austria 2025, undicesimo appuntamento stagionale di Formula 1, Toto Wolff non si nasconde. Il podio conquistato da Andrea Kimi Antonelli in Canada ha inevitabilmente acceso i riflettori sul giovane talento bolognese, primo italiano a salire su un podio iridato dal 2009. Ma il team principal della Mercedes lancia un monito chiaro.

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“Questa è davvero una domanda molto, molto importante”, risponde Toto Wolff all nostro quesito sul come gestisce l’interesse esploso attorno al suo pilota. “L’Italia è stata a lungo priva di piloti in grado di vincere gare o lottare per un campionato. Quindi l’entusiasmo è enorme. Alcuni dei principali media italiani scrivono titoli in cui definiscono Kimi una leggenda: questo non aiuta”.

Parole forti, che arrivano con la consapevolezza di quanto il contesto possa pesare su un ragazzo fresco di maturità e al suo primo anno in Formula 1. “In un Paese così appassionato, innalzare uno di 18 anni allo status di leggenda dopo un solo podio è pericoloso. È pericoloso nel senso che dobbiamo aumentare la protezione attorno a lui. Proteggerlo da chiunque voglia qualcosa da lui”.

La pressione, spiega Wolff, non è solo mediatica. È fatta di selfie, attenzioni, aspettative da parte di chi lo ha seguito nel percorso fin da bambino, che hanno influenzato negativamente anche il weekend imolese. “Tutto inizia da cose apparentemente banali, come i tanti fan che vogliono un selfie. È bello, meglio così che il contrario, certo. Ma ci sono tante persone che hanno fatto parte della sua carriera nel motorsport e che ora si aspettano qualcosa in cambio”.

“Io credo che un giovane pilota di 18 anni, sottoposto a troppa pressione da ogni direzione, possa vedere rallentato il suo sviluppo. E c’è già abbastanza pressione solo per essere in macchina, avere George Russell come compagno di squadra e guidare una Mercedes che può vincere delle gare. Se anche tutto quello che c’è intorno continua ad aggiungere ulteriore pressione, allora sì, dobbiamo davvero proteggerlo. Ed è proprio quello che stiamo cercando di fare”.

Sul piano sportivo, il podio di Montreal può segnare uno spartiacque per Andrea Kimi Antonelli. Anche secondo lo stesso pilota, che ha parlato di “passo da fare” da qui in avanti. Una visione condivisa da Wolff. “La cosa più importante è che il percorso di crescita continui in modo positivo. Se guardiamo all’anno scorso, non è stata la nostra scelta più intelligente metterlo subito in macchina e addossargli tutta quella pressione. Poi c’è stato l’incidente, che ovviamente resta nella memoria”, ha proseguito Wolff riferendosi alla prima sessione di prove libere a Monza lo scorso settembre.

Credo che ora, con questo podio, lui possa scrollarsi di dosso quel peso e dire: ‘Ho dimostrato che posso essere veloce’. Durante l’anno gli abbiamo lasciato tanto spazio per esplorare, per crescere, per anche sottoperformare… oppure per spingere al massimo quando si sentiva a suo agio con la macchina”. E chiude con una riflessione che è anche una visione sul futuro: “Credo che sia proprio ciò che ci si aspetta da un pilota che un giorno potrà diventare campione”.

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