F1. McLaren punto di riferimento, Mercedes in ripresa, Hamilton tormentato dal sovrasterzo: ecco cosa abbiamo imparato dalle prove libere di Barcellona

F1. McLaren punto di riferimento, Mercedes in ripresa, Hamilton tormentato dal sovrasterzo: ecco cosa abbiamo imparato dalle prove libere di Barcellona
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Nel giorno dell'entrata in vigore della nuova direttiva sulla flessibilità delle ali anteriori, le prove libere del Gran Premio di Spagna 2025 di Formula 1 a Barcellona dimostrano che in fondo non è cambiato quasi nulla. Ecco l'analisi del venerdì di Montmelò
30 maggio 2025

Può la differente flessione di un’ala anteriore distorcere i valori in campo della stagione 2025 di Formula 1? La domanda è legittima, visto quanto è compatto lo schieramento, separato da distacchi relativamente contenuti. Ma la verità è che nelle prove libere del Gran Premio di Spagna 2025 di Formula 1 a Barcellona non sembra essere cambiato granché, seppure sul fronte della flessibilità delle ali anteriori nulla sia più come prima. La tappa del mondiale a Montmelò, infatti, segna l’introduzione della direttiva tecnica che impone controlli più stringenti da parte della Federazione.

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I maggiori carichi a cui vengono sottoposte le ali nelle prove statiche deliberate e condotte dalla FIA non rendono questi componenti completamente rigidi – la fisica lo impedisce, dopotutto - ma secondo i calcoli della Federazione dovrebbero ridurne la flessione del 60% rispetto alle normative precedenti. Qualcuno – Fred Vasseur in testa – aveva definito questo cambiamento un potenziale fattore scatenante di una rivoluzione in pista, ma così non è stato. Davanti a tutti nel venerdì di Barcellona c’è la solita sospetta, la McLaren, con il leader del mondiale Oscar Piastri. La scuderia di Woking non si difende solo sul giro secco, ma anche sul passo gara.

È la MLC39 la vettura più efficace in tutti e tre i settori della pista di Montmelò, cartina al tornasole delle performance delle vetture. D’altronde, la vera forza della McLaren non risiede in quell’ala anteriore che era frutto della capacità dei tecnici di sfruttare le zone grigie del regolamento, quanto più nella gestione degli pneumatici, vero punto focale di un progetto i cui segreti rimangono ancora ben custoditi, con buona pace delle rivali che cercano in ogni modo di venire a capo di una soluzione ben congeniata quanto nascosta. E così anche all’alba di una nuova direttiva tecnica sono Piastri e Lando Norris i favoriti della vigilia.

Ma a Barcellona si è rivista pure la Mercedes, reduce da un weekend disastroso a Monaco, non solo per quanto riguarda la strategia ma anche per il passo di una W16 deficitaria. La scuderia di Brackley è competitiva in terra iberica addirittura dal 2013, prima che cominciasse il suo ciclo vincente nell’era dell’ibrido. E quel qualcosa del DNA delle sue ave che le rendevano efficaci qui deve essere stato tramandato pure all’ultima Freccia d’Argento. È un buon segnale, visto che la Mercedes a Barcellona ha portato in pista un nuovo fondo, dopo l’abbandono della sospensione recentemente introdotta.

Arrivano segnali incoraggianti pure dalla Red Bull. Dopo le difficoltà riscontrate alle prese con le curve lente di Monaco, la RB21 ritorna su un territorio amico con i tratti veloci di Montmelò. Ma come spesso accade nella scuderia di Milton Keynes, le due facce della medaglia raccontano delle storie diverse. Da un lato c’è Max Verstappen, staccato di tre decimi da Piastri sul giro secco e autore di un’incoraggiante simulazione di passo gara. Dall’altro c’è Yuki Tsunoda, tormentato dallo scivolamento di entrambi gli assali di una monoposto di difficile interpretazione. Vista la capacità della Red Bull di fare un salto di qualità tra il venerdì e il sabato, non ci stupiremmo di vedere Verstappen in lotta per la pole domani.

Sembra invece in affanno la Ferrari, che a Barcellona potrebbe giocare il ruolo della quarta forza dello schieramento. La SF-25 sui curvoni veloci di Montmelò si è rivelata particolarmente sovrasterzante. E la maggiore rigidità della nuova ala anteriore non fa altro che esacerbare questo fenomeno che infastidisce soprattutto Lewis Hamilton. Quanto lo si capisce chiaramente dal team radio in cui definisce inguidabile la sua SF-25, oltre che dal raffronto con il compagno di squadra, Charles Leclerc, sia sul giro secco che sul passo gara. Hamilton, d’altronde, non disdegna una vettura puntata all’anteriore, ma solo se questa caratteristica non va a discapito della stabilità del retrotreno.

Se in casa Ferrari non si sorride, la vera delusione di giornata è la Williams, scivolata verso le parti meno nobili della classifica. Alla vigilia del weekend di gara sia Alexander Albon che Carlos Sainz avevano messo le mani avanti, ricordando i precedenti sfavorevoli della scuderia di Woking a Barcellona. È probabilmente riconducibile a questo motivo, e non alla nuova direttiva tecnica, il ridimensionamento della FW47 in Spagna. Ma le valutazioni del caso arriveranno solo con il passare dei GP. Fermo restando che pur essendo cambiato tutto sul fronte delle ali, ben poco è cambiato su quello delle prestazioni. 

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