F1. Red Bull in crisi, la testa di Christian Horner potrebbe essere la prossima a cadere: ecco chi è il possibile sostituto

F1. Red Bull in crisi, la testa di Christian Horner potrebbe essere la prossima a cadere: ecco chi è il possibile sostituto
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La situazione in casa Red Bull è ancora critica e, se i prossimi sviluppo non dovessero funzionare, la permanenza di Christian Horner come team principal potrebbe non essere più così scontata
6 maggio 2025

Il sipario sul Gran Premio di Miami, sesto appuntamento stagionale della Formula 1, è calato e la McLaren ha lasciato gli States con una consapevolezza in più. La MCL39 è una vettura in grado di rifilare ampi distacchi sugli avversari che, nonostante le massime aspettative, stanno faticando a trovare costanza. La situazione in casa Ferrari non è certamente delle migliori, ma neanche in Red Bull si respira un clima disteso. La crisi del team di Milton Keynes potrebbe addirittura espandersi con l’addio di Cristian Horner.

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Nonostante gli aggiornamenti al fondo testati e approvati solamente da Max Verstappen, la RB21 continua a non progredire in termini di performance. Il quattro volte campione del mondo sta cercando di sfruttare al massimo il suo talento per ottimizzare quello che la vettura gli offre, ma nel confronto diretto in gara con McLaren, in particolare con Oscar Piastri, la situazione non è delle migliori. La pole position di sabato ha portato un temporaneo sorriso in casa Red Bull, dove è stato affisso un fiocco rosa per la nascita della piccola Lily, ma il distacco di quasi quaranta secondi al traguardo del Gran Premio di Miami ha lasciato ancora più dubbi. Se il team di Milton Keynes non dovesse trovare una soluzione in tempi brevi, dato anche l’imminente debutto del nuovo regolamento tecnico e della power unit realizzata con Ford, nulla esclude un addio di Max Verstappen che potrebbe anche non essere l’unico.

Dopo una settimana di pausa, la Formula 1 il prossimo weekend farà tappa ad Imola per il primo appuntamento sul suolo europeo. Molti team, come Ferrari, porteranno degli aggiornamenti, e neanche Red Bull si esimerà dal testare delle novità che dovrebbero mirare a migliorare le performance della RB21. Ma se neanche questo dovesse funzionare e la situazione dovesse peggiorare, la posizione di Christian Horner potrebbe essere a rischio. Secondo quanto riportato da Autosprint, infatti, il team principal della Red Bull, punto cardine della squadra essendo a capo del progetto fin dai suoi albori nel lontano 2005, potrebbe perdere il sostegno della metà thailandese dell’azienda.

Christian Horner, Oliver Mintzlaff, Helmut Marko
Christian Horner, Oliver Mintzlaff, Helmut Marko

Non è la prima volta che la sua testa si trova in bilico in quanto già lo scorso anno, quando scoppiò il caso che lo vide protagonista di possibili molestie nei confronti di una dipendente, si era parlato di un licenziamento con effetto immediato. Red Bull è al 51% proprietà della thailandese dell’azienda, che fa capo a Chaleo Yoovidhya, e il restante 49% da Mark Mateschitz, figlio del fondatore Dietrich. Inizialmente la parte thailandese si era battuta nella difesa di Christian Horner dandogli tutto il supporto nonostante la bufera giudiziaria, ma adesso la situazione potrebbe essere cambiata. La crisi economica ha, infatti, colpito anche l’azienda produttrice di bevande energetiche, motivo per cui hanno deciso di razionalizzare le spese di Red Bull nell’ambito sportivo. Questo potrebbe dunque influire anche sul reparto Formula 1 che al momento non se la passa bene con Max Verstappen solamente terzo in classifica piloti e perennemente al centro del mercato piloti, mentre il team è attualmente terza forza nei Costruttori.

Questo sicuramente non farà piacere ai vertici della Red Bull che potrebbero evocare un cambio di rotta dicendo addio a Christian Horner che negli anni ha costruito la filosofia che gli ha permesso di vincere sei campionati Costruttori e otto titoli piloti con Sebastian Vettel e Max Verstappen. A prendere il posto di Horner potrebbe essere l’attuale team principal di Alpine. Molto spesso l’inglese ed Oliver Oakes sono stati paragonati in quanto hanno avuto pressochè lo stesso cammino verso la Formula 1. Oakes ha appeso il casco al chiodo dopo una non fortunata carriera come pilota, diventando poi un manager impegnato nelle formule propedeutiche per poi entrare nella massima categoria del motorsport a ruote scoperte da giovanissimo dati i suoli 37 anni. Ma prima di iniziare il toto-team principal, bisognerà attendere i prossimi passi della Red Bull e quali sono le prospettive data anche l’incognita del prossimo regolamento tecnico che li vedrà per la prima volta impegnati anche come motoristi con il supporto di Ford.

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