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L’attesa dopo la bandiera a scacchi del Texas è stata decisamente breve: la Formula 1 è già tornata in pista per il ventesimo appuntamento stagionale, il Gran Premio di Città del Messico 2025. Quello a casa di Sergio Perez è uno dei weekend più complessi del Mondiale, soprattutto per la gestione delle alte temperature dovute alla rarefazione dell’aria causata dall’altitudine. A imporsi nella prima sessione di prove libere è stato Charles Leclerc.
Il tracciato dell’Autodromo Hermanos Rodríguez è situato a 2.238 metri sul livello del mare, il più alto dell’intero calendario, rendendo la rarefazione dell’aria un fattore discriminante per tutto il weekend. Si tratta infatti di un elemento che può sconvolgere le gerarchie in pista e mettere in difficoltà le squadre nella gestione delle temperature dei componenti delle vetture, in particolare power unit e freni. Proprio per questo motivo, vedere la Ferrari in testa al gruppo al termine della prima sessione di libere è un dato da prendere con le pinze.
Le prestazioni sul giro secco del monegasco — autore di un 1:18.380 — potrebbero non essere indicative di come si evolverà il weekend, visto che la pista è ancora molto sporca. A permettere a Leclerc di piazzare la SF-25 in prima posizione sono stati alcuni accorgimenti messi a punto dal team di Maranello che, oltre ad aprire vistosamente le branchie per garantire un miglior flusso d’aria e la salvaguardia del motore, ha modificato i condotti di raffreddamento dei freni posteriori. Avrebbero dovuto intervenire sull’asse anteriore — il più soggetto a surriscaldamento e quindi alla richiesta di lift and coast — ma proprio all’anteriore la Ferrari fatica a mettere le gomme in temperatura.
A segnare il secondo tempo, a un decimo dalla Rossa, è stata la Mercedes di Andrea Kimi Antonelli, sceso in pista con un’ottima condizione della W16. A favorire le prestazioni della monoposto di Brackley, che storicamente soffre le alte temperature, è la configurazione del tracciato che, sempre per via dell’altitudine, comporta un 25% in meno di carico rispetto al solito. Ciò porta le squadre a utilizzare ali posteriori ad altissimo carico per generare downforce, cercando al contempo di gestire i componenti della power unit.
Sorprende, ma non troppo dopo la velocità mostrata in Texas, la Sauber, che piazza Nico Hulkenberg in terza posizione e Gabriel Bortoleto in quinta. Tra le due vetture verde fluo si inserisce la McLaren di Oscar Piastri, che ha lavorato fin da subito sull’assetto in vista delle qualifiche. Dopo aver modificato l’altezza da terra — poiché la MCL39 prendeva troppo aggressivamente i cordoli — l’australiano ha cambiato anche l’ala anteriore per essere più aggressivo possibile e ritrovare la forma ideale, nel tentativo di respingere l’arrembaggio di Lando Norris.
Sessione ai box invece per il britannico, che ha lasciato la sua McLaren nelle mani di Pato O’Ward, chiudendo solo tredicesimo. Come Norris, anche Max Verstappen ha seguito la FP1 dal muretto, osservando da vicino le prestazioni del rookie Arvid Lindblad, veloce fin da subito con un crono di 1:18.997: lo ha piazzato davanti a Esteban Ocon e Yuki Tsunoda, il cui sedile in Red Bull sembra sempre più a rischio. A completare la top 10 ci sono Franco Colapinto e Alexander Albon.
Undicesimo Isack Hadjar, protagonista di un lungo che lo ha portato fuori pista senza però danneggiare la sua VCARB01. Dodicesimo Fernando Alonso, seguito da O’Ward, Frederik Vesti (al posto di George Russell), Paul Aron (su Alpine al posto di Pierre Gasly), Ryo Hirakawa (al posto di Oliver Bearman), Ayumu Iwasa (per Liam Lawson), Luke Browning (per Carlos Sainz) e Jack Crawford (per Lance Stroll). Chiude la classifica Antonio Fuoco, al debutto in una sessione ufficiale di Formula 1 con la Ferrari, impegnato in un programma di test utile ad affinare i dati del simulatore.
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