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Peugeot riporta in vita una delle sigle più iconiche della propria storia sportiva, ma lo fa guardando esclusivamente al futuro elettrico. Dopo il debutto della Peugeot E-208 GTI, la prima GTI dopo oltre dieci anni di assenza, il marchio francese prepara l’arrivo di altri modelli ad alte prestazioni, con una regola chiara: niente ritorno ai motori a combustione pura.
A chiarirlo è stato Alain Favey, CEO di Peugeot, in un’intervista rilasciata ad Autocar, spiegando che la rinascita del badge GTI non è un’operazione isolata o nostalgica, ma una scelta strategica di lungo periodo. "Non lo faremmo se non credessimo davvero che la sigla GTI debba continuare a esistere in futuro. Per questo ci assicureremo che abbia un percorso che vada oltre questo primo modello", ha dichiarato.
La E-208 GTI rappresenta quindi il capostipite di una nuova famiglia di sportive Peugeot, pensata per l’era dell’elettrificazione. Un progetto che, però, non punta alla quantità, bensì alla qualità. Secondo Favey, ogni modello che porterà il logo GTI dovrà garantire "un’esperienza unica e chiaramente superiore all’interno del proprio segmento".
Un approccio che spiega anche i tempi di sviluppo relativamente lunghi: la E-208 GTI è stata presentata lo scorso giugno in occasione della 24 Ore di Le Mans, ma le consegne inizieranno solo alla fine del 2026. Un’attesa di circa 18 mesi che, per il numero uno di Peugeot, è necessaria per rendere l’auto "la migliore della categoria" e un hatchback sportiva davvero credibile, non solo nell’immagine ma anche nella sostanza.
L’ambizione è elevata, soprattutto perché il segmento delle piccole sportive elettriche sta diventando sempre più popolare. Peugeot guarda con attenzione ai rivali già presenti o in arrivo, come Alpine A290 e la futura Cupra Raval. Favey non nasconde l’obiettivo: il riferimento interno è proprio l’Alpine, e l’intenzione è quella di fare meglio.
La E-208 GTI, però, non è importante solo come prodotto. È un tassello centrale nel posizionamento del marchio: "Vogliamo che sia chiaro che Peugeot è sinonimo di piacere di guida e grandi sensazioni al volante. Questo fa parte della nostra identità", ha sottolineato il CEO.
Guardando avanti, Peugeot non esclude che altri modelli possano adottare la sigla GTI. Tra i candidati più probabili ci sono la prossima generazione della 208, che deriverà dal concept retrofuturista Peugeot Polygon, e persino una futura Peugeot 308 GTI, che riporterebbe la Casa del Leone a confrontarsi direttamente con icone come la Volkswagen Golf GTI.
C’è però un limite invalicabile: non ci saranno GTI a combustione interna, almeno non esclusivamente termiche. La motivazione è soprattutto normativa ed economica. "La Francia è un mercato fondamentale per noi – ha spiegato Favey ad Autocar – ma le attuali regole sulle emissioni di CO₂ prevedono multe fino a 70.000 euro. Questo renderebbe un’auto del genere praticamente invendibile".
Infine, secondo il CEO, il rischio sarebbe quello di sviluppare "un’auto fantastica, amata da tutti, ma impossibile da acquistare". E senza il mercato francese, aggiunge "diventa difficile giustificare lo sviluppo di un modello simile".
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