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Le differenze di impostazione sono nette: la Full Hybrid punta all’efficienza in città e al comfort grazie al cambio automatico e alla marcia elettrica, mentre la versione GPL abbina il nuovo 1.2 turbo 3 cilindri al mild hybrid 48V e offre costi chilometrici tra i più bassi del mercato, autonomia enorme e la forza del GPL nelle percorrenze extraurbane.
Nelle prestazioni, il distacco tra le due è minimo. La Full Hybrid rispetta i 10 secondi sullo 0-100 e la GPL ci mette appena mezzo secondo in più, un ritardo che scende ulteriormente quando il motore termico del GPL sfrutta i suoi 230 Nm di coppia, più alti dei 205 Nm della parte elettrica del full hybrid. In ripresa la Full Hybrid è più pronta, perché il motore elettrico spinge subito, ma la GPL sorprende: il passaggio benzina–gas è impercettibile e la differenza rimane nell’ordine del secondo. Ottime le frenate di entrambe, ben sotto i 40 metri dal 100 all’arresto, grazie anche agli pneumatici di qualità (Michelin per l’ibrida, Continental per la GPL).
Il comfort premia la Full Hybrid, soprattutto in città e nelle partenze: spesso marcia in elettrico, è più silenziosa e il cambio automatico elimina qualsiasi lavoro del guidatore. Quando si accelera forte si percepiscono però i salti di marcia del robotizzato, e il termico sale di giri. La GPL è più “meccanica”: il 3 cilindri vibra di più, il cambio manuale richiede un minimo di partecipazione e non c’è guida in elettrico. Su entrambe il rumore aerodinamico aumenta in autostrada, e l’assetto, votato al comfort, fa sentire un po’ di rollio nelle curve forzate.
Sul fronte spazio, la Bigster sorprende davvero: l’abitabilità posteriore è tra le migliori del segmento, con quasi 30 cm per le gambe e un’ottima altezza. Il baule varia tra i 400 litri della GPL (ridotti solo se si aggiunge il ruotino) e i 440+ dell’ibrida. La bombola GPL è completamente sotto il pianale e non ruba spazio. Interni robusti, plastiche dure ma ben assemblate, comandi fisici comodi e infotainment moderno, con qualche differenza estetica tra il tunnel automatico dell’ibrida e quello manuale della GPL.
Il capitolo consumi è quello che mette fine al duello. Il percorso scelto è molto impegnativo per le ibride, con saliscendi e velocità variabili continue. La Full Hybrid, nonostante la tecnologia più evoluta, consuma un po’ di più del dichiarato e non riesce a sfruttare appieno la marcia elettrica nelle tratte extraurbane, tallone d’Achille delle full hybrid non plug-in. La Mild Hybrid GPL invece sorprende: consuma poco sia a benzina sia a gas, e quando va a GPL il costo chilometrico diventa nettamente più basso. Il suo comportamento in rilascio, nelle decelerazioni lunghe, e la risposta pronta del 1.2 turbo la rendono estremamente efficiente su statali e tangenziali, cioè gli scenari dove la Full Hybrid perde parte del suo vantaggio.
Alla fine, il verdetto è chiaro. Se si cerca la massima comodità, l’assenza del cambio manuale e una guida tranquilla in città, la Full Hybrid è la scelta più rilassante. Ma considerando tutto – consumi reali, costi di gestione, prezzo d’acquisto, autonomia, prestazioni quasi identiche e praticità – la Dacia Bigster GPL Mild Hybrid 48V risulta la versione migliore per la maggior parte degli automobilisti, in particolare per chi macina chilometri fuori dai centri urbani. È più economica nell’uso quotidiano, offre prestazioni assolutamente adeguate, mantiene baule e abitabilità al top, e il risparmio complessivo nel medio periodo è significativo.
In sintesi: la Full Hybrid convince per comfort e fluidità; la Mild Hybrid GPL convince per tutto il resto ed è la scelta razionale, equilibrata e più conveniente all’interno della gamma Bigster.
Dacia
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Roma
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