Mezza Italia in elettrico usando solo colonnine Volvo? Si può (quasi) fare

Mezza Italia in elettrico usando solo colonnine Volvo? Si può (quasi) fare
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Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
5 regioni, 1.600 km, una Volvo C40 e un Paese da scoprire rigorosamente in elettrico. Cercando di sfruttare il più possibile la nuova rete di ricarica ultra-rapida Volvo Powerstop. Ecco quanto ci abbiamo messo e quanto abbiamo speso. E soprattutto: ecco come sarebbe andato lo stesso viaggio usando un'auto termica tradizionale. Un reportage per capire a che punto siamo con l’infrastruttura di ricarica in Italia e come si vivono le lunghe distanze con un’auto 100% elettrica
  • Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
4 agosto 2022

IN BREVE

  • Un viaggio di 1.600 km alla scoperta di cinque magnifiche regioni
  • Protagonista del "grand tour" la nuova C40, la prima Volvo che esiste solo in versione 100% elettrica
  • Tre giorni su e giù per l'Italia per mettere alla prova la nuova rete di ricarica Volvo Powerstop
  • 377 i kWh di energia consumati
  • Più del 50% della corrente è stata erogata dalle colonnine Powerstop
  • 11 le ore necessarie per i rifornimenti, eseguiti nella stragrande maggior parte dei casi durante tempi "morti" (pasti, notti, ecc.)
  • 240 gli euro spesi per i "pieni". Una cifra molto competitiva rispetto a Suv benzina e diesel con valori di potenza comparabili

Abbondare la propria comfort-zone è sempre una bella rottura di scatole. Perché l’essere umano è così per natura. Abitudinario, insofferente a qualsiasi forma di cambiamento e, spesso, terribilmente pigro. Alcuni esemplari di umano raggiungono un livello di indolenza così alto che, a confronto, anche un bradipo sembrerebbe uno stakanovista in overdose da fatica. Se si parla di automobili, per esempio, siamo convinti che buona parte dell’ostilità nei confronti dell’elettrico non sia dovuta alla tecnologia intrinseca ai veicoli a batteria. Ma allo sforzo che occorra compiere per resettare la propria mentalità e per acquisire quel pacchetto minimo di competenze fondamentale per navigare a elettroni in maniera consapevole.

Una Volvo C40 e delle balle di fieno
Una Volvo C40 e delle balle di fieno

Il futuro sarà elettrico, meglio darsi da fare

Che tradotto significa: fare un pieno di benzina è easy. Ma mettersi alla ricerca della colonnina perduta, barcamenarsi in un mondo di nuove unità di misura e discernere le differenze tra corrente continua e alternata, bè, è un bello sbatti. Che si cerca di schivare il più possibile manco fosse la peste bubbonica o una pallottola di Matrix. Eppure il futuro (almeno quello dell’auto) è più segnato che mai. E sarà elettrico. Tanto vale mettersi il cuore in pace e iniziare a masticare, il prima possibile, la lingua dei chilowatt. Tanto, prima o poi, tutti dovremo sbattere il naso contro una colonnina o un bel cavo di ricarica della Mennekes. Del resto basta guardare i numeri: l’anno scorso in Europa sono state vendute 1 milione e 200.000 elettriche. Significa che su 100 auto vendute, 10 erano a batteria. E il trend è ormai chiarissimo: le vendite di BEV (acronimo per Battery Electric Vehicle) sono schizzate in su del 63% da un anno all’altro (2021 vs 2020). Insomma se ne vedete sempre di più per strada un motivo c’è.

La stazione di ricarica super "pettine" Volvo Powerstop di Bologna
La stazione di ricarica super "pettine" Volvo Powerstop di Bologna

Arrivano (per tutti) le colonnine Volvo Powerstop

I tempi ci sembravano maturi, quindi, per un bel viaggio in elettrico che ci permettesse di capire a che punto siamo. Per mettere finalmente nero su bianco le reali differenze che sussistono tra muoversi con un’elettrica e un mezzo endotermico tradizionale, perlomeno quando si parla di lunghe distanze. L’occasione era ghiotta: la creazione della nuova rete di ricarica Volvo Powerstop che promette di garantire mobilità in tempi ragionevoli dal nord fino al centro Italia grazie a colonnine ad alta potenza (fino a 175 kW) in corrente continua. Si tratta di una rete realizzata dalla Volvo ma non esclusiva, come per esempio quella dei supercharger Tesla. Alle Powerstop, quindi, possono rifornirsi non solo le auto di Göteborg ma anche le elettriche di qualsiasi altro marchio. Attualmente i punti di ricarica già attivi sono dodici, ma altre tredici stazioni sono già in cantiere lungo le principali tratte autostradali della Penisola (ma purtroppo non nel Mezzogiorno, se si esclusde la Puglia, almeno per ora).

In verde le stazioni Volvo Powerstop già attive, in azzurro quelle in fase di realizzazione

Prof. di matematica dove sei?

Per mettere alla prova queste super colonnine abbiamo scelto la nuovissima C40, la prima Volvo che rinuncia del tutto ai motori termici. Insomma la puoi comprare di qualsiasi colore, purché sia elettrica, visto che lei di pistoni non ne ha e mai ne avrà. Abbiamo scelto di partire da Milano per arrivare nel punto più a Sud raggiunto attualmente da una stazione di ricarica Powerstop. Un grand tour di 1.600 km ad anello attraverso cinque magnifiche regioni passando per Bologna, Perugia e Frosinone per poi tornare al punto di partenza via Firenze. Il tutto concedendosi doverose deviazioni alla scoperta di alcuni degli angoli più suggestivi del nostro Paese. Insomma un gigantesco gioco dell’oca elettrico, con le colonnine Volvo come tappe obbligate. Per capire com’è andato il viaggio abbiamo dovuto elaborare una enorme mole di dati (per trasparenza li trovate tutti in fondo all’articolo). E rispolverare qualche nozione base di matematica. Vi ricordate quando a scuola ci si chiedeva a cosa servisse, nella vita reale, studiare formule, conversioni ed equazioni? “A capire l’auto elettrica” possiamo affermare che sia, senza ombra di dubbio, una risposta convincente.

Il magico borgo-presepe di Patrica, vicino a Frosinone, dal finestrino della C40
Il magico borgo-presepe di Patrica, vicino a Frosinone, dal finestrino della C40

Ce l'abbiamo fatta? Sì ma...

Ma andiamo con ordine, partendo dalla domanda suprema: siamo riusciti a coprire l’intero percorso (1.603,6 km) sfruttando solo colonnine Volvo Powerstop? Per la verità no, ma solo perché abbiamo scelto di effettuare un itinerario ad anello, che evitasse il più possibile di ripassare dai punti già attraversati. Un percorso quindi più credibile perché più vicino a quello che farebbe un automobilista in viaggio, per esempio, per una vacanza dove difficilmente si ritorna sui propri passi dopo aver visitato un luogo. Diversamente, se fossimo quindi ritornati sui nostri passi, avremmo potuto chiudere il viaggio rifornendoci esclusivamente presso i punti di ricarica Volvo, ma sarebbe stato poco verosimile e quindi abbiamo evitato. Nonostante questo le colonnine Powerstop sono state capaci di garantirci il 54% dell’energia complessiva consumata durante il viaggio, quindi più della metà. Dei 377 kWh consumati per coprire l’intera distanza 202 sono stati erogati delle stazioni Volvo di Bologna, Perugia, Frosinone e Milano. Gli altri 175, invece, ce li siamo procacciati dove era più comodo e funzionale in base al nostro percorso. La maggior parte (123 kWh) presso due stazioni Ionity ultra rapide (Valdichiana Village e Carpi) e i rimanenti presso colonnine e wallbox in corrente alternata.

Il nostro "grand tour" elettrico, da Milano al Lazio, passando per l'Umbria
Il nostro "grand tour" elettrico, da Milano al Lazio, passando per l'Umbria

Va come... una Ferrari

La C40 si è mossa, complessivamente, per 24 ore e ha consumato, in media, 23,5 kWh/100 km, il che significa che è riuscita a percorrere 4,3 km con un singolo kWh di energia. Non sono dati strabilianti, dal punto di vista dell’efficenza, ma bisogna fare alcune considerazioni.

  1. la C40 della nostra prova è un’elettrica ad altissime prestazioni. Ha una configurazione a doppio motore per un totale di 408 CV e 660 Nm. Sono numeri allucinanti se pensate che, nonostante pesi parecchio (2,1 t per 4,4 m di lunghezza) riesce a scattare da 0 a 100 km/h in 4,7 secondi. Giusto per darvi un termine di paragone una supercar come la Ferrari 360 Modena, nei primi anni 2000, aveva meno cavalli (400), meno coppia (373) e copriva lo 0 - 100 in un tempo inferiore di soli 2 decimi rispetto alla C40 (4,5 secondi), nonostante pesasse 800 kg in meno (1.290). Chi volesse consumare meno con la C40, in ogni caso, può sempre optare per la versione con singolo motore anteriore, da 231 CV e batteria ridotta (70 kWh)

  2. Non ci siamo mai particolarmente risparmiati con il pedale del gas. Quando hai 400 CV sotto al sedere ogni tanto li vuoi anche sentire. E poi abbiamo cercato di guidare come avremmo fatto con un’auto termica, quindi a velocità codice ma senza particolari rinunce.

  3. Più dell’80% del percorso si è svolto in autostrada, a 130 km/h, un terreno notoriamente sfavorevole per le elettriche.

  4. Durante il raid, che è andato in scena nella seconda metà di luglio, l’Italia era attraversata da un’ondata di caldo record, con temperature spesso vicine ai 40° C. Un clima estremo che ha avuto inevitabilmente ripercussioni sull’efficenza generale, sia per l’assorbimento del climatizzatore (sempre acceso a “palla”) sia per la delicata gestione del raffreddamento delle batterie (durante il viaggio e nel corso delle ricariche fast).

Le temperature durante il viaggio sfioravano i 40°C
Le temperature durante il viaggio sfioravano i 40°C

Quanto tempo ci è voluto?

Fatte queste doverose premesse è importante capire quanto tempo abbiamo impiegato per compiere il giro completo. La C40 sfrutta una batteria (solo lei pesa circa 500 kg) da 78 kWh lordi, ma quelli realmente utilizzabili, ovvero quelli netti, sono 75. Questo significa che, in autostrada, si riescono a fare 300 km scarsi a 130 orari. Per fortuna tutte le colonnine Powerstop che abbiamo utilizzato si trovano a non più di 250 km l’una dall’altra, quindi nessuna ansia da ricarica. Per ricaricare la Volvo, nell’arco dei tre giorni di viaggio previsti, sono state necessarie, complessivamente, 8 ricariche che hanno richiesto 11 ore tra rifornimenti ultra-rapidi in corrente continua e tradizionali in alternata. Di per sé può sembrare un tempo spropositato ma la maggior parte delle sessioni le abbiamo programmate ad arte durante momenti “morti”, quindi in occasione delle pause che comunque avremmo fatto per mangiare (pranzi, cene, spuntini) o per dormire. Le ricariche fast che siamo costretti a effettuare senza avere altro di meglio da fare hanno richiesto non più di 2 ore

La C40 in versione "wild and free"
La C40 in versione "wild and free"

Come vanno le Powerstop?

La C40 accetta ricariche ultra-rapide fino a 150 kW. Ed effettivamente le Powerstop sono sempre riuscite a garantire questo spunto iniziale davvero soddisfacente. Dopo i primi 12 - 15 minuti di rifornimento, però, la potenza di ricarica inizia a calare mano a mano che la batteria si riempie sempre di più. Morale: per passare dal 20 all’80%, alle Powerstop, bastano davvero non più di 30 - 35 minuti. Per arrivare al 100%, invece, occorre un’altra oretta perché, come sempre accade con le elettriche (soprattutto con quelle tradizionale a 400 Volt), quando l’accumulatore inizia a essere pieno il flusso di ricarica rallenta vistosamente. Dovendo fare molta strada abbiamo sempre preferito ricaricare al 100%, ma chi deve percorrere 220 - 250 km può anche decidere di ripartire effettivamente dopo mezz’ora, facendosi bastare l’80% della ricarica. Il bello delle Powerstop è che, essendo nuovissime, sono ancora poco conosciute e quindi le abbiamo trovate sempre libere. A differenza delle Ionity che, invece, iniziano ad essere gettonatissime, al punto che in una occasione siamo stati costretti ad aspettare il nostro turno perché tutti gli stalli, benché numerosi, erano occupati (per di più da stranieri in vacanza nel nostro Paese).

La stazione di ricarica Ionity a Carpi, con gli stalli tutti occupati da elettriche in carica
La stazione di ricarica Ionity a Carpi, con gli stalli tutti occupati da elettriche in carica

Preferiscono le card alle App

Purtroppo, essendo così nuove, non sono ancora tutte registrate su Google Maps, e quindi in qualche occasione (in particolare a Frosinone e a Perugia) non è stato facilissimo trovarle. La maggior parte dei punti di ricarica Volvo, nonostante si trovino nei pressi di concessionarie ufficiali, non sono molto distanti dall’autostrada (la deviazione richiesta va dai 5 - 10 min al massimo) e sono quasi tutte aperte 24 ore su 24 - 7 giorni su sette (fa eccezione, per esempio, quella di Roma che, inspiegabilmente, segue gli orari della concessionaria, ndr). Qualche nota anche sulle modalità di ricarica, che potrebbero essere, in alcuni casi, un po’ più snelle. Le Powerstop della Volvo funzionano tramite la piattaforma Plugsurfing. Purtroppo, però, non possono essere avviate attraverso l’applicazione, ma soltanto attraverso la tessera RFID. A chi ne fosse sprovvisto, come nel nostro caso, la colonnina suggerisce di scaricare un’altra App (Charge Assist), che permette di avviare la ricarica direttamente da smartphone, una volta creato un account collegando un sistema di pagamento. In un caso su quattro (a Frosinone) l’applicazione non è stata in grado di far partire la colonnina e siamo stati costretti a chiamare il servizio clienti Volvo (il numero è indicato sulla colonnina stessa) che ci ha prontamente riavviato la stazione rendendo possibile la ricarica. Lezione imparata: se volete usare le Powerstop meglio avere la tessera o la key di Plugsurfing (costa 9,95 euro, si compra tramite l'App e arriva in un paio di settimane direttamente a casa).

La C40 ci ricorda che una parte dell'energia elettrica è prodotta sfruttando i combustibili fossili. Questa la centrale termoelettrica di Santa Barbara, in Toscana
La C40 ci ricorda che una parte dell'energia elettrica è prodotta sfruttando i combustibili fossili. Questa la centrale termoelettrica di Santa Barbara, in Toscana

Quanto abbiamo speso?

Attraversare su e giù mezza Italia in elettrico, quindi, è possibile. E si può farlo utilizzando molto spesso la nuova rete Volvo, a patto di non spingersi oltre al Lazio (almeno per ora: l’unica stazione prevista al Sud sarà in Puglia). Ma è anche conveniente? Anche in questo caso il nostro professore di matematica delle superiori è venuto in nostro soccorso. Perché per fare questo viaggio, dove abbiamo utilizzato il più possibile le ricariche fast, che sono quelle più veloci, ma anche quelle più costose, abbiamo speso circa 240 euro. Una cifra che può assumere un vero significato soltanto facendo dei paragoni con il mondo delle auto tradizionali. Può essere alta se pensiamo che un’auto diesel avrebbe speso, per coprire lo stesso percorso, 90 euro in meno. Ma soltanto ipotizzando di avere un modello super efficiente, capace di fare 20 km/l. Un Suv a gasolio o, peggio, a benzina, ad alte prestazioni avrebbe speso fino a 60 euro in più della nostra Volvo, al prezzo del carburante attuale. E questo è il paragone più calzante, a nostro avviso, dal momento che la C40 è uno Sport Utility da 400 CV.

Per ricaricare meglio sfruttare i tempi morti. Coccolandosi in una delle magnifiche trattorie nei pressi delle Powerstop. Qui siamo alla "Casereccia" di Frosinone, consigliatissima
Per ricaricare meglio sfruttare i tempi morti. Coccolandosi in una delle magnifiche trattorie nei pressi delle Powerstop. Qui siamo alla "Casereccia" di Frosinone, consigliatissima

Si può fare ancora meglio

In più occorre considerare che abbiamo ricaricato sempre con formule pay per use, senza quindi un abbonamento e sfruttando tariffe a consumo (le Powerstop richiedono una tariffa di 70 cent/kWh piuttosto standard per le colonnine ad alta potenza). Al momento Plusurfing non offre formula di abbonamento, ma il loro sito spiega che “presto arriveranno nuove offerte per i clienti”. Esistono però altri operatori, come Enel X, che offrono dei piani “flat”: con 45 euro mensili si hanno a disposizione 145 kWh di ricariche. Significa che, con un abbonamento simile, avremmo potuto coprire quasi il 40% del nostro viaggio con 45 euro. Not bad. Soprattutto se consideriamo le prestazioni di cui è capace un’auto come la C40. Insomma i vantaggi, in elettrico, esistono. A patto di essere disposti a cambiare mentalità e imparare (bene) a far di conto, oltre che a pianificare le soste, come dimostra il nostro viaggio. Quindi non vediamo l’ora di andare ancora più lontano. Così diventiamo un po’ più bravi in matematica. E, soprattutto, ci abituiamo sempre di più al futuro che ci aspetta. Tempi di ricarica permettendo.

Tutti i numeri del nostro viaggio, catturati dal computer di bordo della C40
Tutti i numeri del nostro viaggio, catturati dal computer di bordo della C40

Tutti i dati del nostro viaggio

kWh consumati: 377

kWh ricaricati presso Volvo Powerstop: 202

kWh ricaricati presso colonnine non Volvo: 175

Numero di ricariche: 8

Numero di ricariche Powerstop: 4

Tempo di ricarica complessivo: 11 ore e 9 minuti

Tempo di ricarica senza avere “altro” da fare: 2 ore

Tempo per pianificazione viaggio e ricerca colonnine: non trascurabile

Costo ricariche: 242 euro

Costo auto diesel 20 km/l: 148,2 euro (diesel 1,85 €/l)

Costo auto diesel 10 km/l: 296,6 euro (diesel 1,85 €/l)

Costo auto benzina 13 km/l 231 euro (benzina 1,88 €/l)

Costo auto benzina 10 km/l: 301,3 (benzina 1,88 €/l)

Le ricariche

Powerstop Bologna DC: 46,09 euro (66,22 kWh) 1:50

Powerstop Perugia DC: 28,79 euro (41,2 kWh) 0:25

Wallbox AC hotel Best Western Perugia: gratis (38 kWh) 4:00

Powerstop Frosinone DC: 39,9 euro (57 kWh) 1:30

Ionity Valdichiana DC: 52,69 euro (70.26 kWh) 1:07

Ionity Carpi DC: 41,53 euro (52,56 kWh) 0:32

Be Charge AC: 6,34 euro (14,1 kWh) 1:15

Powerstop Milano DC: 26,6 euro (38 kWh) 0:30

Foto: www.ledapaleari.eu

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