La torta ed i golosi: come l’auto elettrica stimola nuovi appetiti

La torta ed i golosi: come l’auto elettrica stimola nuovi appetiti
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
La crescita di domanda di auto a zero emissioni determina nuovi equilibri nell'industria
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
1 marzo 2021

Qualcuno, come Simon Wright editor di The Economist, l’ha paragonato al passaggio epocale che segnò la fine della mobilità affidata alle carrozze trainate da cavalli in seguito all’avvento di stani aggeggi mossi da motori a combustione interna: anche se il riferimento potrà apparire eccessivo, non c’è dubbio che il passaggio dalle vetture alimentate da combustibili fossili a quelli elettrici pare comunque una svolta della storia cui nel futuro si guarderà come cambio di stili di vita, oltre che di mobilità.

Il mercato mondiale nel 2020, ovviamente segnato dagli effetti della pandemia, ha registrato un calo di circa il 20% delle vendite di autovetture, ma la curva è destinata a tornare in salite nel 2021: quello che appare irreversibile, all’interno della dinamica commerciale, è la crescita impetuosa del segmento dei veicoli elettrici, a scapito delle alimentazioni tradizionali benzina e diesel.

Il punto è che l’elettricità a bordo di un’auto non serve solo ad assicurarne il movimento, ma la trasforma in un potenziale computer su ruote: la disponibilità di sistemi elettronici, che impone un ripensamento globale dell’architettura interna, assicura connettività e produce dati, rendendo possibili migliori servizi di mobilità, fino al top assoluto, la guida autonoma.

Per le aziende capaci di cavalcare questo processo, si aprono scenari di business incredibili: ovviamente al via della maratona sono in tanti, ma quanti potranno davvero puntare alla vittoria nel futuro elettrificato?

La “lepre“ è Tesla, la Casa automobilistica più capitalizzata, capace di trarre vantaggio sulle rivali in termini di tecnologia e software; ma la maratona è gara lunga, sfiancante e non concede pause.

Elon Musk sogna di realizzare venti milioni di auto all'anno, ma nel 2019 ne ha fatte 370.000: l’aumento della capacità produttiva è il maggiore dei problemi di Tesla, ed occorre incrociare le dita e sperare che le varie gigafactory sparse nel mondo arrivino senza intoppi alla piena produzione.

Nel frattempo, le altre Case non stanno certo a guardare: il loro punto critico non riguarda la capacità di fare ottime vetture capaci di stare bene in strada, ma la capacità di abbinare ad esse un sistema di software adeguato, non solo per garantire che batterie e motori funzionino insieme per fornire le migliori prestazioni, ma per collegare l'auto al mondo esterno.

Passare dall'ingegneria meccanica allo sviluppo di software e fornire i servizi di mobilità che i clienti richiederanno sempre più non è l'unica sfida: gli operatori storici devono anche ridurre gli investimenti nella tecnologia dei motori a combustione e stringere alleanze per recuperare il ritardo su batterie e software.

Nel prossimo futuro vedremo altre joint venture e investimenti in startup, per condividere i costi, abbandonare l'energia a benzina e introdurre nuove idee all’interno di un abitacolo e nella partita, oltre alle Case automobilistiche vogliono entrare anche i giganti della tecnologia, desiderosi di essere coinvolti nella trasformazione digitale del trasporto.

Quali aziende vedranno lo striscione dell'arrivo al termine della maratona? Quelle che riusciranno a trovare il giusto equilibrio tra bit e byte, ormai importanti quanto freni e la carrozzeria nel costruire nuove auto.

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