50 anni Alfasud, Storia irripetibile: il modello Alfa Romeo di maggior successo e insuccesso [senza eredi]

50 anni Alfasud, Storia irripetibile: il modello Alfa Romeo di maggior successo e insuccesso [senza eredi]
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Una delle tante Stelle nel Gruppo da rispolverare, grazie al Biscione, compie 50 anni. Alfasud ha diviso i giudizi, talvolta negativi, ma venduto più di ogni altra auto del marchio: con 1 milione di auto prodotte e quella Sprint, limitata ma possibile e indimenticabile. Ha anche qualcosa in comune con Porsche
4 novembre 2021

Pochi oggi, per banale questione anagrafica ma non solo, possono dire di aver ben conosciuto e guidato un’Alfasud. Eppure fu una serie molto popolare, nell’Italia degli anni Settanta e Ottanta. In questo periodo ricorrono i 50 anni dal suo debutto. Mezzo secolo e nessuna erede nel marchio, per come è messa ora Alfa Romeo. Nemmeno in arrivo, salvo voler forzare i paralleli e dire che potrà esserlo qualche Crossover con la spina non premium, di tecnica propria distante dal resto di gamma, se mai possa esistere nella gestione Stellantis del prossimo decennio (e pare di no).

Poche ce ne sono rimaste e di certo non apprezzabili fulmini di guerra, rispetto alle altre Alfa vere sportive, eppure il design dell’Alfasud oggi viene rivalutato, anche perché fu opera di Giugiaro.

Un’opera del tutto nuova, al tempo, nativa Alfa ma non di Milano o Arese, dalla Campania. Dove insieme a quella vettura che si distanziava dalle sorelle per toccare segmenti nuovi, nacque anche uno stabilimento per produrla.

Merita un libro, non un breve articolo, l’Alfasud che spesso i 40enni associano a qualche immagine cinematografica anni Ottanta (nella comicità di Verdone, o Abatantuono) piuttosto che a un loro familiare, conoscente che la aveva, quando loro erano piccoli. Nel caso, se di orecchio buono, ne percepivano il differente rombo, parecchio differente e la differente sgommata, rispetto alle Alfetta (perchè al tempo la sgommata, non doveva come oggi ma ci stava...).

Per sintetizzarne le doti, ci sono le parole di Giugiaro, intervenuto di recente sul suo modello a una rievocazione: “L’Alfasud è stata un progetto favoloso, distrutto purtroppo dalla ruggine. La progettazione invece era eccelsa sia per quanto riguarda l’abitabilità e la visibilità, così come la maneggevolezza. Un’Alfa deve emozionarti come… un’Alfa”.

E poi quelle, sempre di Giugiaro, in un libro edito ASI (Il giovane Giorgetto di Boetto Cohen): "Il comportamento su strada era assolutamente Alfa. Gli inglesi la definirono un piccolo capolavoro ingegneristico e di prestazioni. A distanza di anni sono convinto che, al di là dei suoi difetti, il progetto Alfasud resti assolutamente coerente, ammirato dalla concorrenza e punto di origine per decine di modelli successivi".

Origine in parte persa dal Gruppo che acquisì Alfa, vedendo la gamma odierna. Eppure se ne vendettero oltre un milione, record imbattuto per Alfa Romeo.

Di Alfasud ricordiamo soprattutto il motore boxer, anteriore a sbalzo, la leggerezza, la trazione davanti, contrariamente al tipico DNA Alfa e, purtroppo, il brutto “mito” della ruggine in quel momento in cui a metter parola e denaro nell’azienda, non facilmente, era anche lo Stato.  Prima che tutto passasse alla Fiat.

Curiosità? Infinite che magari racconteremo in altri articoli e video. Se si pensa che il motore con i cilindri sdraiati, messo esattamente dalla parte opposta, con la trazione anch'essa lato opposto, lo avevano le Porsche... Quel blocchetto accensione da lato portiera conducente invece, è proprio come sulle 911: da gara con partenza a piedi fuori vettura.

La più veloce e sportiva delle Alfasud di serie? La Sprint, “bella e accessibile” al contrario delle moderne Alfa in chiave GT, che richiama in parte proprio l’Alfetta GT del tempo e qualcuno, oggi, potrebbe scambiare per altro, che una "semplice" Alfasud. La meno popolare? L’Alfasud Giardinetta, giustamente poco gradita e venduta in quel formato.

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