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Una dichiarazione di guerra in piena regola. Xavier Martinet, il nuovo CEO di Hyundai Europe, non usa mezzi termini quando delinea la strategia della casa coreana per i prossimi dieci anni: superare i colossi europei e diventare uno dei player dominanti del continente.
L'ironia della storia? Martinet arriva direttamente da Renault, dove guidava il marketing di Dacia, proprio uno dei brand che ora ha nel mirino. Un "traditore" che conosce i segreti del nemico e che non ha paura di svelarli.
I numeri parlano chiaro. Quindici anni fa Hyundai aveva una misera quota del 2% in Europa. Oggi siamo al 3,9%, con un raddoppio delle vendite che testimonia una crescita costante ma ancora insufficiente per le ambizioni della casa di Seoul.
"Abbiamo davanti a noi principalmente case automobilistiche europee, e c'è anche un marchio giapponese, Toyota, che sta andando molto bene", dichiara Martinet senza giri di parole. "Dovremmo colmare il divario con questi marchi nei prossimi cinque-dieci anni per diventare uno dei principali attori in Europa".
Ma qual è il vero problema di Hyundai? La risposta arriva confrontando i dati con il "fratello" Kia, che con il 4,2% di quota mercato supera persino la casa madre. "Il problema è spesso nelle vendite alle flotte. Hyundai oggi non si comporta come un marchio di primo piano nel mercato delle flotte", ammette candidamente il CEO.
Una confessione che suona come un piano d'azione. Le vendite business rappresentano infatti una fetta cruciale del mercato europeo, tradizionalmente dominata dai brand locali con le loro reti capillari e i rapporti consolidati.
Se Hyundai vuole scalare le classifiche, ha bisogno di un cavallo di battaglia. E sembra averlo trovato nell'Inster, il SUV elettrico compatto che sta letteralmente spopolando. "Gli ordini sono superiori al nostro obiettivo e abbiamo richiesto una produzione aggiuntiva per l'Europa", rivela Martinet.
Il successo è tale che la casa coreana sta valutando di spostare la produzione in Europa, un segnale inequivocabile delle ambizioni a lungo termine. Con gli stabilimenti in Repubblica Ceca (330.000 unità) e Turchia (245.000 unità), Hyundai ha la capacità produttiva per supportare la crescita.
L'elettrificazione rappresenta sia un'opportunità che una sfida per Hyundai. Con il 16-17% di vendite BEV nel primo trimestre, la casa coreana è allineata alla media europea, ma dovrà raggiungere il 20-25% entro il 2027 per rispettare le normative CO2.
"Entro la fine del decennio, l'attenzione del mercato qui in Europa sarà rivolta alle auto completamente elettriche e ibride", profetizza Martinet, delineando un futuro senza mezze misure.
Mentre molti competitor sperimentano il modello ad agenzia, Hyundai mantiene la strada tradizionale delle concessionarie. Una scelta controcorrente che Martinet difende con determinazione: "Il modello tradizionale del concessionario esiste da un bel po' di tempo e ha già affrontato sia periodi buoni che periodi cattivi".
Una strategia che potrebbe rivelarsi vincente, soprattutto quando il mercato tornerà a condizioni di normalità e concorrenza.
Con un mix di ambizione, esperienza e tecnologia all'avanguardia, Hyundai si prepara a scuotere gli equilibri del mercato automobilistico europeo. La sfida lanciata da Martinet ai brand storici non è solo una dichiarazione d'intenti, ma un vero e proprio piano di conquista.
I prossimi cinque anni ci diranno se il colosso coreano riuscirà davvero a detronizzare i giganti europei o se resterà una promessa mancata. Una cosa è certa: la battaglia per il dominio del mercato auto europeo è appena iniziata.
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