Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Immaginate di essere alla guida della vostra auto, le mani salde sul volante, quando improvvisamente il veicolo sterza da solo per evitare un pericolo. Ma qui viene il dettaglio sorprendente: il vostro volante rimane immobile, come se fosse diventato improvvisamente un semplice accessorio decorativo. Non è fantascienza, ma il contenuto di un brevetto depositato da Stellantis che sta facendo discutere l'industria automobilistica.
Il colosso italo-francese ha infatti messo nero su bianco un'idea rivoluzionaria quanto controversa: un sistema anticollisione basato sull'intelligenza artificiale che può letteralmente ignorare i comandi del conducente e prendere il controllo del veicolo in situazioni di emergenza. Questo brevetto rappresenta un salto concettuale enorme rispetto ai sistemi di assistenza alla guida che conosciamo oggi.
Per comprendere la portata di questa innovazione, dobbiamo prima capire come funziona. Il sistema si basa sulla tecnologia steer-by-wire, già presente su alcuni modelli come la nuova Lexus RZ, dove lo sterzo non è più collegato fisicamente alle ruote attraverso meccanismi tradizionali, ma comunica attraverso segnali elettronici. È un po' come il joystick di un videogioco: i vostri movimenti vengono tradotti in impulsi digitali che poi vengono interpretati dal sistema.
Ed è proprio questa disconnessione fisica che permette la magia, o l'incubo, a seconda dei punti di vista. Quando l'intelligenza artificiale rileva una situazione di pericolo imminente, il sistema può sterzare il veicolo senza che il volante si muovi minimamente tra le vostre mani. Potreste star girando a sinistra, ma se l'AI decide che la salvezza sta a destra, l'auto andrà a destra. E voi? Voi terrete semplicemente in mano un cerchio che non controlla più nulla.
I sistemi avanzati di assistenza alla guida che conosciamo oggi, gli ADAS, già intervengono in situazioni critiche. Frenano automaticamente se rilevano un ostacolo, correggono la traiettoria se usciamo dalla corsia, ci avvisano di pericoli imminenti. Ma c'è una differenza fondamentale: questi sistemi lavorano con il conducente, non al posto del conducente. Stellantis, con questo brevetto, sta proponendo qualcosa di molto più radicale.
L'idea nasce da una considerazione apparentemente semplice: in una situazione di emergenza, l'essere umano potrebbe non reagire nel modo ottimale o abbastanza velocemente. La distrazione, il panico, il tempo di reazione, sono tutti fattori che possono fare la differenza tra evitare un incidente o finirci dentro. L'intelligenza artificiale, in teoria, non ha questi limiti. Processa informazioni in millisecondi, non si distrae, non ha paura, non esita.
Il brevetto sottolinea alcuni benefici interessanti di questo approccio. Primo fra tutti, la riduzione del rischio di lesioni alle mani del conducente. Chiunque abbia visto video di crash test sa quanto violentemente può reagire un volante durante una collisione o una manovra d'emergenza improvvisa. Con un sistema steer-by-wire che interviene senza muovere il volante, le mani del conducente resterebbero al sicuro.
Ma c'è di più. Il brevetto suggerisce che questo sistema potrebbe integrarsi con i controlli di stabilità del veicolo, intervenendo non solo sullo sterzo ma anche sui freni. In situazioni dove c'è rischio di ribaltamento, ad esempio, l'auto potrebbe orchestrare una risposta coordinata: frenare le ruote giuste, sterzare nella direzione ottimale, tutto simultaneamente e in una frazione di secondo. Se è troppo tardi per evitare completamente una collisione, il sistema potrebbe comunque ridurre significativamente i danni scegliendo l'angolo di impatto meno pericoloso.
Ed eccoci al punto cruciale, quello che farà discutere ingegneri, avvocati, filosofi ed automobilisti per anni. Quando saliamo in un'auto dotata di questo sistema, stiamo accettando di non essere più noi i padroni assoluti del veicolo. Stiamo mettendo la nostra vita, e quella degli altri, nelle mani di un algoritmo.
La domanda che sorge spontanea è: cosa succede se l'intelligenza artificiale sbaglia? E credetemi, sbaglierà. Ogni sistema, per quanto sofisticato, ha i suoi limiti. Un sensore potrebbe interpretare male una situazione. L'AI potrebbe calcolare che sterzare a destra è la scelta migliore, quando invece lo era andare dritti. In quel caso, di chi è la responsabilità? Del conducente, che magari stava cercando di fare la cosa giusta? Del costruttore? Del programmatore che ha scritto l'algoritmo?
Il brevetto stesso riconosce questa sfida parlando di "parametri di intervento" su cui si basa l'intelligenza artificiale. Ma qui entriamo in un territorio ancora largamente inesplorato dal punto di vista legale e assicurativo. Il nostro sistema giuridico è costruito sull'idea che il conducente sia responsabile del veicolo. Ma se il conducente non ha più il controllo effettivo, tutto il castello crolla.
C'è poi una questione psicologica non indifferente. Pensate a come vi sentireste sapendo che, in qualsiasi momento, l'auto potrebbe decidere di ignorarvi completamente. Riuscireste a guidare serenamente? O sareste costantemente in ansia, chiedendovi se quello che state facendo verrà approvato dall'intelligenza artificiale di bordo? Un po' come trovarsi nella navicella con HAL 9000 di "2001: Odissea nello spazio", ma su quattro ruote e nel traffico cittadino.
Come sottolineato nell'analisi di questo brevetto, separare completamente il conducente dalla guida, anche solo in situazioni di emergenza, potrebbe essere "un passo troppo lungo da fare in questo momento". E probabilmente è vero. L'intelligenza artificiale sta facendo passi da gigante, ma la fiducia necessaria per accettare un sistema del genere richiede tempo. Richiede anni di test, milioni di chilometri di dati, dimostrazioni incontrovertibili che l'AI può davvero fare scelte migliori di noi in ogni situazione.
È importante contestualizzare questo brevetto nel quadro più ampio dell'evoluzione dell'automobile. Stellantis, come tutti i grandi costruttori, sta investendo massicciamente nella guida autonoma. Questo sistema anticollisione potrebbe essere visto come un ponte tra il presente, dove guidiamo noi assistiti dalla tecnologia, e il futuro, dove l'auto guiderà da sola.
Allora, questo brevetto è un'idea geniale o una follia potenzialmente pericolosa? La risposta onesta è: probabilmente entrambe. Dal punto di vista puramente tecnico e della sicurezza, ha un senso logico. Un sistema computerizzato può reagire più velocemente e con più precisione di un essere umano in situazioni critiche. I numeri, in teoria, potrebbero supportare questa tesi: meno incidenti, meno morti, meno feriti.
Ma la guida non è solo una questione di numeri. È controllo, libertà, responsabilità personale. È il piacere di sentire la strada sotto le ruote, di scegliere la propria traiettoria, di essere padroni del proprio destino. Un sistema che può letteralmente strapparci questo controllo, per quanto nobile sia l'intenzione, tocca corde profonde del nostro rapporto con l'automobile.
Come Stellantis stessa sembra riconoscere depositando un brevetto piuttosto che lanciando un prodotto, questa tecnologia ha bisogno di tempo per maturare. Ha bisogno che la società, le leggi, le assicurazioni e soprattutto noi automobilisti siamo pronti ad accettarla. Forse tra dieci anni, quando la guida autonoma sarà più diffusa e avremo più fiducia nelle capacità dell'intelligenza artificiale, un sistema del genere sembrerà naturale come oggi lo è l'ABS.
Per ora, resta un affascinante sguardo nel futuro dell'automobile. Un futuro dove le nostre mani potrebbero ancora tenere un volante, ma dove potremmo non essere più noi a decidere dove andare. Benvenuti nell'era in cui l'auto pensa, decide e agisce. La domanda è: siamo pronti a lasciare che lo faccia?
Lexus
Via Kiiciro Toyoda, 2
Roma
(RM) - Italia
800 100 131
https://www.lexus.it/